sabato, febbraio 29, 2020

Dopo l'esecuzione di importanti lavori sugli impianti elettrici, sul sistema di diffusione sonora e di restauro conservativo, domani riapre la Chiesa Madre di Corleone

La navata centrale della Chiesa Madre
di SALVATORE SAPORITO
Dopo più di anno di lavori riapre la Chiesa Madre di Corleone. La nascita della Chiesa più grande e rappresentativa di Corleone dedicata a San Martino Vescovo di Tours risale al lontano 1382. Nel 1663 avviene la costruzione della bellissima cupola, affrescata dopo circa un secolo da Carmelo Salpietra, mentre nel 1769 la chiesa subisce già la terza fase di ricostruzione secondo il progetto del sacerdote Romano, con la realizzazione del transetto, della cupola, del coro, dell’abside e con l’ubicazione a sud-est delle due cappelle del SS. Sacramento e della Madonna del Soccorso. Tra la fine dell'ottocento e i primi del novecento furono prima innalzati i due campanili e ricostruita la gradinata e poi affrescata la volta della navata centrale con scene della vita di S. Martino per opera del pittore Filippo Fazzone di Palermo. Infine, nel 1925 avviene la posa dell'attuale pavimentazione di marmo bianco.


Da febbraio 2019 a oggi si sono eseguiti i lavori di ammodernamento degli impianti tecnologici della chiesa, insieme con alcuni interventi di restauro conservativo.
I lavori sono stati progettati e diretti dall'ingegnere Vincenzo Iannazzo e dall'architetto Salvatore Saporito, con la collaborazione anche dell'architetto Laura Zabbia per gli aspetti storici-artistici.
La sovrintendenza ai beni culturali di Palermo ha autorizzato e sovrinteso l'intero progetto.
L'opera è stata finanziata in parte mediante l'otto per mille della CEI tramite la Diocesi Monreale e in parte dalla parrocchia San Martino, parrocchia che ha dovuto fronteggiare economicamente nuovi interventi sopravvenuti in corso d'opera e non preventivati in fase progettuale.
In corso d'opera si sono registrate alcune offerte libere per coprire per l'appunto tutte le nuove lavorazioni di restauro e di messa in sicurezza della zona transetto. Ma sono ben accette, come lo stesso Don Vincenzo Pizzitola ci tiene a far presente, altre libere offerte per coprire le tantissime spese effettuate e non previste inizialmente.
In cosa è consistito questo corposo intervento?
Tutto prendeva il via dall'intero sistema di distribuzione elettrica, di messa terra e d'illuminazione, impianti ormai di antica fattura e non più conformi alle normative vigenti; queste installazioni presentavano rischi d'innesco incendi per surriscaldamento dei cavi e di conseguenza richiedevano un improcrastinabile intervento. A questo si aggiungeva un inidoneo impianto illuminotecnico e di diffusione sonora. Infine, in diverse aree della chiesa, erano presenti condizioni di degrado sia alle murature sia agli intonaci, degradi che richiedevano opere di risanamento e di restauro.
Il progetto ha dotato la Chiesa Madre di un nuovo e moderno impianto elettrico e illuminotecnico, con distribuzione cavi certificati e non propaganti l'incendio, luci a led di nuova generazione adeguandone il numero dei corpi illuminanti posti a quote diverse lungo i cornicioni, al contempo mantenendo anche i pregevoli corpi illuminanti (illuminazione via crucis e candelabri navata centrale) mediante l'adeguamento dei circuiti interni e la sostituzione delle lampade con moderne a led. L'installazione di luci di emergenza, dell'impianto d'allarme e l'installazione di un moderno impianto di diffusione sonora ha completato l'apparato tecnologico della chiesa. Internamente, chilometri di cavi e di tubazioni scorrono sotto la pavimentazione di marmo, che a conclusione dell'intervento è stata ripristinata e lucidata e lungo i cornicioni a quota tredici metri.
L'attuale pavimentazione di marmo nasconde l'antico piano cinquecentesco in mattoni di creta. Tale pavimento è stato volutamente ricercato nel corso dei lavori, per poi essere rinvenuto durante un saggio; la decisione di lasciarlo a vista con un sistema di vetri strutturali e telaio di ventilazione anticondensa che ne consentisse la vista come testimonianza storica del passato è stata presa in corso d'opera di concerto con i tecnici della sovrintendenza.
Contemporaneamente ai lavori sugli impianti tecnologici, si sono eseguiti diversi interventi di restauro conservativo sia per risanare aree d'intonaci interessati da fenomeni di umidità di risalita nella zona absidale sia per mettere in sicurezza alcune porzioni delle volte del transetto: a causa d'infiltrazioni d'acque piovane esse presentavano parti consistenti d'intonaci parzialmente distaccate dal supporto murario e rischiavano pericolosamente di staccarsi.
Infine, tutte le superfici interessate dai lavori sono state nuovamente tinteggiate con materiali a base calce naturale, prodotti idonei per opere di restauro; la scelta di questi materiali è stata suggerita dalla stessa sovrintendenza, con la quale si è concordata costantemente sia la scelta delle tonalità pittoriche, sia alcune variazioni cromatiche rispetto a quelle già presenti all'interno della chiesa.

Progettisti e Direttori dei Lavori:
Ingegnere Vincenzo Iannazzo
Architetto Salvatore Saporito

Collaboratrice per gli aspetti storici artistici architetto Laura Zabbia

Sovrintendente per i Beni Culturali architetto Salvatore Conigliaro
Ditte impegnate nella realizzazione del progetto: 
o  Bianchino Giuseppe (lavori edili e di risanamento);
o  Lanza Calogero (impianti tecnologici)
o  Bruno Gianfranco (impianti tecnologici)
o  ICI di Sparacio Salvatore (impianto allarme)
o  Cipolla Giuseppe (opere di restauro e di tinteggiatura)
o  Quaglino Domenico (opere di falegnameria e arredi)
o  Cavallino Giovanni (lucidatura marmi)
o  Savona Giuseppe (vetri)
Corleone 29 febbraio 2020
Vista del pavimento antico

Lavori in corso

Lavori in corso...


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