domenica, gennaio 31, 2021

MOSAICO DI “STORIE” CORLEONESI: ‘U sceiccu ri Don Larienzu

Corleone, piazza G. Vasi (a chiazza suprana). 
foto di Pietro Oliveri, concessaci in uso dal figlio Pippo

"Scieccu tuortu, disgraziatu, t'è carricari o no?“. Don Lorenzo era un anziano signore che, negli anni ’60, aiutava mio padre a raffinare il salgemma e a confezionare i pacchi. Si producevano pacchetti di carta da un chilo e sacchetti di plastica da 5 chili. A quel tempo di sale se ne consumava molto nelle cucine a legna perché i pentoloni erano grandi e si vendeva anche in pietra perché, mescolato alla biada, faceva bene ai muli. ‘U biviruni della pasta si dava poi a bere agli animali. Non si buttava via niente. In estate, col ritorno degli emigrati, aumentava il lavoro perché si esportava il sale al nord sia per la qualità, era puro salgemma, sia perché, non soggetto a monopolio, costava pochissimo. Dopo cena, si passavano intere serate a riempire sacchetti, Don Lorenzo, capotavola, a raccontare storie fra interminabili risate. 

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(Abbiamo sostituito la foto con questa donataci da Pippo Oliveri, tratta dall’archivio del padre Pietro. Infatti, proprio lí seduto sul carretto, in piazza G. Vasi, a chiazza suprana, c’è il Lorenzo col suo asinello di cui G. Perrino racconta nella storia. Grazie, Pippo: siamo fortunati ad avere avuto un grande fotografo come tuo padre, che continua a “raccontarci” pezzi della nostra Corleone). 

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