domenica, settembre 17, 2017

A Corleone l'integrazione praticata prima che teorizzata

PATRIZIA GARIFFO
Mi fa piacere condividere con tutti i miei amici di Fb ed, in particolare, con i ragazzi del mitico Liceo Classico “Guido Baccelli” di Corleone questo messaggio che mi ha scritto la Prof.ssa Marcianti qualche giorno fa.
Ringrazio lei per queste bellissime parole e per i ricordi che ha riportato alla luce, tutti i ragazzi e i professori che hanno condiviso con me quei 5 anni unici e speciali e, naturalmente, i miei genitori e mia sorella...anche se non è citata ma lei c'è comunque
********
(Benedetta Marcianti) “Ho pianto per la lettura del suo romanzo come ho pianto anni fa per la lettura del suo tema agli esami di maturità: quella sintesi perfetta di contenuto e forma. Ero la commissaria interna e noi del liceo Baccelli di Corleone eravamo abbinati a 2 sezioni di un liceo di Palermo: fra i 75 compiti dei candidati solo il suo tema è stato segnalato al ministero della P.I. come il migliore e non è stato certo un caso. Ricordo purtroppo solo alcuni passaggi di quel compito, frutto di quella mano che faceva scivolare la penna, con un’armonia tutta sua, sul foglio bianco! D’altronde l’esperienza scolastica di Patrizia è tutta da ricordare. La scuola le ha dato tanto ma sicuramente meno di quanto abbia ricevuto da lei. C’è una parola che oggi è di moda citare nei rapporti sociali di ogni tipo: integrazione. La nostra scuola è stata antesignana in ciò: la sua era una classe di 23 alunni + un tesoro.
Non ha mai goduto di un privilegio, i suoi compagni e tutti gli alunni della scuola hanno avuto sempre un rapporto paritario con lei che già allora era una leader, ironica ed autoironica. Da rappresentante di classe partecipava a tutte le riunioni senza peli sulla lingua e senza sconti per nessuno. Il preside Giordano quando sentiva dalla presidenza il rumore della sedia di Patrizia sbiancava perché lei era sempre pronta a reclamare a nome dei suoi compagni. Le barriere architettoniche non ci hanno mai fermato: i suoi compagni la portavano ovunque. Andavamo con lei alle rappresentazioni classiche di Siracusa ma anche ai viaggi d’istruzione in Italia e all’estero; ne ricordo due, uno a Vienna ed uno a Barcellona. Anche fuori dall’Italia si incontravano alunni disabili in gita ma viaggiavano su pullman separati dagli altri. Patrizia ha viaggiato sempre con i suoi compagni anche se accompagnata dai genitori che l’accudivano solo di notte. Eravamo tutti così sincronizzati che in tre minuti, tra un passaggio e l’altro dei tram di città, scendevamo tutti dal pullman, Patrizia compresa. E ricevevamo sempre i complimenti dagli albergatori e dagli autisti. Uno di questi, in particolare, un certo Giorgio della compagnia Malatesta di Rimini, di ritorno da Vienna, all’ultima fermata in un autogrill, prima dell’aeroporto di Bologna ci ha fatto trovare sul pullman un gigantesco uovo di Pasqua per gli alunni ma la sorpresa all’interno dello stesso voleva che fosse per Patrizia. Un pensiero gentilissimo soprattutto perché di solito sono gli alunni ad offrire qualcosa all’autista ma questo, diceva, era il suo modo per ringraziarci della bella esperienza vissuta con noi. Certo, qualche battaglia con le istituzioni l’abbiamo fatta ed in primis la mamma di Patrizia: solo il primo giorno degli scritti dell’esame di maturità, Patrizia è salita al primo piano della scuola, in aula magna, con l’ascensore. In ritardo di 5 anni ma è stata lo stesso una conquista. In fondo è pur vero, l’ho ripetuto anche in altre occasioni, che le barriere architettoniche più difficili da rimuovere sono quelle mentali!”
Prof. Benedetta Marcianti

Nessun commento: