martedì, giugno 14, 2022

La denuncia di delegati e delegate oggi all’iniziativa della Cgil ‘La parola al lavoro’. Ridulfo: “Non si ferma la nostra mobilitazione per un lavoro più dignitoso e di qualità”

L’intervento introduttivo di Mario Ridulfo

Palermo 14 giugno 2022 – Le voci dei lavoratori di tutti i settori si sono alternate oggi all’assemblea dei delegati e delle delegate organizzata dalla Cgil Palermo al cinema De Seta, dal titolo “La parola al lavoro”. Un’assemblea territoriale aperta alla città,  in preparazione della manifestazione del 18 giugno a Roma. 
  

Hanno denunciato condizioni di lavoro povero e precario, di essere “usati come pezze”, trattati come “servi”, “messi in ginocchio” da appalti e subappalti sempre più al ribasso, che scaricano i costi sugli stipendi dei lavoratori.  Hanno chiesto in tanti salari equi, turn over e stabilizzazioni, politiche industriali per rilanciare l’economia, rinnovo dei contratti, welfare. 

     “Lavoriamo tra continui richiami disciplinari e senza mezzi, l’azienda vuole farci utilizzare in servizio i monopattini”, ha raccontato un rappresentante della Filctem, un letturista di contatori Amg in appalto a un’azienda dell’indotto. 

 “Tutti i lavoratori chiedono un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Precariato vuol dire solo frustrazione, sacrifici e sconforto. Io ho aspettato 10 anni per poter dire a casa che ero stata assunta”, ha detto Francesca Denaro, infermiera al Civico, della Fp Cgil. E Antonio Inzirillo, della Flai Cgil, di un consorzio di bonifica: “Il processo di stabilizzazione si è bloccato, i dipendenti non prendono gli stipendi da tre-quattro mesi, il governo della Regione porta avanti una politica subdola. Rappresento questi lavoratori, che in condizioni di estremo disagio oggi devono gestire un bene pubblico come l’acqua, e la manutenzione di opere come la diga Garcia, tra le più grandi d’Europa”. Nel suo intervento, Filippo Lupo, delegato Fiom di Italtel, ha riferito dell’atto di intimidazione a Rosita Galdiero, coordinatrice nazionale Fiom, che ha ricevuto una busta contenente un proiettile. L’assemblea e la segreteria della Cgil hanno espresso solidarietà alla sindacalista. 

     Quattro le parole chiave della giornata, richiamate nell’intervento del segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo. “Pace, democrazia, lavoro, giustizia sociale camminano assieme. E’ il messaggio di questo percorso di mobilitazione – ha detto Ridulfo - iniziato da mesi. Un lungo percorso di anche di ascolto e di partecipazione dal basso, dai luoghi di lavoro, dal territorio. Un’esperienza collettiva nonostante la reazione di forze conservatrici e le intimidazioni di forze reazionarie, neo-fasciste e sovraniste”. 

“Alla mobilitazione che punta ad avere più lavoro, dignitoso e di qualità – ha aggiunto Ridulfo -  abbiamo unito le richieste per avere più salario, più sicurezza, ed anche più democrazia, dentro e fuori i luoghi di lavoro, insomma più giustizia sociale. E a tutto ciò ormai da quasi quattro mesi abbiamo unito la mobilitazione per la pace, contro le guerre, tutte le guerre, perché i lavoratori sanno che senza pace e lavoro non c’è futuro”. 

  Allo stesso modo la Cgil Palermo chiede politiche per lo sviluppo, per Palermo, la Sicilia, il Sud. “Politiche per uno sviluppo industriale che guardino alle grandi trasformazioni e alle grandi occasione di rigenerazione urbana e di riconversione, ma anche – ha aggiunto Ridulfo - di trasformazione industriale, tecnologica, energetica, per cogliere l’occasione irripetibile delle tante risorse previste dal Pnrr. Dobbiamo, come sindacato, potere però esercitare un controllo sociale, sui tempi, sui modi, sui progetti, su dove si spenderanno queste risorse che soprattutto qui fanno gola alla mafia. Il controllo sociale che rivendichiamo significa evitare che la mafia, il malaffare, la cattiva impresa e la cattiva politica possano sfruttare l’occasione per arricchirsi, impedendo a noi tutti di cogliere l’occasione che abbiamo”.

   “Pace, lavoro, giustizia sociale e democrazia sono i temi alti che abbiamo affrontato oggi durante l'assemblea provinciale dei delegati e delle delegate della Cgil di Palermo di fronte ad un nutrito pubblico – ha aggiunto Ignazio Giudice, segretario Cgil Sicilia -  Parole che non vogliono essere vuote perché dietro ad ognuna di esse c'è il lavoro quotidiano, silenzioso, determinato di ognuno di noi. È indispensabile l'ascolto delle delegate e delegati, necessario nella propria unicità e per noi deve essere impegno coerente nello stare insieme. Dobbiamo fare ognuno la propria parte se vogliamo davvero cambiare le cose. La Cgil è presente, deve esserlo anche per le nuove tutele. Crediamo fortemente nel lavoro di squadra e nel volare sempre alto per giungere a mete egualitarie e partecipate”. 

A tirare le conclusioni, è stato il segretario Cgil nazionale Luigi Giove. “La guerra sta lasciando conseguenze pesanti anche nel nostro Paese. Pensiamo alla crisi alimentare che si sta sviluppando, alla crisi migratoria, a quella energetica.  Da novembre a oggi l’argomento di ognuno è l’ultima bolletta, l’ultimo pieno di carburante, prezzi più che raddoppiati nell’energia, che pagano i redditi fissi – ha detto a conclusione Luigi Giove -   E l’inflazione al 7 per cento vuol dire che i lavoratori e i pensionati di questo Paese perdono una mensilità che non verrà mai recuperata. Corriamo il rischio di pagare con i posti di lavoro. Ci sono aziende che si fermano, chiudono o rallentano. Per questo diciamo allo Stato che non vanno bene interventi tampone ma servono interventi strutturali”. 

    “A settembre, quando inizierà la stagione congressuale della Cgil – ha aggiunto Giove - la situazione economica e sociale sarà esplosiva. E, tolta la Cgil, e poco altro, c’è davvero poco a rappresentare quello che sta accadendo nel Paese. Non lo fa più da tempo purtroppo la politica. Non lo fa più anche una parte del sindacato, tocca dirlo. E il fatto che a votare ormai vada più o meno la metà degli aventi diritto significa che c’è un pezzo significativo della gente che non ritiene che la politica o le elezioni possano cambiare la propria posizione.  Questo vuole dire che c’è il 50 per cento della popolazione che non si ritiene rappresentato da nessuno. E questo è pericolosissimo per la democrazia. La Cgil ha un ruolo importante nel rappresentare questo disagio, dare una direzione alle rivendicazioni, per portare a casa dei risultati. A settembre il nostro congresso sarà bene che dedichi alla condizione materiale delle persone che rappresentiamo. Non escludiamo la necessità di mobilitarci e tornare in piazza". 

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