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| Il presepe nel “Curtigghiu” a Lercara Friddi |
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| Nella “casa del popolo” |
Tutto inizia quando quattro amici, ma proprio quattro, al bar che volevano cambiare il mondo, decidono di recuperare la vecchia casa di Cortile Salerno, la ex “Casa del Popolo” di Lercara, per anni adibita a sezione del PCI, chiusa da tre decenni.
Alcuni di loro avevano mosso i primi passi nell’impegno politico e sociale proprio lì. Quelle stanze, nel tempo, hanno visto lotte, passioni, entusiasmi, delusioni, scontri, nuove amicizie e amari abbandoni. Ma, recuperata la chiave e forzata l’arrugginita toppa, lo spettacolo che si presenta è sconfortante: un odore nauseabondo invade l’intera casa. Famiglie di colombi, entrati da una vecchia finestra, l’hanno colonizzata, lasciando a terra venti centimetri di guano per piano. Il vecchio ciclostile giace abbandonato nel sottoscala; libri sparsi dentro una cassa; il portacenere con il piede — costruito da un giovane compagno fabbro che non è più con noi — è ancora lì, a ricordare a noi boomer le lunghe discussioni immerse in una nuvola di fumo. Emergenze di memoria affiorano ovunque: alcune copie del giornalino della Sinistra Giovanile, un volantino della FGCI che condannava l’assassinio del giovane poliziotto lercarese Michele Granato per mano delle BR, e sulla parete resta soltanto il chiodo che reggeva il ritratto di Michele Felice, il giovane caruso morto in miniera e raccontato da Carlo Levi ne “Le parole sono pietre”.
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| La foto di Michele Felice, il giovane minatore morto in un incidente sul lavoro di cui scrisse Carlo Levi |
Dopo mesi di lavoro, grazie alla disponibilità della Fondazione dei Democratici di Sinistra (ex PCI), proprietaria dell’immobile, e della CGIL, che lo trasformerà in un punto di riferimento per il territorio, questa casa tornerà a vivere.
Grazie all’impegno di tanti giovani e cittadini che hanno creduto nel progetto, rinascerà come sede dell’Associazione “Curtigghio” e sarà finalmente restituita alla collettività.
“In effetti, la Cgil di Palermo, nell'ambito della politica di reinsediamento territoriale, - dice il segretario provinciale Francesco Piastra - ha dato disponibilità all'associazione “Curtigghio” di collaborare e di istituire in una parte dei locali della ex “Casa del popolo” una camera del lavoro zonale per dare un punto di riferimento territoriale ai tanti lavoratori rappresentati dalle nostre federazioni del comparto agro industriale, dell'edilizia del pubblico impiego, della conoscenza, e per assistere i cittadini del comprensorio mediante l'erogazione dei servizi previdenziali e di sostegno al reddito e socio assistenziali, nonchè per l'orientamento al lavoro, tramite il nostro Patronato Inca e del Caf-Cgil”.
Nelle piccole comunità come nelle città, abitare non significa soltanto vivere, ma prendersi cura: dei luoghi, del tempo, delle relazioni, di sé stessi. Abitare un paese vuol dire riconoscere le storie custodite dai muri e scoprire le possibilità nascoste in ciò che spesso appare marginale. È una pratica quotidiana, un gesto intenzionale, un modo di stare al mondo. Non si tratta di possedere spazi, ma di attraversarli con consapevolezza; non solo di restare, ma di esserci: presenti, attenti, generativi.
L’Associazione “CURTIGGHIU” di Lercara Friddi ha recuperato l’antica casa del popolo per anni sede del PCI ormai abbandonata e invasa dai colombi, nascosta in un cortile dimenticato. Da questo gesto nasce un’idea di rigenerazione: un invito a immaginare un modo diverso di vivere e abitare il territorio, fondato su coraggio, visione, identità. Un tentativo di intrecciare anima, corpo, terra, relazioni e futuri possibili.
Il pensiero collettivo può diventare il filo di Arianna che ci guida fuori dal labirinto dell’oggi: un atto di resistenza, un laboratorio di trasformazione. Come scriveva Italo Calvino, “il futuro non è quello che verrà, ma ciò che immaginiamo e costruiamo”. La sfida è coltivare l’immaginazione come strumento politico, la cultura come spazio d’incontro, la comunità come orizzonte di senso. Perché il futuro non si attende: si immagina e si costruisce, insieme.
La prima iniziativa dell’Associazione, U Presepi du Curtigghiu, vuole essere un ponte tra passato e presente. Racconta identità, relazioni, la storia di un luogo che possiede una sua fisionomia profonda: u curtigghiu, impregnato di odori e sapori antichi, ora attraversato da un’atmosfera natalizia “disturbata” dalla consapevolezza del nostro tempo ferito. Un presepe come viaggio negli angoli più difficili dell’esistenza umana, dove la narrazione del Natale — simbolo di gioia universale — incontra un presente segnato da guerre, macerie e muri lacerati.
CURTIGGHIU vuole custodire la memoria e, allo stesso tempo, costruire una coscienza capace di accogliere il “diverso”. Desidera raccontare uno spazio che non è pieno né vuoto, ma libero: un luogo in cui ogni visitatore possa trovare la propria narrazione, in dialogo con la realtà.
Vi aspettiamo a Lercara. L’Associazione vi accoglierà condividendo un’idea di speranza e di pace.
Pippo Furnari
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ALBUM FOTOGRAFICO















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