domenica, dicembre 13, 2020

Ottocentomila siciliani all’estero gli anni dell’emigrazione record


di CLAUDIA BRUNETTO e CLAUDIO REALE
La fondazione Migrantes fotografa un fenomeno in continua crescita. La Germania meta più ambita Confindustria: " La fuga dei laureati brucia 2,5 miliardi". Palermo in testa, i piccoli comuni si svuotano
Un siciliano su 7 vive all’estero. E dal 2012 al 2020 sono stati oltre centomila gli abitanti dell’Isola che hanno scelto di fermarsi stabilmente oltre confine per non tornare più. È un quadro desolante, quello ricavato dal report della fondazione Migrantes sui dati dell’Anagrafe italiana residenti all’estero: secondo il rapporto " Italiani nel mondo 2020", infatti, a fronte di 4 milioni e 968mila abitanti censiti nell’Isola dall’Istat l’1 gennaio, altri 784mila si sono invece stabiliti altrove, mantenendo la cittadinanza italiana ma non la residenza, con un dato che fa dell’Isola la regione d’Italia con più emigrati permanenti.

Per tutti loro, questo, sarà un Natale senza tornare a casa per i vincoli Covid: « Io — dice ad esempio Daniele Di Stefano, che da Palermo è andato a vivere a Stoccarda e che nella città tedesca ha fatto nascere le due figlie — vorrei riportare le bambine dai nonni, in Sicilia. Quest’anno faremo tutto via Skype».

La Germania, del resto, è la destinazione preferita dei siciliani: nella Bundesrepublik vivono ben 244.838 cittadini del’Isola, in una classifica delle mete che vede quasi tre quarti degli emigranti scegliere in alternativa Belgio (99.597), Argentina (95.814), Svizzera (74.574) e Francia (61.077).

Qui, a Bordeaux, vive il messinese Emanuele Milazzo: « All’inizio — osserva — ero partito solo per un tirocinio. Col tempo, però, mi sono reso conto che la qualità della vita era molto più elevata e che il merito era più facilmente riconosciuto. Quest’anno sarà dura non potere tornare a casa: mia madre, però, mi ha già fatto arrivare il classico " pacco da giù"».

Con qualche problema nelle spedizioni — i corrieri sono intasati di richieste — ma con l’esigenza insopprimibile di provare a risentire l’odore di casa: « Qui — osserva Marco Trapani, palermitano che vive a Cardiff, in Galles — molti ortaggi hanno un sapore diverso. Ad esempio le melanzane siciliane sono proprio un’altra cosa. Bisogna abituarsi».

Abituarsi come del resto sceglie di fare un numero sempre maggiore di persone. Basta scorrere le varie edizioni del rapporto della fondazione Migrantes per rendersene conto: nel 2012 i residenti all’estero erano 674mila, nel 2013 687mila e così via, per un aumento inesorabile nel tempo che nel 2019 ha raggiunto il picco record di 23.608 trasferimenti di residenza in 12 mesi. Con un’emigrazione che spesso è anche una cessione di conoscenze: secondo l’Istat, infatti, dal 2008 al 2017 l’isola ha ceduto 13mila laureati under 35 ai Paesi esteri. Come Valeria Monastra, che adesso vive a Madrid: « Sono partita tre anni fa, subito dopo la laurea in Chimica — racconta — e qui ho trovato un buon lavoro e un ambiente stimolante».

Ma non è solo una questione di cervelli. L’anno scorso, infatti, Confindustria ha provato a quantificare il danno anche in termini economici. « Sull’altare dell’emigrazione — ha annotato il Centro studi dell’organizzazione degli industriali — la Sicilia ha bruciato oltre 2,5 miliardi in un decennio. La spesa sostenuta dalla società per la formazione di una persona fino ai 25 anni ammonta a circa 38mila euro per il sistema-formazione e a 165mila euro per la famiglia ». Totale 203mila euro per ciascuno dei 13mila laureati "girati" ai Paesi esteri. Appunto oltre 2,5 miliardi.

E a pagare questo prezzo sono soprattutto i piccoli comuni. Perché, certo, in valori assoluti Palermo è ovviamente la città che cede più emigrati ai Paesi esteri (sono 34.272, con un dato che porta il capoluogo davanti a Catania con 22.221, a un altro centro medio- grande come Licata con 17.016 e a Messina con 13.290), ma in paesi molto piccoli sono più i "cugini all’estero" che i residenti nel centro di partenza: ad Acquaviva Platani, in provincia di Caltanissetta, sono rimasti ad esempio solo 918 abitanti, ultimi superstiti dopo l’emigrazione di ben 2.467 residenti.

Analoga la situazione a Sant’Angelo Muxaro, il piccolo borgo dell’Agrigentino che ha dato i natali all’ex ministro Angelino Alfano: i residenti in paese sono 1.241, mentre quelli che si sono trasferiti all’estero sono più del doppio, 2.552.

Ma i Comuni con più emigrati che residenti sono in tutto 19. Per una fuga inesorabile. Che quest’anno non sarà compensata neanche dal ritorno festivo.

La Repubblica Palermo, 13 dicembre 2020

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