mercoledì, settembre 28, 2016

Firmato protocollo di legalità contro mafia dei pascoli. I terreni pubblici ai giovani

di GIUSEPPE LUMIA
Sono passati pochi mesi dall’attentato a Giuseppe Antoci. E’ ancora viva in noi la memoria di quel terribile giorno: il tentativo della mafia di uccidere il presidente del Parco dei Nebrodi, la capacità di reazione della scorta, l’intervento del dirigente della Polizia Daniele Manganaro. E’ presente in noi anche lo sdegno e la reazione positiva che si è scatenata nei Nebrodi, in Sicilia, in tutto il Paese. Proprio in quelle ore lanciai una sfida alla mafia dei pascoli: “è guerra e guerra sia”. In questi mesi si è lavorato con intensità e impegno e molti risultati già sono stati raggiunti in termini di repressione e di investimenti realizzati sul territorio. Ieri è stata raggiunta un’altra tappa importante da considerare un vero salto di qualità.
E’ stato adottato un Protocollo di Legalità “di nuova generazione” che interviene sull’intero territorio regionale siciliano, alla luce dell’esperienza maturata sui Nebrodi. La mafia dei pascoli, finalmente, non sarà più sottovalutata e potrà essere colpita in profondità, mentre i terreni pubblici potranno essere affidati ai giovani per creare lavoro e sviluppo.
Il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, insieme al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, aveva costruito un particolare modello di Protocollo di Legalità con la Prefettura di Messina, sperimentato nel meraviglioso territorio dei Nebrodi, grazie al quale si è avviato un’azione devastante per colpire al cuore e alla testa gli affari lucrosissimi di Cosa nostra. E’ stato coinvolto anche il territorio di Troina, in provincia di Enna, con la partecipazione del sindaco Fabio Venezia. Adesso, la sfida si alza di livello per raggiungere l’intero territorio regionale.
Al vertice, che si è tenuto presso la Prefettura di Palermo, convocati dal presidente Crocetta erano presenti tutti e nove i prefetti dell’Isola, i rappresentanti dei vertici siciliani di tutte le forze dell’ordine, i rappresentanti dell’Anci, il commissario dell’Esa Francesco Calanna, tutti i presidenti dei Parchi della Sicilia guidati da Giuseppe Antoci, l’assessore all’agricoltura Antonello Cracolici e l’assessore al territorio ed ambiente Maurizio Croce.
Proprio grazie a questo lavoro, che portiamo avanti da mesi, si era individuato nei mancati controlli sulle concessioni dei terreni pubblici l’avvio di una vera e proprio filiera della ricchezza in mano a Cosa nostra. Sui terreni demaniali, presi in affitto a pochi euro, la mafia lucrava una quantità di denaro che neanche il mercato della droga riusciva a generare. Una partita che solo in Sicilia vale circa 5 miliardi di euro, mentre sul piano nazionale raggiunge la vetta dei 50 miliardi.
Adesso con questo Protocollo le mafie non potranno agire indisturbate, giocando sul fatto che sotto la soglia dei 150 mila euro non si effettuavano i controlli.
In Sicilia abbiamo ben 40 mila ettari di demanio destinato a pascolo. Pensate quanta legalità e sviluppo potrebbero produrre a sostegno dei giovani qualificati proprio nel settore agricolo.
Dopo il terribile attentato ad Antoci si è agito su sei livelli:
  • Quello del controllo intelligente del territorio, utilizzando l’esperienza maturata dalla Polizia di Stato e coinvolgendo per le sue professionalità la Guardia di Finanza. L’Arma dei Carabinieri ha scelto di inviare degli uomini specializzati contro questo tipo di mafia, che agisce in territori impervi e nei boschi, i cosiddetti “cacciatori” che adesso sono stanziati anche in Sicilia, proprio come avviene in Calabria e in Sardegna;
  • La seconda azione è stata quella di colpire i mafiosi Comune per Comune, facendo i nomi e i cognomi. L’elenco è lungo. Lo trovate in diverse mieinterrogazioni parlamentari. Continueremo ad andare avanti e a indicarli con rigore e coraggio;
  • Il terzo livello è quello proprio del rapporto legalità e sviluppo nell’affidamento dei terreni demaniali. In questo settore si vincerà la sfida, perché l’antimafia che noi promuoviamo da anni è quella che produce fatti concreti non sono sul piano repressivo, ma anche su quello dello sviluppo;
  • Il quarto livello è quello di agire contro la mafia della filiera della carne collegata a quella dei pascoli. Il presidente Crocetta ha nominato una commissione regionale, guidata da Vincenzo Di Marco, che sta operando sulla provincia di Messina, con lo steso metodo utilizzato da Giuseppe Antoci nei Nebrodi e che potrà aprire un altro scenario inedito da colpire con mano severa per promuovere un settore dalle enormi potenzialità.
  • Un altro settore decisivo su cui si è iniziato a fare un buon lavoro è quello dei terreni dell’Esa, guidato da Francesco Calanna. Già molti terreni sono stati tolti dalle mani della mafia. Addirittura sono stati sventati dei tentativi di usucapione da parte dei boss con la complicità dei colletti bianchi che con la loro professionalità sostengono la mafia, in questo caso la mafia dei Bontempo Scavo. L’Esa è nato per mettere al servizio dei siciliani i terreni agricoli, così sta tornando ad essere e su questa strada dovrà continuare il suo cammino;
  • Il sesto è quello più specifico della legislazione, con la promozione di norme in grado di aumentare la pena per reati di truffa aggravata a danno delle risorse pubbliche regionali, nazionali ed europee e capace anche di destinare ai Parchi i terreni e le aziende agricole confiscati alle mafie, da prevedere in aumento vista l’azione repressiva e di aggressione ai patrimoni che siamo riusciti ad attivare nei territori.
Le prefetture, coordinate dalla dott.ssa De Miro, finalmente potranno passare al setaccio decine e decine di concessioni “anomale” e i boss mafiosi conosceranno una stagione repressiva senza precedenti che li colpirà nel vivo dei loro interessi.
Le persone oneste e i disoccupati potranno avanzare richieste e gestire loro stessi questa risorsa straordinaria, che può diventare una grande opportunità di crescita e di lavoro produttivo in un settore nevralgico dell’agricoltura e dello sviluppo sostenibile.

Giuseppe Lumia

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non so se il senatore Lumia leggerà.comune di Vizzini 3500 ettari demanio civico:comune Militello val di Catania 500 ettari:comune di bronte 5000 ettari:comune di Maletto 3000 ettari...in Sicilia circa 50000 ettari di demanio civico dono o abbandonati o occupati prepotentemente o concessi senza alcuna regola.é un settore sommerso e delicato.arch.Biagio Cutropia perito demaniale