venerdì, settembre 20, 2019

Proprietario di Chantilly2, Michele Giandalone, originario di Corleone. La truffa del pasticciere che andava in tv


di Salvo Palazzolo 
Si faceva una gran pubblicità, su Facebook e pure in televisione. Addirittura partecipando come concorrente al concorso di "Best Bakery", andato in onda su Tv8: Michele Giandalone puntava al titolo di migliore pasticceria d’Italia con il suo Bar Chantilly 2 di via De Gasperi (angolo viale Strasburgo), uno dei locali più in vista del centro città. Ma formalmente il proprietario non è lui, la società è intestata a un dipendente « sostanzialmente privo di redditi » scrivono i giudici della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, che hanno fatto scattare un maxisequestro di beni per l’intraprendente imprenditore originario di Corleone che ha nel suo recente passato guai giudiziari per truffa e un debito col fisco di 16 milioni di euro.

Le indagini della Dia di Palermo, coordinate dal sostituto Claudia Ferrari e dal procuratore aggiunto Marzia Sabella, hanno fatto scattare il sequestro anche per un altro bar " Chantilly", che si trova all’interno del centro commerciale di via Ugo La Malfa (l’ex Sigros). Sigilli pure alla società che gestiva la prima pasticceria di Giandalone, in via Resuttana, ormai chiusa da tempo: quella era intestata al 95 per cento alla moglie dell’imprenditore, per il cinque per cento figura il solito dipendente con reddito da fame.
Per il 45enne con la passione per le auto era ormai diventata una necessità stringente essere nullatenente. Nel 2009, la Guardia finanza aveva scoperto che la sua " Auto e passioni srl", a Bolognetta, era al centro di un grande imbroglio, attraverso un giro di auto usate vendute con documenti falsi. All’epoca, erano scattati arresti e sequestri. Con conseguente fallimento della società.
Dopo aver patteggiato una condanna, Giandalone si era lanciato in una nuova avventura imprenditoriale. A modo suo, naturalmente. E neanche in maniera tanto riservata. Qualche tempo fa, rilanciò un video sul suo profilo Facebook: due comici palermitani recitavano la parte di due contribuenti che ricevevano cartelle esattoriali da Equitalia. Mentre il primo si disperava, il secondo sbeffeggiava il Fisco poiché, essendo formalmente nullatenente, si sentiva inattaccabile. E Giandalone si riconosceva proprio in quest’ultimo personaggio, lo diceva chiaramente in un post a commento del video: « Mi si addice a pennello... quello sono io».
Il debito con il Fisco non gli ha neanche impedito di acquistare, intestandola ad una sua società, una Porsche Macan. Pure questa è adesso sequestrata. Assieme a un’abitazione e a due magazzini fra Palermo e Corleone. La proposta di sequestro, avanzata dal direttore della Dia, il generale Giuseppe Governale, e dalla procura di Palermo, «si fonda sugli accertamenti patrimoniali relativi al periodo 1999- 2008 » , scrivono i giudici. C’è una «netta sproporzione » fra il tenore di vita, le spese, gli investimenti e i redditi dichiarati.
La Repubblica Palermo, 19 settembre 2019

1 commento:

Anonimo ha detto...

DA MORTO DI FAME A IMPRENDITORE!
AHAHAHAHAHAHAH
MENO MALE CHE LA GIUSTIZIA C'è!
PENSATE CHE SIA STUPIDO QUESTO"SIGNORE"?IO CREDO DI NO!!!
SAPENDO DI ESSERE SOTTO LA LENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA...CHISSà QUANTI MILIONI DI EURO AVRà NASCOSTI!
SI è FATTO TROVARE "PREPARATO"....BAZZECOLE!
ADESSO INDAGHINO SUI REDDITI DE 2008 AL 2019!