domenica, dicembre 28, 2014

I fratelli Cervi: il fascismo li assassinò, noi li ricordiamo come eroi

I sette fratelli Cervi trucidati dai fascisti
Cade oggi 28 dicembre il 71' anniversario della morte dei sette fratelli Cervi.
"L'estremo sacrificio dei sette fratelli Cervi e del loro compagno Quarto Camurri, consumato all'alba del 28 dicembre 1943 al poligono di Reggio Emilia, rappresenta uno spartiacque per la Resistenza reggiana dapprima scompaginato dalla cattura e dalla barbara uccisione di quella che era di fatto la sua punta avanzata, il movimento partigiano si riorganizza, facendo di quel martirio un simbolo per gli altri resistenti. Seguendo anche l'esempio dei Cervi, la Resistenza reggiana istituisce una stamperia clandestina, per diffondere messaggi e volantini d'informazione, di incitamento alla lotta, di speranza. Soltanto il 25 aprile del 1945,il giorno della Liberazione,


anche a Reggio Emilia, si potrà festeggiare, dopo tante sofferenze, la fine della guerra e l'inizio di una riconquistata libertà per la famiglia Cervi, la Liberazione è un momento di gioia, ma dal sapore diverso; dopo l'ennesima intimidazione dei fascisti alla famiglia, pur colpita già duramente dalla guerra, la madre Genoeffa Cocconi cede al dolore e si spegne nell'autunno del 1944, lasciando gli undici nipotini, le quattro vedove ed il vecchio Alcide. Per papà Cervi ed il resto della famiglia sarà possibile riavere le spoglie dei sette fratelli soltanto diversi mesi dopo il 25 aprile, per tributare loro le solenni esequie. Davanti alla folla silenziosa che si raduna a Campegine, il 25 ottobre 1945, per l'ultimo saluto ai fratelli Cervi, Alcide ha la forza di prendere la parola, per dire con commossa ma lucida saggezza: "Non chiedo vendetta, ma giustizia… Dopo un raccolto ne viene un altro. Andiamo avanti”.  
Guarderemo avanti Alcide, l’ideale vivrà per sempre nelle nostre teste, nel nostro cuore, nel nostro agire, proveremo sempre ad essere all’altezza di tutte quelle donne e di tutti quegli uomini caduti per renderci liberi in un Paese libero.

Nessun commento: