giovedì, luglio 05, 2018

“Oggi mi vergogno di essere italiano”: parla Pietro Bartolo, medico che salva i migranti a Lampedusa

Il dott. Pietro Bartòlo

di LARA TOMASETTA
TPI ha intervistato il medico di Lampedusa, che ha incontrato più di 250mila migranti e che oggi commenta l'operato del governo dopo il caso della nave Aquarius
“Sono stato orgoglioso di essere italiano, ero orgoglioso di essere italiano. Ma da quando si sono fatti gli accordi con la Libia, ho perduto questo orgoglio. Il popolo italiano è buono ma è stato plagiato, manipolato. È stato portato a reagire in questo modo, gli sono state dette un sacco di bugie”. A parlare è Pietro Bartolo, il medico dell’isola di Lampedusa il cui lavoro è stato raccontato nel documentario   

Fuocoammare”, di Gianfranco Rosi e nel libro “Lacrime di sale”, scritto con la giornalista Lidia Tilotta.  Pietro Bartolo ha soccorso migliaia di migranti, non ha mai fatto distinzioni quando si tratta di vite umane. La porta del suo studio è sempre aperta e anche durante l’intervista che ci ha concesso, Bartolo non ha avuto alcuna intenzione di sottrarre tempo ai suoi pazienti.
La Bbc parlava di lui nel 2016 come del medico che ha incontrato 250mila migranti. Oggi quel medico ha parole amare per i tempi che viviamo.
“Questo governo dovrà abituarsi a ricevere molte critiche, specie da chi ha un’anima, non si possono convincere gli altri paesi ad intervenire operando in questo modo”.
Bartolo si riferisce al caso Aquarius, la nave della Ong Medici Senza Frontiere, con 629 migranti a bordo, alla quale non è stato concesso di attraccare in un porto italiano.
“Per risolvere il fenomeno dell’immigrazione bisogna farlo nelle sedi opportune e far valere le cose giuste, tutti devono partecipare. Ma non ho condiviso per nulla la scelta di non far attraccare Aquarius nei nostri porti. Parliamo di esseri umani che hanno subito molte sofferenze. Fare il braccio di ferro con gli altri paesi in questo modo non è opportuno”.
Cosa accadrà quest’estate?
Il mare è pericoloso, è crudele. É bello e straordinario, ma al momento opportuno sa essere crudele. Queste persone non dovrebbero mettere nemmeno un piede in mare e invece si trovano costrette ad affrontare tutto questo.
(Ndr: Pietro Bartolo da bambino ha rischiato anche di morire annegato, come racconta nel suo libro “Lacrime di sale”).
Vedo mari differenti, come ci sono in Europa, e purtroppo anche in Italia adesso. Mari accoglienti e non. La stessa Italia che nel passato ha fatto tanto, fino al 2011, (dal 1991 con l’operazione Mare Nostrum da Lampedusa) non ha mai creato un muro o un filo spinato. Ha fatto onore all’umanità intera. Ma oggi è diverso.
Gli italiani si sono incattiviti?
No, è un popolo di brava gente ma che è stato cattivamente informato, gli hanno detto un sacco di bugie: che i migranti portano le malattie, che rubano il lavoro, che prendo 35 euro al giorno; tutte queste maldicenze creano paure. È diventata una guerra tra i poveri.
Cosa pensa della gestione dei migranti in Italia?
Io dico sempre che siamo campioni del mondo in accoglienza, ma per quanto riguarda la gestione facciamo pena. E quando il ministro Salvini dice “adesso è finita la pacchia”, ma quale pacchia è?
Quella di andare a lavorare nei campi come schiavi a 2 euro l’ora? Quella di andare a vivere sotto i ponti? La pacchia deve finire per chi si è arricchito sulla pelle di questa povera gente. Salvini quelli deve andare a scovare, quelli che si prendono i soldi sulla pelle di queste persone.
Hanno fatto capire che c’è l’invasione, che dobbiamo avere paura. Ma chi ci va a raccogliere le patate? Chi va nelle serre? Perché non provano a conoscerli?
Sono persone dolcissime, straordinarie. Qualche giorno fa ho medicato 4 donne incinte trasportate da una nave militare che ha soccorso Aquarius. Erano povere donne distrutte dopo quello che hanno passato, ma erano sorridenti. Sono persone migliori di noi perché non si lamentano mai e ringraziano sempre.
Vedono l’Italia come un paese accogliente che con tutte le difficoltà che ha, e i problemi interni, è sempre accogliente.
Lei ha incontrato moltissimi migranti, moltissime vite. Ci parli di loro.
È gente umile, che anche se ha una laurea e potrebbe fare altro, non chiede il nostro lavoro. Vorrebbe solo lavorare con dignità. Sulle spalle hanno la sofferenza, hanno da mantenere le proprie famiglie, quelle che sono rimaste nel loro paese. E hanno da pagare anche il debito che hanno contratto con gli scafisti.
Debiti a vita, se non lo fanno li ammazzano. Ecco perché sono costretti a prostituirsi, a rubare. Se non gli diamo la possibilità di integrarsi, è ovvio, non giustifico, ma dobbiamo anche chiederci perché certe cose accadono.
Salvini ha parlato di vittoria quando la Spagna si è proposta di accogliere Aquarius…
Certo, siamo stati bravi a ridurre gli sbarchi del 70 per cento, come siamo stati bravi a far morire la gente in Libia andando a fare accordi con i delinquenti, siamo pure molto orgogliosi. È veramente vergognoso. Hanno fatto una campagna elettorale basata sull’odio, ci hanno vinto le elezioni. Per tutti è stato un cavallo di battaglia. Come se tutti i problemi dell’Italia fossero gli immigrati.
Spero che prima o poi gli uomini di governo smettano di stare in campagna elettorale. Sono stati investiti di una responsabilità e devono sentire questa responsabilità. Poi spero ci sia una parte buona anche in loro, ne sono certo. Quando cominceranno a capire e a toccare con mano le sofferenze di queste persone, lì si renderanno conto dell’impossibilità di fare quello che hanno detto e dovranno comunicare ad affrontare questo fenomeno, che è un fenomeno che non finirà.
A meno che non li faremo morire tutti, ma non credo sia questo l’obiettivo. 

Da: www.tpi.it, 19 giugno 2018

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