giovedì, aprile 02, 2015

La lettera di Nicola Cipolla in onore di Cangelosi


Nicola Cipolla
Caro Paternostro,
avrei tanto voluto, accogliendo il tuo cortese invito, essere presente a Camporeale nell'anniversario dell'assassinio di Calogero Cangelosi.
Camporeale, ai margini della provincia di Trapani, sotto il tallone di una potente mafia liberale di Vanni Sacco, aveva partecipato debolmente al grande movimento di rinnovamento delle zone del feudo promosso dai Decreti Gullo del 19 ottobre 1944 che costituì la base di massa della grande vittoria elettorale del Blocco del Popolo del 20 aprile 1947. Incoraggiati   Calogero Cangelosi e i compagni che lo sostenevano presentarono una serie di domande di concessione di terre incolte e  chiesero l’intervento della Confederterra regionale che inviò sul posto il  membro socialista della segreteria, Michele Russo,  e un giovanissimo Pio La Torre alla prima esperienza  di lavoro sindacale. Alla vigilia del 18 aprile, contro  comunisti e socialisti, uniti  nel   Fronte Democratico Popolare, che volevano ripetere il successo su scala nazionale del Blocco del Popolo siciliano di una  anno prima, si scatenò una campagna intimidatoria con la scomunica e la mobilitazione della mafia e la scissione del Partito Socialista di Saragat che portò poi anche alla costituzione della UIL come scissione della CGIL.

In provincia di Palermo l’azione della mafia fu particolarmente violenta con l’assassinio di Epifanio Li Puma a Petralia ( 2 marzo 1948), di Placido Rizzotto (10  marzo 1948) a Corleone e, per completare il quadro di Calogero Cangelosi a Camporeale tutti e tre socialisti unitari che avevano respinto la scissione saragattiana. Alla notizia dell’assassinio di Cangelosi, così come avevo fatto a Petralia e a Corleone, quale segretario regionale della Confederterra mi recai personalmente ad organizzare la  grande manifestazione dei funerali con la partecipazione di tutti i Comuni della provincia di Palermo e Trapani e con la presenza, addirittura, di Pietro Nenni che in quel momento stava svolgendo la campagna elettorale in Sicilia. Mi dedicai all’organizzazione di Camporeale fino alle elezioni del 18 aprile e il 16 con l’ultimo comizio affrontammo, con i compagni di Cangelosi che avevano lottato malgrado le provocazioni di mafiosi mobilitati da Vanni Sacco, una vibrante chiusura della campagna elettorale.
Il voto del 18 aprile non fu favorevole al Fronte Democratico Popolare né su  scala nazionale né in Sicilia. Però il 18 aprile, sull’esempio di Calogero Cangelosi, Camporeale raddoppiò i voti di sinistra che aveva avuto l’anno prima nelle elezioni regionali.
Spero di potere venire in un’altra occasione per parlare di questi ricordi con i compagni eredi  di una tradizione così nobile come quella di Calogero Cangelosi.
Nicola Cipolla

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