domenica, dicembre 01, 2019

"Corleone capitale della legalità"? Caro sindaco Nicolosi, il troppo stroppia

Il cartello di Corleone capitale mondiale della legalità, fatto rimuovere
l'anno scorso dalle tre commissarie straordinarie

DINO PATERNOSTRO
Sicuramente è stata una scelta giusta e significativa quella di conferire la cittadinanza onoraria alle tre commissarie prefettizie, che hanno amministrato il comune di Corleone dalla metà di agosto 2016 a fine novembre 2018, e al prefetto di Palermo, che le ha supportate in questo compito così difficile e faticoso. E dispiace che questa scelta non sia stata condivisa da una parte del gruppo consiliare di opposizione (ex M5s o cosa?). Perché è stato giusto conferire queste cittadinanze onorarie? Cosa hanno fatto di straordinariamente meritorio Giovanna Termini, Rosanna Mallemi e Maria Cacciola? E il prefetto Antonella De Miro?
Hanno provato a dare regole ad una comunità e a regolamentarle, dopo anni in cui la nostra città somigliava al Far West, dove si affermava la legge del più forte (o del più prepotente). Hanno fatto il loro dovere le commissarie, certo. Ma l’hanno fatto con la ragione e col cuore, provando a coinvolgere in questo loro impegno gli impiegati comunali e la società civile corleonese. Ed hanno dato segnali netti e chiari di come occorra prendere le distanze dai mafiosi e dai loro complici (senza furbeschi ammiccamenti). Non a caso hanno istituito il “Memorial Giuseppe Letizia” ed hanno intitolato a Cesare Terranova l’ex via Scorsone. Hanno sottolineato anche che tutti i cittadini devono pagare le tasse (a cominciare da quelle comunali), famiglie mafiose comprese. Lamentarsi che non hanno dato lavoro e sviluppo, significa non aver capito (o far finta di non aver capito) il compito di una commissione straordinaria, dopo lo scioglimento di un comune per infiltrazione mafiosa.
Molto opportunamente queste motivazioni sono state sottolineate dal sindaco Nicolò Nicolosi e dal presidente del consiglio comunale Pio Siragusa. Nicolosi, però, dimenticando che spesso “il troppo stroppia”, si è lasciato andare, affermando: «Candidiamo Corleone a capitale della legalità». Una sottolineatura che non è piaciuta al prefetto De Miro. «È pericolosa questa affermazione!», ha spiegato nel suo intervento, forse ricordandosi che proprio l’amministrazione comunale sciolta per mafia del sindaco Lea Savona aveva istallato una tabella segnaletica all’ingresso di Corleone con la scritta (a caratteri cubitali): «Capitale mondiale della legalità», che proprio le tre commissarie avevano fatto (molto opportunamente) rimuovere. Il percorso per affermare correttezza e legalità è lungo e difficile (a volte contraddittorio), ed occorre portarlo avanti senza slogan e trionfalismi. E dobbiamo provarci tutti insieme. Ognuno per la sua parte e ciascuno secondo le sue responsabilità. (dp)

1 commento:

Salvatore Vacante ha detto...

Il cartello, certamente esagerato, esprimeva la voglia di un intero paese di lasciarsi alle spalle un passato di capitale mondiale della mafia.
La sua rimozione, fatta da persone la cui competenza in materia è indiscutibile, certifica esattamente il contrario.
Ritengo che a questo punto occorra rassegnarsi al destino di questa città.
Per quanto riguarda all'attività posta in essere nel periodo di commissariamento il giudizio può essere dato con un metodo "bibblico" cioè come si giudica un albero: dai suoi frutti.
Si verifichi quanto si è ottenuto a Corleone i quel perioo con ciò che hanno ottenuto i paesi vicini nello stesso periodo in termini certamente di intitolazione di vie e di manifestazioni per la legalità ma anche di servizi quali la raccolta differenziata, in quel periodo, ad esempio, Prizzi è stato uno dei paesi più virtuosi, o in termini di rifornimento idrico, di cura delle strade urbane ed extraurbane, del verde pubblico, ecc.
Io, che corleonese non sono né vivo a Corleone, un giudizio in merito non so darlo perchè non ho conoscenza di ciò che è stato realizzato, potrei farlo di Palermo, ma ritengo che i cittadini corleonesi, in tutta onestà, possano farlo e possano cercare di esprimere un giudizio obiettivo, cioè un giudizio basato su fatti e numeri, non su impressioni personali.
Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Salvatore Vacante