martedì, giugno 23, 2015

Vendola: impedire alla politica di mancare di rispetto ai popoli

Nichi Vendola
di NICHI VENDOLA
Abbiamo un compito importante: impedire alla politica di mancare di rispetto ad esseri umani, cittadini e interi popoli. Trionfa nel dibattito pubblico un'arroganza senza limiti: Matteo Salvini irride persino Papa Francesco, colpevole di aver chiesto perdono per coloro che non sanno accogliere chi scappa dalla fame e dalle guerre. Beppe Grillo scende nella fogna con gli altri, dimostrando che topi, immondizia ed esseri umani in fuga hanno per lui lo stesso valore, cioè nessuno. C'è stato più impegno nei giorni scorsi per la difesa della Nutella che per la difesa dei diritti degli esseri umani in carne ed ossa. Dobbiamo salvare l'Italia da un intollerabile declino e difendere persino il senso delle parole per affermare che un diritto è un diritto e non la concessione del potente del momento. Accade così anche per gli insegnanti precari, di cui il Presidente del Consiglio Matteo Renzi disconosce il diritto ad essere assunti, trasformandoli in arma di ricatto utile soltanto ad ottenere l'approvazione di un provvedimento sbagliato e inviso a tutto il mondo della scuola.
Siamo di fronte ad un gigantesco gioco di ricatti. Esseri umani trasformati nel terreno di un vergognoso e volgare scambio: sono strumenti di contrattazione diplomatica i corpi dei migranti ammassati sugli scogli di Ventimiglia, diventano 'posta in gioco' gli insegnanti ed è ricattato anche il popolo greco a cui l'Europa sta lasciando solo la scelta tra la povertà del taglio di salari e pensioni e quella derivante dal fallimento dello Stato.

Cittadini che governi e tecnocrazie trattano come ostaggi: che vergogna. Non è per questo che sono stati eletti, lo ricordino. Metteremo fine a questo scandalo, costruendo una forza politica diversa, la forza del riscatto sociale e politico della nostra Italia malata. Dobbiamo farcela e ce la faremo, non ho dubbi.

Di tutto ciò noi discuteremo in una grande assemblea a Roma l'11 luglio, ma è intanto importante ribadire e condividere con altri alcune semplici cose.

La prima: noi siamo favorevoli alle stabilizzazioni dei precari della scuola, tutte. Chiediamo da mesi di approvare lo stralcio di questa parte del provvedimento. Con questa mossa si potrebbe risolvere il problema del precariato e nello stesso tempo consentire una discussione approfondita e condivisa sul resto della legge. Perché dicono no? SEL propone un piano pluriennale di assunzioni, rivolto non solo ai GAE, ma anche ai TFA, PAS, Ssis del concorso 2012, a tutti gli idonei che sulla base della sentenza della Corte di Giustizia europea dovrebbero essere assunti. I nostri emendamenti sono 263, tutti di merito, indispensabili per cambiare un provvedimento molto complesso, che non condividiamo, che dà, ad esempio, poteri al preside come fosse un dirigente d'azienda. La verità è che Renzi sulla scuola ha fallito e non ha il consenso del Parlamento e del Paese. Non peggiori la sua situazione: stabilizzi i precari e dia il tempo al Parlamento di riscrivere da capo la riforma. Leggi le nostre proposte.

La seconda: chiediamo al Governo italiano di rilasciare ai migranti in transito nel nostro paese quei permessi di soggiorno per motivi umanitari che gli permetterebbero di attraversare le frontiere. Poi il Governo ripensi completamente le politiche del nostro paese sull'immigrazione e metta definitivamente fine ad una logica emergenziale. L’Unione Europea, i suoi singoli paesi membri, hanno infatti finora agito con l’egoismo dell’irresponsabilità, preoccupandosi di salvaguardare i confini anziché le vite umane, nascondendo dietro la presunta “lotta agli scafisti” la volontà di rafforzare il controllo militare delle frontiere. A Ventimiglia, come i nostri parlamentari hanno verificato, siamo vicini ad una situazione di pura crudeltà.

La terza ed ultima: non lasceremo sola la Grecia, non lasceremo che in Europa prevalgano sempre e solo le logiche dell'economia finanziaria e mai i bisogni dei popoli. L’Europa non può trattare il premier greco come l’esponente di un Paese che disobbedisce agli ordini, perché Tsipras ha ricevuto un mandato chiaro dal suo popolo attraverso le elezioni. Per questa ragione abbiamo depositato in Parlamento una mozione che impegna il Governo a dare più coerenza alla battaglia contro le politiche di austerità, e ad aiutare la Grecia a sostenere le sue ragioni presso le istituzioni europee. Chiediamo la rimozione di tutte quelle misure che minano la solidarietà, l'uguaglianza e la democrazia, valori fondanti dell'Unione Europea, e che rischiano di avere anche pesanti ripercussioni sull'insieme del continente, sull'economia e la democrazia degli altri paesi. Leggi la mozione.
Nichi Vendola

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