sabato, settembre 23, 2017

Palermo! Palermo cara!

Fa riflettere questo articolo di Francesco Massaro, pubblicato sul Giornale di Sicilia di ieri e ripubblicato sul suo profilo Facebook (da dove lo "rubiamo"). Lo proponiamo ai lettori di Palermo, Messina, Trapani e... Corleone. Si, anche ai lettori di Corleone, proponendo un giochetto: leggiamolo, sostituendo al nome Palermo il nome di Corleone. E vediamo l'effetto che fà... (dp)
FRANCESCO MASSARO
"Ogni tanto stento a riconoscervi, dico sul serio. Stiamo tutto il giorno su Facebook a lamentarci di Palermo e dei palermitani, dell'inciviltà e del decoro che non c'è, della città sporca e dei servizi che mancano, del Palermosauro come unità di misura di tutto ciò che ci infastidisce e che odiamo, ah se solo avessimo la possibilità o il coraggio di andare a vivere da qualche altra parte. Questo andiamo scrivendo, e guai a chi osa contraddire le nostre asserzioni da uomini/donne di mondo che di Palermo conosciamo il visibile e, soprattutto, l'invisibile.

E poi che succede in un giorno di un settembre qualsiasi? Che ci offendiamo perché a Trento, durante il contraddittorio con un avvocato, a un giudice scappa un apprezzamento sulla civiltà trentina e la presunta inciviltà palermitana. E che fu. Indignazioni, interrogazioni, tripli salti carpiati, il ricorso al Csm - addirittura! - affinché l'onta non passi inosservata. Di più. Venga lavata col sangue da un vendicatore mascherato Braveheart style.
Nessuno può negare che la frase del giudice ("avvocato qui siamo in un posto civile, mica a Palermo") sia drammaticamente infelice - soprattutto per il ruolo di chi l'ha pronunciata. Né, al contempo, si può sostenere che il risentimento dell'avvocato Stefano Giordano sia campato in aria. Anzi. Chiunque, sul momento, avrebbe avuto il diritto di sentirsi offeso e forse ferito. Ma chi di noi, siamo onesti, non maledice ogni giorno l'inciviltà dei nostri concittadini e anela a una vita bucolica per i campi del Trentino a inseguire farfalle col retino, respirare aria pulita (in ogni senso), mangiare canederli e bere latte appena munto, come nelle favole che leggevamo da bambini?
Abbiamo, noi palermitani, questo formidabile doppiopesismo. Ci arroghiamo il diritto di parlar male della nostra città e di noi stessi salvo poi mettere il broncio se a dire le stesse cose è un forestiero occasionale. Ma con quale diritto? Monello, chi sei tu per offenderci? Chi sei tu per dire ciò che solo noi abbiamo il diritto di pensare e di dire.
Improvvisamente ci svegliamo dall'incantesimo e ci riscopriamo innamorati della nostra terra e delle nostre origini, saremmo pure capaci di difendere a spada tratta i cumuli di rifiuti che puntellano le nostre passeggiate quotidiane, di riabilitare i posteggiatori abusivi che ci chiedono il pizzo, perfino di chiudere un occhio sui sintomi di mafiosità da cui siamo eventualmente affetti. Palermo? La città più bella e vivibile al mondo. I suoi peccati? Veniali. Perché i panni sporchi, come nelle migliori tradizioni figli di una cultura troglodita, si lavano sempre in famiglia.
Per chiudere, sommessamente. Che ne pensate di riservare l'implacabile mannaia del Csm a cose più serie?"
(Pubblicato sul Giornale di Sicilia del 22.09.2017)

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