lunedì, ottobre 26, 2020

Parte da stasera a Palermo la mobilitazione dei Rider in vista della giornata nazionale di protesta del 30 ottobre

Andrea Gattuso, Nidil Cgil

E intanto una buona notizia: a Palermo il Tribunale in fase di conciliazione chiede a Glovo la riassunzione a tempo indeterminato di un fattorino “licenziato”
Palermo 26 ottobre 2020 – “Io sono un rider e non ho alcun diritto”. Parte da stasera a Palermo una settimana di mobilitazione dei Rider che  culmina il 30 ottobre con la giornata nazionale di protesta  proclamata dalla rete  RiderXiDiritti, che raduna movimenti di lavoratori del food delivery di tutta Italia. “A Palermo siamo in giro in tante strade per un'attività di sensibilizzazione anche nei confronti dei clienti,  per spiegare le condizioni in cui sono costretti a lavorare i rider – dichiara il segretario generale Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso – La mobilitazione massiccia che intendiamo portare avanti serve per contrastare l'accordo siglato tra Assodelivery e Ugl, che peggiora le condizioni dei ciclofattorini mantenendo il cottimo,  calcolando la retribuzione in base al tempo stimato di consegna e bloccando l'introduzione di una paga oraria”.

“Ci risulta che anche a Palermo  alcune  piattaforme stanno già sperimentando i nuovi contratti e che  le paghe siano diminuite considerevolmente  – aggiunge Gattuso – Inoltre, le piattaforme stanno invitando i Rider alla disdetta del vecchio contratto con l'obbligo di firmare il nuovo per continuare a lavorare dal 2 novembre in poi. Altrimenti verranno disconnessi”.

   I rider durante le consegne distribuiranno ai clienti anche un volantino che descrive la loro condizione di sfruttamento. “Oltre al volantino 'Io sono un rider' , abbiamo predisposto una raccolta di firme in cui il lavoratore dichiara di non essere iscritto all'Ugl, di essere contrario a questo accordo  e di sostenere le proposte del sindacato – aggiunge Gattuso – Distribuiremo questo  modulo per la petizione in giro per locali e ristoranti. In questa fase, con i divieti per bar e locali dalle 18 in poi,  i Rider tornano con l'attività di asporto a essere di nuovo considerati lavoratori essenziali  per mantenere in piedi molte attività, che altrimenti sarebbero costrette a chiudere”.

   Venerdì 30 la settimana di mobilitazione  si concluderà con lo sciopero delle consegne  e con un flash mob per le vie della città.

   E intanto a Palermo una buona notizia. Per la prima volta in Italia, un Tribunale,  durante  la causa del licenziamento  di un Rider, ha proposto all'azienda in fase di   conciliazione di chiudere la vertenza  con l'assunzione a tempo indeterminato. Non è ancora una sentenza ma se sarà accettata  la multinazionale Glovo dovrà assumere il fattorino con rapporto di lavoro subordinato, a tempo pieno e con il contratto nazionale della logistica.  

   L'udienza, in corso  davanti al Tribunale di Palermo, è stata aperta venerdì.  Il Rider a marzo è stato 'licenziato' dalla piattaforma spagnola. Dopo un'intervista a una tv locale, il fattorino, rappresentate sindacale,  molto attivo nelle consegne, era stato 'disconnesso' e non più inserito nei turni di lavoro. Ha così deciso di fare causa, con l'avvocato Giorgia Lo Monaco del sindacato Nidil Cgil Palermo, seguito anche  dagli avvocati Matilde Bidetti e Carlo de Marchis, che a livello nazionale coordinano i ricorsi.

   “E' una proposta, quella del giudice del lavoro di Palermo,  che noi giudichiamo assolutamente positiva e speriamo che venga accolta da parte dell'azienda – è il giudizio del segretario Nidil Cgil Palermo  Andrea Gattuso -  Abbiamo più volte chiesto a Glovo  di intavolare una discussione e procedere a una trattativa. In assenza di risposte, la strada dei ricorsi  è comunque una strada che continueremo a percorrere”.  

    Nel corso della prima udienza, il Tribunale aveva inizialmente suggerito  di chiudere la causa con un accordo, quantificando in  12 mila euro il danno subito dal fattorino per il fatto di essere stato estromesso dalle consegne. Ma gli avvocati di Glovo hanno ritenuto la cifra troppa alta. Da qui  la proposta alternativa del giudice di  reintegrare il lavoratore all'interno dell'azienda  con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Si attende la risposta.


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