martedì, agosto 01, 2017

Anna Bucca, presidente del Cepes: "Nicola..."

Anna Bucca, presidente del Cepes
Il discorso commemorativo pronunciato stamattina da Anna Bucca a Palermo, nei locali della Camera del lavoro, per ricordare Nicola Cipolla  
Non è semplice essere qui oggi a ricordare Nicola Cipolla, che ci ha lasciato solo due giorni fa. Non è semplice perchè non è mai semplice dare l'addio a una persona cara, carissima, indipendentemente dalla sua età, e quella di Nicola, quel patrimonio dei suoi 95 anni vissuti intensamente e con passione politica, è di tutto  rispetto. Non lo è perchè forse tutti avevamo cominciato ad abituarci all'idea che fosse quasi una creatura immortale, dopo che lo avevamo visto reagire con vigore a due rotture di femore, già ultranovantenne, e a qualche altro antipatico acciacco.

Non lo è perchè Nicola era sempre in movimento, al lavoro e alla lotta – lo possiamo dire a voce alta-, sempre instancabile nel progettare seminari e convegni, articoli e libri (ancora fino al mese scorso partecipava al direttivo del Cepes e lavorava a due pubblicazioni), instancabile nel rilanciare confronti e discussioni a sinistra, nel ribadire con la sua consueta cocciutaggine la necessità di riflettere collettivamente e fare di più su tante cose, dalle energie rinnovabili alla conversione ecologica, ai cambiamenti climatici, dalla smilitarizzazione del territorio alla riutilizzazione a fini civili dell'aeroporto militare di Sigonella, dalla centralità del  Mediterraneo  alla dismissione del Muos di Niscemi.

Ma non è facile forse anche perchè questo luogo da cui oggi lo salutiamo, il sindacato, casa sua, che lo aveva visto protagonista nei suoi anni di militanza giovanile e più matura e che aveva ospitato 5 anni fa la celebrazione pubblica dei suoi 90 anni, avrebbe dovuto accogliere lo scorso mese un incontro di Nicola con il direttivo della Camera del Lavoro, un'occasione per celebrare simbolicamente la donazione alla CGL di Palermo di parte consistente del suo archivio e dell'archivio del Cepes, un patrimonio di  memoria e di riflessioni sull'economia, sulla politica, sulla società.
Non avevamo più potuto organizzare l'incontro a luglio, anche per le non ottime condizioni di salute di Nicola, e avevamo rimandato il tutto a settembre. Troppo tardi.

Non si può fare un ritratto esaustivo di Nicola  in pochi minuti, non gli renderebbe giustizia.


Nicola è stato, ha fatto e ha rappresentato molte cose: sindacalista, protagonista negli anni 50 delle lotte per la terra insieme a Pio La Torre, e con lui ideatore negli anni 80 del Cepes, associazione rosso-verde diretta con passione per 35 anni.
Parlamentare regionale, senatore e eurodeputato, uomo di sinistra.
Militante in mezzo alla gente, sempre in prima fila nelle battaglie per la smilitarizzazione, per l'acqua pubblica, l'ambiente e i beni comuni, la difesa dei diritti dei più deboli e la tutela dei valori della costituzione.
Attento e curioso osservatore dei fenomeni sociali economici e politici, e  - pur nelle spigolosità del suo carattere -  sincero interlocutore dei compagni e delle compagne più giovani, punto di riferimento per la formazione politica di chi ha attraversato e permeato, a Genova, a Firenze e in giro per il mondo, il movimento di milioni di persone che  chiedevano globalizzazione  dei diritti e  un mondo diverso, possibile e necessario.

L'ho detto e scritto altre volte, voglio ripeterlo anche in questa occasione.
Se penso a lui e cerco di sintetizzarlo in poche immagini, me ne vengono in mente due.
La prima:
Nicola a Genova durante le manifestazioni contro il G8, il 20 luglio 2001, su un passaggio sopraelevato, a guardare sfilare sotto il corteo dei disobbedienti che partiva dal Carlini, con gli scontri già in atto: testardo come sempre, non aveva nessuna intenzione di spostarsi da lì. E credo che se non avesse avuto 79 anni e un'andatura già incerta, sarebbe anche sceso a sostenere i manifestanti.
La seconda: Nicola incontrato nell'ottobre 2004 all'aeroporto di Londra. Entrambi diretti agli incontri del Forum Sociale Europeo, io insieme a compagni e compagne di movimento, lui al braccio delle sue nipoti, fiero di essere al contempo nonno e guida politica.

Questo è per me, per molti, Nicola.
Piedi ben piantati in quella stessa terra che aveva difeso negli anni '50 e sguardo rivolto al futuro.  La terra e la libertà.
Capacità di guardare lontano politicamente, nella dimensione pubblica, e profondo affetto e attaccamento verso la sua famiglia, nella dimensione privata.



E' ai suoi familiari, ai figli Giuseppe, Gaetano e Ettore, alle nipoti e ai nipoti da lui adorati, che voglio porgere il mio più affettuoso e sincero abbraccio. Tutti noi oggi perdiamo un riferimento importante, ma nella quotidianità del vivere a loro verrà meno una  parte ancora più grande. Anche se faremo di tutto per onorarne la memoria attraverso le forme che lui avrebbe amato e su cui ci aveva già fatto prendere diversi impegni: la riflessione e la pratica, i convegni da organizzare e l'azione politica, la memoria storica da preservare e attualizzare.

Ma Nicola credo sia stato anche, forse sopratutto, un uomo di profonda e radicata cultura. Instancabile lettore, appassionato di pittura, non so onestamente se amasse la poesia. Però vorrei salutarlo proprio con dei versi, nella speranza che li possa comunque apprezzare.
Sono parole note di Nazim Hikmet, poeta e drammaturgo turco, comunista come Nicola.

            “La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio come fa lo scoiattolo,
ad esempio, senza aspettarti nulla dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
            La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro,
ad esempio, le mani legate o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo che nulla è più bello,
più povero della vita.
            La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio ma sul serio a tal punto
che a settantanni, ad esempio, pianterai degli ulivi,
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte, pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.”


Palermo, 1 agosto 2017

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