martedì, febbraio 21, 2017

Messina Denaro, i boss hanno paura delle microspie. Summit dentro una cella frigorifero

Boss in frigo...















di SALVO PALAZZOLO
"Operazione Freezer". Blitz di polizia e Dia ad Alcamo, scattano sei arresti. Il capomandamento è un medico già condannato per mafia, diceva: "Io mezza provincia di Trapani comando" “Operazione Freezer”, l’hanno ribattezzata. Ovvero, quando la realtà supera la più fervida fantasia degli sceneggiatori delle fiction antimafia. I fedelissimi del superlatitante Matteo Messina Denaro si riunivano nella cella frigorifero di un fruttivendolo di Alcamo per discutere delle questioni più delicate. Summit veloci, naturalmente. Sette, dieci minuti al massimo. Con tanto di giacche e cappotti anche in primavera. Al fresco pensavano di essere al sicuro da microspie e telecamere. E, invece, no. I poliziotti della squadra mobile di Trapani, diretti da Fabrizio Mustaro, sono riusciti a trasformare la cella frigorifero dei summit nel “confessionale” del Grande fratello. E un altro blitz è scattato, coordinato dalla procuratrice aggiunta di Palermo Teresa Principato e dai sostituti Carlo Marzella e Gianluca De Leo.

Il nuovo capo del mandamento mafioso di Alcamo è una vecchia conoscenza della direzione distrettuale antimafia diretta da Francesco Lo Voi: si tratta di Ignazio Melodia,
 u dutturi, di nome e di fatto, ex medico dell’ufficio d’igiene della cittadina trapanese, rimasto in carcere dal 2002 al 2012, i pentiti dicono che fu Matteo Messina Denaro in persona a tenerlo a battesimo per la punciuta. Non appena scarcerato, Melodia è tornato a ricoprire il massimo incarico sul territorio. In Cosa nostra, nessuno aveva dubbi: suo padre Cola, suo zio Diego e il fratello Antonino sono rimasti coinvolti anche loro in storie di mafia. Un affare di famiglia, insomma. Con il medico boss sono state arrestate altre cinque persone. E' un'indagine complessa, questa. "Ancora una volta - dice il questore di Trapani, Maurizio Agricola - è emersa la pervicace condotta mafiosa volta a condizionare il tessuto economico nonché a tentare di inflluenzare le locali realtà politico-amministrative, condotta resa ancora più pericolosa dalla levatura criminale dei personaggi coinvolti".
Nell'ambito delle indagini sul mandamento mafioso di Alcamo, il centro Dia di Trapani, coordinato dal tenente colonnello Rocco Lopane, ha invece svelato i retroscena di un’estorsione commessa da Ignazio Melodia, incastrato ancora una volta dalle intercettazioni. E' stato un imprenditore a registrarlo di nascosto col telefonino mentre recitava il monologo del padrino: «Io mezza provincia di Trapani comando». Avevano ragione i mafiosi più vicini al superlatitante ad essere ossessionati da microspie e telecamere. Le intercettazioni hanno detto anche altro, il medico boss si è impegnato nella campagna elettorale per le ultime elezioni comunali ad Alcamo, tenute l’anno scorso.
 Questa indagine è davvero una fotografia chiarissima della nuova (vecchia) mafia siciliana. E, intanto, continua la caccia a Matteo Messina Denaro, ormai latitante dal 1993. Questa notte, sono state fatte diverse perquisizioni fra Alcamo, Castellammare e Castelvetrano. Ma lui resta ancora un fantasma. E’ l’unico che non cade nella rete delle intercettazioni. Forse, sospettano gli inquirenti, perché non è più in Sicilia ormai da tempo.


La Repubblica Palermo, 21 febbr 2017

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