mercoledì, giugno 29, 2022

IL BLITZ. Mazzette e truffe sui fondi agricoli La procura europea indaga sulla Regione


di SALVO PALAZZOLO

Fra i dodici finiti ai domiciliari ci sono sette funzionari dell’Ispettorato Sotto inchiesta altri cinque. Pilotate pratiche per due milioni e mezzo

«Voi qualche volta mi fate arrestare a me — sbottava il funzionario dell’ispettorato provinciale dell’agricoltura Filippo Cangialosi — perché una di quelle ditte che avete preso, che avete fatto i fac-simile è cessata nel 2011» . Ci voleva davvero poco per aggiustare una pratica di richiesta di finanziamento agricolo, soldi dell’Unione europea, dello Stato e della Regione. Bastava avere un funzionario amico. E le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, coordinate dalla procura europea, hanno scoperto che gli “amici” erano davvero tanti.

Fra le 12 persone finite agli arresti domiciliari, ci sono cinque funzionari dell’Ipa, l’I-spettorato provinciale dell’agricoltura, oggi tutti trasferiti ad altri incarichi alla Regione (oltre a Cangialosi, Maria Spata, Carlo Alfano, Giuseppe Vitale, Giuseppa Fricano) e due ex funzionari dell’Uia, gli Uffici intercomunali dell’agricoltura (Giuseppe Salerno, della Uia delle Petralie, e Giovanni Burriesci, in servizio a Misilmeri). Altri dieci indagati hanno ricevuto un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: fra loro, un ex dirigente dell’Ipa, Antonino Cosimo, e un funzionario (Claudio Monfalcone),assieme a loro tre ex funzionari dell’Uia (erano in servizio a Castelbuono e sulle Petralie). Un quadro desolante, tratteggiato da una lunga serie di reati emersi, contestati anche a imprenditori e professionisti: associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, abuso d’ufficio, falso, distruzione e occultamento di atti e rivelazioni di segreto d’ufficio. Ai domiciliari sono andati anche l’ingegnere Riccardo Puccio, titolare di uno studio di consulenza e i suoi collaboratori: l’ingegnere Francesco Sclafani e l’agronomo Antonio Barcia. 

Diceva ancora il funzionario Cangialosi: «L’unica cosa che può essere è che oggi o domani, se venisse la Finanza può dire: come mai a questi gli hai fatto lo sconto?» . E ancora sussurrava: «Io ho trovato queste cose, che forse glieli avete dato voi, ma non sono firmate… però io questi me li riporto» . Quella volta, c’era un documento che non andava nella pratica: la telecamera nascosta in ufficio riprese il funzionario mentre stracciava un documento e ne inseriva un altro. Intanto, un funzionario avvertiva: «Vedi che siamo nei guai per domani per quel collaudo perché mancano cose». E, d’incanto, la pratica veniva integrata. L’indagine coordinata dai procuratori europei delegati Geri Ferrara e Amelia Luise racconta che durante l’istruttoria, sarebbero stati sostituiti documenti non validi. Durante la rendicontazione, spiegano gli investigatori della Finanza, «sarebbero state rallentate fraudolentemente le procedure di collaudo e controllo così da evitare l’applicazione di penali, ovvero la decadenza o la revoca dei contributi già erogati». Per aggiustare le pratiche, un funzionario avrebbe avuto in cambio la consulenza dello studio coinvolto nella truffa per una pratica riguardante la figlia; un altro funzionario avrebbe ricevuto l’assunzione della figlia. 

L’inchiesta, passata al vaglio del gip di Termini Claudio Bencivinni, riguarda 18 pratiche di finanziamentiper l’agricoltura nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2007/ 2013 e 2014/ 2020. Finanziamenti per serre e impianti, gestiti appunto dall’Ispettorato provinciale dell’agricoltura della Regione siciliana. In totale, 2,5 milioni di euro che sarebbero stati razziati. E, adesso, scatta il sequestro per equivalente a carico delle aziende che hanno beneficiato dei fondi. 

Dice il colonnello Gianluca Angelini, il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo: «La corruzione si conferma per il nostro Paese un vero e proprio cancro da estirpare: produce effetti devastanti per l’economia, per la concorrenza a scapito degli imprenditori rispettosi delle regole, nonché per l’accessibilità e la qualità dei servizi». 

La Repubblica Palermo, 29/6/2022

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