domenica, marzo 01, 2015

L'allarme della Corte dei conti: "In Sicilia danno erariale da 39 milioni nel 2014"

Dato raddoppiato rispetto al 2013. Diminuiscono gli errori in campo sanitario. Riflettori accesi sui gettoni di presenza dei consiglieri. Corruzione alle stelle
"C'è un danno erariale che non si riesce mai a rifondere, provocato dagli errori della politica. Nel 2014 abbiamo avuto condanne per 39 milioni di euro, una cifra enorme, quasi il doppio dell'anno scorso". A denunciarlo la presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana, Luciana Savagnone, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario in corso allo Steri di Palermo. Tra gli episodi segnalati "c'è un pò di tutto - ha aggiunto - dai 5 milioni provocati dalla Formazione alla società che non ha riversato i biglietti per le aree archeologiche con un danno di 16 milioni di euro". Quanto alla sanità, gli errori in senso stretto hanno inciso meno rispetto agli anni precedenti: "Abbiamo verificato la presenza, più che di errori sanitari, di danni provocati dai medici che non hanno rispettato il tempo pieno o che si sono appropriati dei soldi che avrebbero dovuto riversare all'aziende per l'attività libero professionale non autorizzata svolta", ha concluso Savagnone.



"I disagi economici e sociali determinati dalla persistente congiuntura della Sicilia risultano aggravati da una gestione delle risorse pubbliche spesso non rispondente agli interessi della collettività. In tale contesto, assumono particolare rilievo le questioni attinenti i costi della politica, oggetto di molteplici indagini e di diverse citazioni", ha aggiunto il procuratore regionale facente funzioni della Corte dei Conti per la Sicilia, Giuseppe Aloisio, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2015 della Corte dei Conti sezione giurisdizionale per la Regione siciliana, allo Steri di Palermo. Aloisio ha citato casi come quello "del presidente del consiglio e della quasi totalità dei consiglieri dell'ex Provincia regionale di Catania, ai quali è stato contestato il danno complessivo di circa 450 mila euro per l'illegittima utilizzazione dei fondi assegnati per spese di missione e di funzionamento, ritenute non compatibili con le esigenze istituzionali dell'organo consiliare". O ancora i sette capigruppo dei gruppi parlamentari dell'Assemblea regionale siciliana "per l'illegittima utilizzazione dei fondi assegnati, non riconducibili agli scopi istituzionali del'Ars, con la contestazione di un danno erariale di un milione e 925 mila euro".

In Sicilia il fenomeno della corruzione e delle frodi, collegate in particolar modo ai finanziamenti pubblici, sono un "fattore di allarme sociale senza precedenti". A denunciarlo il procuratore regionale facente funzioni della Corte dei Conti per la Sicilia, Giuseppe Aloisio, parlando con i giornalisti, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2015 della Corte dei Conti sezione giurisdizionale per la Regione siciliana, al Palazzo Steri di Palermo. "I fenomeni corruttivi e le frodi nei finanziamenti pubblici - ha aggiunto - rappresentano indubbi fattori di un allarme sociale ineludibile e senza precedenti, anche per il rilevante danno d'immagine causato alla pubblica amministrazione per vicende corruttive".

A destare la preoccupazione dei giudici contabili anche la materia dei gettoni di presenza dei consiglieri e i rimborsi ai datori di lavoro dei componenti degli organi elettivi che sono stati oggetto di "molteplici istruttorie", come nel caso della citazione dei componenti di un consiglio comunale per aver "illegittimamente deliberato un ingiustificato aumento del gettone di presenza, pari al 417 per cento, per un totale di circa 650 mila euro". La Procura regionale della Corte dei conti li ha citati in giudizio.


Ci stiamo impegnando tutti i giorni per aumentare i controlli sull'amministrazione regionale e delle società partecipate. È necessaria la semplificazione della burocrazia e in questa direzione si stanno muovendo le nostre riforme. Stiamo lavorando per un dipartimento ad hoc che controlli la spesa pubblica. In finanziaria c'è una norma apposita. Sui mutui le hanno fatto tutte le regioni per sbloccare il pagamenti di fornitori. C'è una normativa europea che lo prevede". Lo dice Alessandro Baccei, assessore regionale all'Economia, commentando la relazione della Corte dei conti.


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