giovedì, aprile 19, 2018

Domenica 22 aprile 2018: Giornata della terra


Fr. GIOVANNI CALCARA
La celebrazione della “Giornata della terra” fatta propria dalla CEI (uff. naz. problemi   sociali e del lavoro, giustizia e pace) e promossa dal MCMC (Movimento Cattolico Mondiale per il Clima) e della Conferenza Europea della Commissione giustizia e pace ci offre l’occasione di poter riflettere su tutte quelle tematiche che, la “Laudato sì” dal 24 maggio 2015, data della sua pubblicazione, pone alla coscienza di ogni uomo sul futuro   della “casa comune”. Per ascoltare il grido della terra e dei poveri che la abitano, e a
metterci noi stessi in comunione con essa.

Si   tratta   di   scelte   non   più   rinviabili   circa   l’utilizzo   delle   risorse   non rinnovabili, le materie e i mezzi che utilizziamo per mangiare, riscaldarci, muoverci che necessitano di una radicale conversione a considerare come non siamo “padroni, ma custodi” del creato. Si tratta quindi, non solo di “mantenere in vita”, ma di “consegnare” alle generazioni future quanto Dio ha messo a nostra disposizione.
Come insegna  papa Francesco: “Dio perdona sempre, noi alle volte, la natura mai!”. Anche papa Benedetto XVI, ricordava come bisogna curare oltre alla “ecologia della natura” anche quella “spirituale”, se si vuole vivere la dimensione umana e spirituale della nostra esistenza e della nostra fede.
Difendiamo “a ogni costo”: la vita, l’aria, l’acqua, il cibo, le nostre montagne, i nostri alberi, i fiori, il mare, le spiagge. Tutto è “sacro” se “serve” alla vita e al futuro dell’uomo!
Sappiamo come per noi meridionali, sia importante il concetto della “terra” che, mantiene dei “riflessi biblici”. La terra è: “sacra” perché ereditata, “mi appartiene”   perché   è   frutto   del   lavoro   e   del   sudore   dei   miei   avi,   “va salvaguardata” perché da essa si traggo il necessario per la sussistenza.Tutti concetti condivisibili ma, che non giustificano in nessun modo, il concetto distorto di “robba” di pirandelliana memoria. Le difficoltà con cui
lo Stato riesce ad entrare in possesso di beni sequestrati, perché di illecita provenienza, per metterli a disposizione della società civile; la distruzione di beni e fabbricati da parte di chi si ritiene defraudato del loro uso, perché nessuno   ne   possa   usufruire;   il   barbaro   attentato   dell’autobomba   del   9 aprile scorso che a Limbadi ha fatto saltare in aria il biologo Matteo Vinci a motivo   “di   questioni   legate   alla   terra...”   sono   chiara   manifestazione   di come questa Giornata, possa davvero, costituire innanzitutto per le nostre Comunità Ecclesiali e per la Società Civile un’occasione da non “sprecare”,
perché forte è l’esigenza di risalita all’essenzialità.
Iniziative come queste sono da “condividere e diffondere” per “contagiare e conquistare” ad una “causa giusta”, come quella della “Terra” che è madre e,   come   tale   va   amata,   rispettata,   preservata   da   tutti.   Nessuno   si   può quindi, considerare “non interessato...”.
La   nostra   credibilità,   di   credenti,   passa   attraverso   le   scelte   quotidiane, come richiama papa Francesco nella  recente Esortazione Apostolica sulla chiamata alla Santità nel mondo contemporaneo “Gaudete et Exsultate”. La santità quindi, passa non attraverso “gesti eroici”, ma nella “mediocrità” della   vita   quotidiana   che,   diventa   “significativa”,   se   motivata   da   “scelte fondamentali” che diventano la premessa per “trasformare e trasfigurare” ogni “piccolo gesto” in “scelta di vita”.
Fr. Giovanni Calcara, o.p.
Convento San Domenico – Soriano Calabro

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