venerdì, aprile 10, 2015

Sicurezza: i dipendenti del Palazzo di Giustizia di Palermo denunciano eccessi e carenze dei sistemi di sorveglianza

Il Palazzo di giustizia di Palermo
I dipendenti: “troppa esposizione al metal detector e uffici sguarniti” 
Palermo 10 aprile 2015 – “Ci dispiace non essere stati considerati: ma  pure  noi dipendenti del palazzo di Giustizia di Palermo da tempo denunciamo carenze ma anche eccessi, che subiamo  ogni giorno,  nel sistema di sicurezza del Tribunale”, dichiara Anna Maria Tirreno, rappresentante della segreteria Fp Cgil di Palermo, cancelliere dell’ufficio del giudice di Pace,  a proposito dell’assemblea di magistrati e avvocati in corso sul problema della sicurezza al palazzo di Giustizia, dopo i fatti di Milano.
   
    In particolare, i dipendenti, che sono 2mila tra impiegati, cancellieri operatori, assistenti giudiziari e  commessi,  chiedono di conoscere i potenziali effetti a lungo termine dell’esposizione ai metal detector dell’ingresso. “Per si tratta di un’esposizione quotidiana  continua e non sappiamo quanto questo sia collegabile a casi di tumore che stiamo riscontrando tra il personale. C’è anche il problema della salute che non va sottovalutato.  Qui in  tanti introduciamo panini o altri alimenti   per l’ora del pranzo e abbiamo chiesto varie volte di far passare il cibo in altro modo, assieme alle chiavi e ai piccoli oggetti,  per evitare contaminazioni. Ma non ce lo permettono    – dice Anna Maria Tirreno -  Il personale, piaccia o no, passa attraverso il sistema di sicurezza, si accolla queste esposizioni e  non sa se possano esistere relazioni dirette tra i casi di tumore e le radiazioni del metal detector o se sia un fatto del tutto casuale. Noi passiamo più volte al giorno rispetto agli avvocati, che hanno udienze  un paio di volte a settimana. Spesso funzionari, persone conosciute  o dipendenti di alto livello vengono fatti passare direttamente. Forse  sarebbe utile pensare per i dipendenti ad altre forme di controllo. Lo abbiamo chiesto varie volte durante le nostre contrattazioni sindacali. Ma un’indagine su quanto l’esposizione faccia male non è stata mai fatta”.
      Dall’ ”eccesso” del metal detector per i dipendenti alla mancanza di adeguati controlli in diversi luoghi di lavoro.  “Tutto si concentra all’ingresso. Non c’è una rete di controllo ulteriore – aggiunge Anna Maria Tirreno -  Forse nei corridoi  e negli spazi comuni  si può pensare di migliorare la sicurezza introducendo filtri ulteriori. Al di là dei rischi che corrono i magistrati anche i dipendenti temono per la loro sicurezza: ieri A  Milano per poco non è stato colpito anche il cancelliere che il giudice aveva al suo fianco”.
    Altro tema segnalato più volte è quello della sicurezza presso l’Ufficio del giudice di pace. “Manca  una vigilanza all’ingresso assicurata dalla figura di  un carabiniere o di un poliziotto, che funzionerebbero da deterrente per un ufficio completamente sguarnito, che ospita un pubblico di tutti i tipi - continua la rappresentante della Fp Cgil di Palermo - Il sabato all’ingresso ci sono solo un portiere e un cancelliere. Negli uffici si può introdurre chi vuole”.
    Nei prossimi giorni Cgil, Cisl e Uil promuoveranno a livello nazionale una iniziativa unitaria in tutti  i territori italiani per  mettere in evidenza i problemi di sicurezza del personale.  


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