sabato, giugno 18, 2022

Senza un accordo diverso ai figli il doppio cognome. In ultima istanza interverrà un giudice


Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sul doppio cognome, il Viminale con una circolare inviata ai prefetti chiede di sensibilizzare i sindaci affinché forniscano le indicazioni agli uffici di stato civile dei Comuni sulla sentenza entrata in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il primo giugno scorso. Una decisione storica con la quale la Consulta, il 27 aprile, ha dichiarato illegittima l’automatica assegnazione del cognome paterno, mandando in soffitta un retaggio patriarcale.

Nella circolare il ministero dell’Interno afferma che la Corte «ha stabilito che il cognome del figlio “deve comporsi con i cognomi dei genitori”, nell’ordine dagli stessi deciso, fatta salva la possibilità che, di comune accordo, i genitori attribuiscano soltanto il cognome di uno dei due».

Di conseguenza l’accordo tra i due genitori «è imprescindibile per poter attribuire al figlio il cognome di uno soltanto dei genitori», è detto nella circolare. In mancanza di questo accordo, «devono attribuirsi i cognomi di entrambi i genitori, nell’ordine dagli stessi deciso, e qualora questo ulteriore accordo manchi, come precisa la Corte nella decisione, è necessario l’intervento del giudice».

Nel Salento, a Roma, Milano e Cagliari, nelle scorse settimane, si sono registrati i primi bebè con il doppio cognome. La prima, in assoluto, una bimba, nata il 31 maggio e dimessa il primo giugno dall’ospedale Fazzi di Lecce. Alla piccola è stato assegnato prima il cognome della mamma poi quello del papà.

Nella circolare il capo Dipartimento Affari interni e territoriali del Viminale, Claudio Sgaraglia, afferma che «l’ufficiale dello stato civile dovrà accogliere la richiesta dei genitori che intendono attribuire al figlio il cognome di entrambi, nell’ordine dai medesimi concordato, al momento della nascita, del riconoscimento o dell’adozione, fatto salvo l’accordo per attribuire soltanto il cognome di uno di loro soltanto».

La pronuncia della Corte riguarda tutti i bimbi che ancora non sono stati dichiarati all’anagrafe.

GdS, 18/6/2022

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