domenica, marzo 08, 2020

Corleone. Chi era Maria Jolanda Canzoneri, la ragazza corleonese vittima di femminicidio nel 1937?

Maria Jolanda Canzoneri

DINO PATERNOSTRO*
Quel 5 maggio 1937, Corleone non venne alla ribalta della cronaca per un delitto di mafia, ma l’impressione e il dolore della gente fu ancora più grande. I morti di mafia, infatti, in un paese che nelle sue strade ne aveva contati a decine, venivano ormai guardati con una certa rassegnazione. Nessuna rassegnazione, invece, poteva esserci per quella improvvisa tragedia, scoppiata nella grande casa di via San Martino, casa Canzoneri. Arrivati sul posto, gli stessi investigatori stentavano a credere ai loro occhi. In una stanza del primo piano, annegati in un lago di sangue, trovarono i corpi ormai privi di vita di un uomo maturo e di una ragazza. Zio e nipote. Antonino e Maria Jolanda Canzoneri. E, quando capirono cos’era accaduto, l’orrore fu ancora più grande. Ad uccidere Maria Jolanda, con numerosi colpi di pistola, era stato lo zio, don Nino, fratello della madre, che poi aveva rivolto l’arma contro di sé, togliendosi a sua volta la vita.
* pubblicato su La Sicilia del 7 agosto 2005
Il perché di quell’omicidio-suicidio è presto detto. Antonino Canzoneri, che per la differenza d.età poteva venirle padre, si era perdutamente invaghito della nipote. Per lei aveva letteralmente perso la testa. E quando, quel 5 maggio, fu respinto per l’ennesima volta, non ci vide più dagli occhi. Estrasse una pistola dalla tasca della giacca, la puntò verso la terrorizzata Maria Jolanda e fece più volte fuoco. Poi, puntò l’arma alla sua tempia e premette un’altra volta il grilletto. Chi quasi impazzì per il dolore, fu l’anziana madre di Maria Jolanda, donna Giovanna Canzoneri, che non seppe darsi pace per l’accaduto. La donna, vedova di don Nicolò Canzoneri, d’un colpo, si vide privata della giovane figlia e del fratello. E, per giunta, in maniera così tragica, con una motivazione così infamante, fare a pezzi l’onore della famiglia. Maria Jolanda era una giovane donna, ricca e carina. Aveva un fidanzato, Gino Mandalà, un imprenditore originario di Piana degli Albanesi, che gestiva un servizio di trasporto pubblico tra Corleone e Palermo. Dovevano sposarsi, sembravano destinati ad una vita serena, ma quella tragedia inaspettata sconvolse tutto. Non fu facile per donna Giovanna ricominciare a vivere. Ci riuscì, dedicando il resto della esistenza alla memoria della figlia. Prima le fece costruire un’imponente cappella al cimitero. Poi, cominciò a pensare a qualcosa di più importante, di più utile per il paese. Decise di trasformare la sua grande casa, che aveva un ingresso su via San Martino ed un altro su piazza Nascè, in un istituto per l’istruzione delle ragazze povere, che portasse il nome della figlia. «Come contropartita chiese solo la sopravvivenza del nome di Jolanda, una messa al mese e le quarant’ore nella chiesa del cimitero ogni anno, in coincidenza con l’anniversario della morte della figlia», racconta Nonuccio Anselmo nel secondo volume del suo «Corleone Novecento», rievocando la tragica vicenda.
Ma, da lì a qualche anno, sarebbe scoppiata la seconda guerra mondiale e lo Stato italiano ebbe subito altro a cui pensare. Donna Giovanna, quindi, dovette momentaneamente chiudere il suo sogno in un cassetto. Poté riaprirlo solo l’8 aprile 1948, quando il notaio palermitano, Isidoro Di Carlo, redasse l’atto di fondazione del «Pio Istituto Maria Jolanda Canzoneri», allo scopo - fece scrivere la madre - «di onorare degnamente della diletta mia figlia Liboria Maria Jolanda Lucia Canzoneri fu Nicolò, con opere di bene, a vantaggio e sollievo delle abbandonate, delle derelitte ed orfane». E, nel dopoguerra, per circa vent’anni, l’istituto cominciò veramente a funzionare, prima accogliendo povere orfanelle e poi trasformandosi in una scuola di economia domestica. Fu un’opera meritoria, capace in un primo periodo di offrire a tante ragazze povere l’opportunità di un tetto e di un pasto caldo. E, successivamente, un canale d’istruzione al femminile, per tante ragazze il cui futuro, altrimenti, sarebbe stato quello di starsene a casa per lavare i piatti e rifare i letti. Purtroppo, negli anni .80, in difficoltà economiche e con un corso di studi ormai superato, l’Istituto Canzoneri ha dovuto chiudere i battenti, venendo meno agli scopi per cui era stato fondato.

L'Istituto M. Jolanda Canzoneri
LE SCUOLE DI CORLEONE
(d.p.) Pur essendo Corleone un comune dell.interno della Sicilia, dove il latifondo la faceva
da padrone, già negli anni Trenta esisteva una rete scolastica dignitosa. C’erano, ovviamente, le scuole elementari, dirette da Antonino Perrino. E le complementari, dirette da Giovanni Lipari. C’era anche la Cattedra ambulante di Agricoltura, diretta da Enrico Salvatore Scalabrino, con sede in via San Martino, la stessa strada di casa Canzoneri. A questa cattedra il comune aveva concesso la Silva dei Cappuccini, utilizzata come campo sperimentale. Qualche tempo dopo, la Cattedra era stata sostituita dall’Avviamento Professionale, intitolato al noto incisore corleonese del .700 Giuseppe Vasi, vissuto alla corte dei papi. Il nuovo istituto fu diretto da Domenico Battaglia. Dal 1943, però, a fare concorrenza all’Avviamento ci fu la scuola media, che, dall’anno scolastico 1961/62, l’avrebbe soppianto definitivamente.
Il fiore all’occhiello di Corleone era, comunque, il Regio Ginnasio, istituito subito dopo la rivoluzione del 1860. Ma rappresentava un corso di studi incompleto, perché mancavano le tre classi del liceo. Per colmare questa lacuna, nel 1929, fu avanzata al governo la richiesta di istituire anche il Regio Liceo Classico. Dovettero passare alcuni anni, ma poi finalmente, nel 1935, la richiesta venne accolta dal ministro per l’Educazione nazionale Cesare Maria De Vecchi. «La prima classe - racconta ancora Nonuccio Anselmo - era stata formata per l’anno scolastico 1935-36 e a reggere il nuovo istituto era stato inviato il prof. Vittorio Gualteri». In quegli anni, comunque, la «madre» di tutti i problemi delle scuole corleonesi erano le sedi. Infatti, tutte erano ospitate in locali non adatti. Solo a partire dagli anni .50, con la costruzione delle scuole elementari di Santa Maria, ebbe inizio una vera
politica per l’edilizia scolastica. Negli anni .70 sarebbe stato definito l’edificio per la scuola media. E, solo col prossimo anno scolastico 2005/2006, finalmente tutte le scuole superiori
di Corleone (classico, scientifico, psico-pedagogico e agraria) avranno locali degni di questo nome.
La Sicilia, 5 agosto 2005

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