mercoledì, agosto 02, 2017

La tratta delle minorenni nigeriane funziona!

NINO ROCCA
Nel corso dell’anno 2013 sbarcano a Lampedusa  434 ragazze nigeriane per essere immesse nel mercato della prostituzione. La mafia nigeriana vuole portare “carne fresca”  per fare concorrenza al mercato del sesso delle rumene e delle slave! Le ragazze tradotte a Palermo vengono affidate alle comunità per minori da cui dopo qualche mese fuggono, richiamate dal dovere e dal giuramento fatto attraverso il voodoo, per consegnarsi nelle mani delle maman che le hanno comprate! Le maman le chiamano al telefonino e sollecitano la loro fuga, e le ragazze prontamente obbediscono!! Nel corso dell’anno 2015 il numero delle ragazze schizza a 5500!! In due anni il numero delle ragazzine avviate nel business del sesso si decuplica. L’affare funziona!

  A venti euro la prestazione, la concorrenza è assicurata.
Nel 2016 si registra, sino ad ottobre, un raddoppio degli sbarchi delle ragazze minorenni nigeriane: 11406 !!
Il business della tratta a sfondo sessuale è diventato un grande affare.
Eppure le ragazzine appena sbarcate vengono identificate una per una e poi affidate alle comunità per minori accreditate, cioè che rispondono ai requisiti previsti dai protocolli.
Lo psicologo, l’educatrice, l’assistente sociale tutte figure che si alternano nel corso delle 24 h per dare una protezione alle ragazze e offrire loro un rifugio sicuro e una possibilità di riabilitarsi dopo l’orrenda avventura che da Benin City le ha condotte, attraverso il Niger  prima a Lampedusa e poi a Palermo!
Perché nonostante uno staff preposto a questo compito, le ragazze non si aprono e assumendo un atteggiamento di diffidenza e di estraneità poi fuggono?
Il motivo di ciò lo abbiamo sperimentato accostando le donne di Benin City, ex vittime di tratta, alle ragazze nigeriane di alcune comunità.
Cosa è successo e continua a succedere nell’esperimento che noi stiamo verificando da mesi?
Le ragazze nigeriane interessate, incuriosite, allettate dalla presenza di donne della loro stessa città cominciano a parlare nella loro lingua e il dialogo si fa subito fluente e partecipato emotivamente.
Ad uno di questi incontri io stesso, che avevo accompagnato le donne nigeriane, cominciai ad osservare come il volto e le espressioni delle ragazze si fecero sempre più attente, alcune sorridevano altre manifestavano preoccupazione e a volte dai loro occhi sgorgavano lacrime che solcavano il loro viso, poi una delle donne prese la decisione di parlare con i loro genitori a Benin City e così con una scheda prepagata, cominciarono a mettersi in contatto, parlarono le stesse ragazze con i loro genitori e poi le donne , il dialogo fluente e intenso fu costretto ad interrompersi dopo due ore che sembrava fosse volato, le ragazze rattristate dalla partenza delle donne vollero che loro ritornassero perché a loro avevano aperto il loro cuore!
Le donne, nella strada di ritorno mi raccontarono quanto le stesse ragazze avessero loro confidato, dal momento che il colloquio si era svolto dal primo momento nella lingua di Benin.
Mi resi conto subito che le ragazze avevano affidato alle donne i loro stessi segreti e le più intime preoccupazioni, alcune di loro avevano deciso che sarebbero fuggite non vedendo alcuna prospettiva alternativa alla loro consegna alle maman, altre erano disperate e forse anche loro avrebbero seguite le loro compagne.
Le maman infatti avevano cominciato a tempestarle di messaggi e i loro stessi genitori da Benin ricordavano loro che avevano giurato nella cerimonia del voodoo prima di partire e che loro stessi erano stati più volte minacciati!!!
Nessuna di loro aveva confidato il loro dramma alle figure preposte dai protocolli che erano all’oscuro dei loro stessi progetti.
Le uniche che avevano aperto loro dei nuovi orizzonti, delle possibili alternative erano state le donne di Benin City che avevano loro mostrato che le capivano e che ci sarebbe potuto essere una alternativa al loro nefasto progetto della fuga!!!
E’ così che stanno le cose! Le figure che potrebbero convincere le ragazze ed evitare la fuga, che potrebbero essere interfacciate alle figure professionali, non vengono considerate nel loro insostituibile ruolo, esse sono utilizzate tutt’al più come mediatrici linguistiche dando alle tradizionali figure professionali il compito di dialogare, ma il dialogo il più delle volte non c’è !!!
Dal momento in cui le ragazze si consegnano alle maman le possibilità di recuperarle sono difficilissime tenendo conto del fatto che una volta entrate nel giro sono guardate a vista anche per strada!
Le unità di strada, i camper anti-tratta hanno ben poche possibilità di strappare dalla strada le ragazze esse sono prigioniere dell’organizzazione che lascia pochi spazi al dialogo e alla fuga!
Ancora una volta ha vinto mafia nigeriana!!

Nino Rocca
operatore sociale - Palermo

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