venerdì, dicembre 12, 2014

A Corleone il Premio di giornalismo “Giornale L’Ora”

La prima pagina del Giornale "L'Ora"
dell'ottobre 1958, dopo l'attentato
a colpi di bomba della mafia
Corleone 18 dicembre 2014 - complesso monumentale Sant’Agostino
Il giornale L’Ora è stato un quotidiano che ha segnato  un periodo storico estremamente importante per i lettori della città di Palermo e della sua provincia. Le pagine scritte dal quotidiano L’Ora rappresentano un punto fermo nella storia recente di questo Paese. Una storia non solo giornalistica ma anche – o forse soprattutto – civile. Perché l’Ora è stato il quotidiano capace d’inchiodare sulle sue pagine quella parola dalle cinque lettere, la parola mafia. Fondato in piena Belle Epoque dalla famiglia Florio industriali desiderosi di misurarsi con le grande aziende del nord Italia, l’Ora fa trasparire subito un respiro europeo, caratterizzato dalle collaborazioni con il parigino Le Matin, il Times di Londra e il New York Sun.
Agli inizi del secolo scorso, è stato diretto da illustri firme del giornalismo italiano ed è stato una palestra per molti giovani cronisti che, grazie all’esperienza fatta al L’Ora sono diventati autorevoli giornalisti.


A dirigerlo nel 1954 è arrivato Vittorio Nisticò, calabrese visionario, che trasforma il giornale in una fucina continua di cronisti di razza: Mario Farinella, Felice Chilanti, Mario Genco, Alberto Stabile, Giuliana Saladino, Kris Mancuso, Etrio Fidora, Francesco La Licata, Antonio Calabrò, Vincenzo Vasile, Franco Nicastro, Bianca Stancanelli, Sandra Rizza, Giuseppe Lo Bianco, sono solo alcuni dei ragazzi che ogni giorno affollano le stanze gonfie di fumo del palazzotto a tre piani tra piazza Ungheria e piazzetta Napoli.

Poi ci sono le firme che animano le pagine culturali: da Leonardo Sciascia a Renato Guttuso, da Salvatore Quasimodo a Michele Perriera e Salvo Licata, arrivando fino ad Andrea Camilleri che sull’Ora pubblicò “La Barca”, uno dei suoi primi racconti.

Camilleri  ricorda che L'Ora era l'unico quotidiano ad avere una "terza pagina" dedicata alla cultura degna di questo nome.

Negli anni sessanta e settanta il giornale seppe gestire un incessante attività critico-culturale che culminò nelle battaglie civili ingaggiate dai suoi giornalisti, nonostante le minacce e gli attentati della mafia che giunse ad assassinare tre suoi cronisti: Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato e Mauro De Mauro, quest'ultimo scomparso misteriosamente mentre stava lavorando ad un'indagine sul caso Mattei.
L’Ora è stato un giornale che tra mille sfumature ha reso giustizia alle vittime di Cosa Nostra collegando ad ogni crimine il nome di un carnefice. Scorrere le prime pagine del mitico quotidiano palermitano è come snocciolare il paradigma della recente storia italiana: la banda Giuliano, Portella della Ginestra, la mattanza di Cosa Nostra, gli omicidi di politici e magistrati. In Cosa Nostra però la mattanza è continua e la marea di cadaveri disseminati sull’asfalto palermitano tra fine anni ’70 e inizi anni ’80 non si placa: “Quanti ni murieru, quanti n’ammazzaru: L’Ora, morti e feriti” è il ritornello utilizzato dagli strilloni che vendono il giornale per strada. “La morte fa 100” è un celebre titolo di prima pagina, e i due zeri sono rappresentati dalla doppia canna di un fucile

Antimafia pura ecco cos’era il giornale L’Ora in quegli anni ed  ecco cos’è oggi Corleone una comunità che vuole scrollarsi di dosso un pesante lascito e rinascere nella più completa legalità.

Ecco perché è giusto legare alla  città di Corleone  il “Premio di Giornalismo Giornale L’Ora”.









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