venerdì, ottobre 28, 2016

La festa della Palermo Arabo-normanna: Mattarella alla cerimonia Unesco

Un momento della cerimonia davanti alazzo dei Normanni

PALERMO.  Un percorso tra i gioielli dell'arte arabo-normanna, riconosciuti dall'Unesco come Patrimonio dell'umanità. Un ponte, fatto di storia e cultura, che unisce Palermo, Monreale e Cefalù. A distanza di poco più di un anno dalla nomina,  stamattina si è svolta la cerimonia ufficiale di intitolazione, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una targa è stata apposta dinanzi all’ingresso dei nove monumenti che compongono il percorso. A Palermo, Palazzo Reale e Cappella Palatina, la Cattedrale, Chiesa di San Giovanni degli Eremiti e Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, Palazzo della Zisa, Chiesa di San Cataldo, Ponte dell’Ammiraglio; quindi, Cattedrale di Monreale, Cattedrale di Cefalù.

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CROCETTA
Signor Presidente,

La ringrazio per l'attenzione che rivolge alla nostra terra.
Una terra per quale, Ella, si è sempre battuto per portare i valori di libertà, di convivenza democratica, di trasparenza e lotta all'illegalità, di valorizzazione dell'immensa bellezza, della sua natura  e del suo patrimonio culturale.
Il riconoscimento da parte dell'Unesco dell'itinerario Arabo – Normanno, non è solo un attestato della Comunità Internazionale al valore artistico e monumentale delle città siciliane e dei nostri beni culturali, rappresenta il riconoscimento di una grande storia e della civiltà umana che ha coinvolto la nostra terra.
La nostra Isola, per millenni, è stata il crocevia naturale di incontri tra i popoli, tra culture e religioni differenti, dando vita in Sicilia ad un modello di confronto, di coesione, di convivenza solidale e pacifica tra i popoli, che ha abbattuto pregiudizi e intolleranze.
La magnificenza dei nostri beni culturali, l'intrecciarsi di linguaggi e culture diverse, all'interno delle testimonianze artistiche presenti in tutta l'isola, mostrano con chiarezza l'amore profondo di popoli che erano arrivati da dominatori e che invece, infine, sono divenuti abitanti pacifici dell'Isola. Greci, arabi, normanni hanno vissuto da siciliani.
L'immensa letteratura presente nei nostri archivi, è testimonianza viva e pungente di tale innamoramento.
Come non rimanere stupiti dalla traduzione dei poeti arabi siciliani realizzata dall'Amari, laddove un poeta arabo siciliano, in esilio dalla nostra terra scrive: “Come potrò io vivere lontano dalla mia patria”.
Quegli arabi, quei musulmani, si consideravano siciliani.
Il lavoro che dobbiamo fare oggi, tutti quanti, in Europa non solo in Sicilia, è quello di far sentire siciliani, italiani, europei, minoranze che hanno scelto di vivere nel  nostro continente, e noi abbiamo scelto di accogliere.

Signor Presidente, ci impegniamo di fronte a Lei, che rappresenta l'unità della Nazione, per sviluppare in Sicilia quella cultura di dialogo e confronto, che è coerente coi nostri valori europei e cristiani.
Episodi come quello accaduto l'altro giorno in un paesino d'Italia, laddove è stata rifiutata l'accoglienza a 11 donne e 8 bambini, noi confidiamo che non accadano mai in Sicilia, con l'impegno di tutti, quello dei cittadini che sono chiamati a fare propria la cultura del confronto, e quella delle istituzioni che dovono lavorare per l'ossequio della nostra Costituzione democratica e per il rispetto e l'attuazione della Carta dei diritti fondamentali dell'uomo
Il nostro dialetto, signor Presidente, come lei ben sa, sconosce la parola straniero, termine che noi mutuiamo dalla lingua italiana.
Noi consideriamo chiunque viva in Sicilia o che occasionalmente si trovi nella nostra Isola, non uno straniero, ma un cittadino, che in quanto tale, ha diritti e doveri.
Con questo spirito noi crediamo che possano essere abbattute violenza ed ostilità, che hanno alla base, diffidenze reciproche e integralismi contrapposti.
Grazie signor Presidente, per avere con la Sua presenza,  valorizzato il grande riconoscimento che l'Unesco ha espresso nei confronti della città di Palermo e della Sicilia.
Rosario Crocetta 

Nessun commento: