domenica, febbraio 27, 2022

Il Padrino di Francis Ford Coppola: il regista, 82 anni, alla proiezione negli studi Paramount


SILVIA BIZIO

La versione restaurata in Dolby Vision sarà al cinema dal 28 febbraio al 2 marzo. Il capolavoro di Coppola: “Ho bluffato con quel film, non mi stanco di vederlo”

LOS ANGELES — L’ingresso e il cancello in ferro battuto sono gli stessi di cinquant’anni fa. Intorno ai Paramount Studios tutto è cambiato ma ci sono storie che hanno lasciato un segno. È il caso del Padrino, celebrato negli studi che lo produssero e lo portarono in sala a New York il 15 marzo 1972. Francis Ford Coppola, 82 anni, è arrivato a braccetto con la sorella Talia Shire (Connie Corleone) prima della proiezione del film restaurato in Dolby Vision sotto la supervisione dello stesso regista e sulla base dell’edizione approvata dall’allora direttore della fotografia Gordon Willis. Questa edizione sarà al cinema in Italia da domani al 2 marzo. 

«Il film parla di ciò che lasciamo in eredità, di quello che si può fare o non fare per la propria famiglia, delle responsabilità che abbiamo, vecchi e giovani, nei confronti del nostro passato e del futuro» ha detto Coppola, «perché questo mondo dobbiamo consegnarlo alle nuove generazioni in una forma migliore rispetto a quella in cui lo abbiamo ricevuto». Ricorda Talia Shire: «Per ottenere il ruolo di Connie Corleone feci un provino, anche se poteva sembrare un controsenso, ma noi siamo una famiglia eccentrica, abbiamo sempre fatto cose folli e continuiamo a farle. Francis è un grande artista e sa che per realizzare un’opera d’arte bisogna dare se stessi. Nel Padrino ha messo l’anima. Eravamo tutti consapevoli che stavamo facendo qualcosa di grande». Nella sala della proiezione si sono abbracciati James Caan (Sonny Corleone) e Joe Mantegna (Joey Zasa in Il Padrino - Parte III ). 

Nel parlare del restauro del film, Coppola ha precisato: «Il Padrino aveva avuto un successo inaspettato ma la Paramount non era pronta. All’improvviso era richiesto a New York in cinque sale, perché tutti volevano vederlo, e poi nel mondo. Invece di conservare il negativo l’hanno consumato a furia di farne stampe, che sono così diverse da come il film dovrebbe apparire». Il tutto era stato complicato dal fatto che il direttore della fotografia Gordon Willis aveva usato una tecnica rischiosa: «Nelle prime scene l’ufficio di don Corleone doveva essere molto scuro. Il Padrino è stata un’esperienza molto dura. Ero giovane, avevo pressioni ovunque, e ho bluffato un sacco. Dopo quell’esperienza non volevo più averci a che fare. Ma ho imparato girando quel film e, oggi, non mi stanco mai di vederlo.Mai». 

La Repubblica, 27/2/2022

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