sabato, maggio 18, 2019

Nell’archivio (salvato) de L’Ora le tracce dei cold case di Palermo


di Salvo Palazzolo
La targa scomparsa del delitto Mattarella, i testimoni dell’attentato all’Addaura e del caso Agostino Un cronista ha riaperto le buste custodite alla Biblioteca regionale: foto e articoli conservano indizi
In un archivio conservato dentro vecchi scatoloni, all’interno della Biblioteca regionale, c’è forse la chiave per scoprire alcuni dei misteri di Palermo, quelli che ancora proteggono assassini e mandanti degli omicidi eccellenti che hanno segnato la storia d’Italia.
Nella busta sul delitto di Piersanti Mattarella, è rimasta la foto della Fiat 127 utilizzata dai killer ancora senza nome: si vede la targa che i magistrati di Palermo hanno cercato di recente, perché porta a un covo dell’estrema destra di Torino, quella targa è scomparsa. Nella busta sull’omicidio di Peppino Impastato, ci sono le foto della scena del delitto (e del depistaggio), le uniche rimaste, perché quelle del sopralluogo fatto dai carabinieri non si trovano più. Un articolo sul fallito attentato all’Addaura riferisce invece il racconto di un testimone: il borsone di tanti misteri fu portato dagli scogli, non dal mare.

L’archivio de “ L’Ora” di Palermo, il giornale di tante battaglie che terminò le pubblicazioni all’inizio del 1992, è disseminato di indizi e tracce. Qualcuna, mai emersa fino ad oggi. Ad esempio, nella cronaca dell’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie — 5 agosto 1989 — il giornalista racconta di un testimone che ha visto un’auto subito dietro la moto dei killer. Altri sicari e altri complici rimasti senza nome.
Ogni articolo, ogni foto nelle buste de “ L’Ora” è un indizio. Negli anni più difficili di Palermo, i cronisti del giornale non hanno mai smesso di raccogliere tracce piccole e grandi, che sono rimaste conservate nell’archivio del quotidiano, fatto di articoli, pagine e foto. Dopo tante vicissitudini — iniziate già all’indomani della chiusura del giornale, alla vigilia delle stragi Falcone e Borsellino — quell’archivio è stato salvato da uno straordinario gruppo di lavoro della Biblioteca centrale della Regione Siciliana. L’indice delle “buste” della cronaca è oggi on line.
Fra quelle buste, conservate alla Biblioteca regionale, sono tornato a cercare le tracce e gli indizi degli assassini e dei complici ancora senza nome. Ne è nata una mostra, si intitola: “Cadaveri eccellenti. I delitti irrisolti di Palermo: nell’archivio del giornale L’Ora, tracce e indizi”. I delitti eccellenti di Palermo hanno segnato la storia del Paese. Perché quelle vittime sono il simbolo dell’Italia migliore: Mauro De Mauro, Pietro Scaglione, Peppino Impastato, Michele Reina, Piersanti Mattarella, Gaetano Costa, Paolo Giaccone, Nino Agostino e Giovanni Falcone. Morti senza ancora giustizia.
La mostra “ Cadaveri eccellenti” è un cantiere aperto all’interno della Biblioteca centrale della Regione Siciliana: su ognuno dei nove pannelli del percorso ci sono stralci di articoli, foto e poi appunti con i dati che emergono dalle più recenti carte giudiziarie, la conferma di quegli spunti raccolti tanti anni fa. Il giornalismo d’inchiesta del giornale L’Ora resta uno strumento prezioso per scavare ancora nei misteri di Palermo, quei cronisti insegnano la cura del dettaglio, la necessità di cercare sempre nuove fonti, diverse da quelli ufficiali, e ricordano che ancora oggi il giornalismo deve vivere di racconti sul campo, di curiosità, di analisi.
La mostra, allestita all’interno della Biblioteca “ Alberto Bombace” (corso Vittorio Emanuele 431), sarà inaugurata martedì 21 maggio con una tavola rotonda a cui prenderanno parte il prefetto di Palermo Antonella De Miro, il vice direttore de L’Ora Franco Nicastro e alcuni familiari delle vittime: Vincenzo Agostino, Giovanni Impastato e Antonio Scaglione. L’installazione sarà visitabile fino al 19 luglio, l’ingresso è libero.
La Repubblica Palermo, 17 maggio 2019

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