venerdì, gennaio 29, 2021

Mosaico di “storie” corleonesi. Quando davanti la chiesa di S. Antonio si benedicevano gli animali...


“Il tuo messaggio, come una madeleine, riconsegna alla memoria immagini legate alla mia infanzia a Corleone.
La casa dei miei genitori, situata nelle vicinanze della ex chiesa di sant’Antonio Abate, permetteva, a me bambina degli anni ‘50, di respirare l’atmosfera creata dalla tradizione religiosa della benedizione degli animali. Il 17 gennaio i contadini conducevano le loro bestie nello spazio antistante la chiesa per farle benedire, mi risuonano nelle orecchie il muggito e il suono dondolante e calmo del batacchio che batteva sulle pareti delle campane appese al collo delle mucche, il raglio dell’asino, lo scalpitare dei muli e cavalli, dolce ricordo il coccodè delle galline dentro le stie. Era una funzione molto sentita e partecipata accompagnata da forte devozione, gli animali nel passato oltre ad essere fonti di sostentamento erano mezzi di trasporto nonché di lavoro ed erano tenuti con grande riguardo. Nonno Teodoro aveva con le sue mule un rapporto di grande rispetto e cura , chiamava Ginuzza  una delle sue mule, Ginuzza era anche il nome di sua figlia, mia zia. La sera, prima di andare a dormire, il silenzioso e amoroso nonno Teodoro passava dalle sue amate bestie, compagne di vita, per dare la buona notte accarezzando loro la testa, la pancia e offrendo un’ultima mangiata di “provenna”, non mancando mai di accompagnare questo rito pronunciando il loro nome quasi a ringraziarle della condivisione con lui della fatica nel lavoro quotidiano in campagna."

GIANNA CIRAVOLO

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