venerdì, aprile 24, 2020

Le lunghe mani di Elkann

Emanuele Macaluso
EMANUELE MACALUSO
Oggi i giornalisti de La Repubblica hanno scioperato. E hanno ragione. Infatti, quel che sta avvenendo nell’editoria è allarmante. Il Gruppo torinese, erede degli Agnelli e padrone di un enorme patrimonio, collocato in Olanda per ragioni fiscali, con a capo John Elkann, opera per controllare una buona parte della stampa italiana, omogeneizzando le testate acquisite.

La Repubblica di Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro non esiste più. Carlo Verdelli, anche se minacciato di morte da gruppi fascisti, è stato liquidato. Il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, bravo giornalista ma organicamente legato al gruppo torinese, è stato nominato nuovo direttore de La Repubblica. Un quotidiano romano, con proiezione nazionale, che perde la propria identità e diventa una succursale piemontese mentre Massimo Giannini, cresciuto proprio dentro La Repubblica, dirigerà La Stampa, che perde anch’essa la vecchia identità piemontese per diventare una pedina del capofila – La Repubblica – nelle mani di Elkann e Molinari.

Il tutto avviene in un paese politicamente disossato. Il Pd, in questo campo, come in altri, non c’è. I grillini, pur di esistere, si adeguano ad ogni cosa (possono contare su Il Fatto Quotidiano) . La destra vede che le forze che dovrebbero combatterla sono divise e comunque politicamente paralizzate. La destra, peraltro, si giova di testate come Il Giornale (con la famiglia Berlusconi), Libero e La Verità. Nell’editoria, Urbano Cairo, padrone del Corriere della Sera e della tv La 7; Caltagirone padrone de Il Messaggero, de Il Mattino di Napoli, del Gazzettino di Venezia e del Corriere Adriatico, reggono bene i loro interessi. Così pure il Gruppo Monti-Riffeser con Il Resto del Carlino, Il Giorno e La Nazione. Certò è che è difficile la competizione con il Gruppo Elkann che dispone anche di tanti quotidiani locali e risorse finanziarie che possono ancora allargare il dominio.

Insomma, la democrazia italiana sarà condizionata da questo enorme potere editoriale. E saranno condizionate anche le forze politiche che sono nude.

(24 aprile 2020)

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