venerdì, maggio 02, 2014

Lumia: "Oggi ho partecipato alla commemorazione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo..."


La Torre e Di Salvo assassinati il 30 aprile 1982

di Giuseppe Lumia
Oggi ho partecipato alla commemorazione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo ed in tarda mattinata sono intervenuto al Senato per chiedere al Parlamento, proprio recuperando la lezione di La Torre, una "costituente antimafia" ovvero una sessione dedicata sulla legislazione antimafia per fare un salto di qualità nel contrasto alle mafie. Ecco la mia riflessione e il testo del mio intervento in Aula.
Quello di Pio La Torre e Rosario Di Salvo non è un ricordo scontato. Oggi è semmai un'occasione preziosa per fare memoria e rinnovare il nostro impegno contro le mafie, per la pace e per la crescita sociale, civile e culturale della nostra società.

 Niente nella vita di Pio è stato scontato. Il 416-bis, ovvero l’articolo del codice penale che per la prima volta introduce nel nostro ordinamento il reato di associazione mafiosa, era considerato un’eresia. Sì, gli esperti e molti politici consideravano il 416-bis una norma al di fuori di ogni logica giuridica. Quanta amarezza, quanti attacchi, quante difficoltà! Invece, il 416-bis è stato un’architrave della lotta alla mafia. Succede ancora oggi tutte le volte che si prova ad innovare la legislazione antimafia.
Stesso ragionamento sul sequestro e sulla confisca dei beni dei boss. Anche su questa parte della legge quante difficoltà, quanti attacchi! Pensare di sottrarre i beni ai mafiosi veniva considerato un esproprio ingiusto, l’eresia delle eresie. Invece, anch’essa si è rivelata un’altra architrave portante della lotta alle mafie.
Due norme fondamentali che Pio La Torre propose e che non riuscì a vedere approvate perché venne barbaramente assassinato da Cosa nostra, insieme al suo autista ed amico Rosario Di Salvo, il 30 aprile del 1982. Qualche mese più tardi, il 3 settembre, fu ucciso il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che con lui condivideva l'importanza strategica di quelle norme. I due si conobbero a Corleone nell’immediato dopoguerra, durante le indagini sull’omicidio di Placido Rizzotto, il sindacalista e socialista ucciso dai cosiddetti corleonesi, con in testa Luciano Liggio. Sull’onda emotiva di quegli omicidi il Parlamento approvò la legge il 13 settembre dell’82. L’apoteosi dell’antimafia del giorno dopo.
La mafia è una minaccia alla democrazia. Le norme per combatterla devono essere coraggiose ed innovative. E’ necessario discutere sulle cose da fare per migliorarle, ma guai ad impantanarsi con argomenti conservatori e in qualche caso pretestuosi.
Così come non fu scontato l’impegno di Pio La Torre, in periodo di guerra fredda, per la smilitarizzazione della Sicilia e per la costruzione della pace nel Mediterraneo. Una stagione straordinaria che molti di noi, giovani cattolici impegnati nell'associazionismo e nel volontariato, apprezzammo e condividemmo con un impegno diretto. Ricordo la raccolta delle firme contro l’installazione dei missili nella base militare di Comiso e le manifestazioni per la pace. Ancora oggi questo impegno è attuale e vivo per dare alla Sicilia un ruolo nel Mediterraneo di cooperazione e di sviluppo. La Sicilia ha una vocazione che non può disperdere. Una vocazione che va rilanciata per fare dell'Europa una risorsa di pace e di crescita economica dell'intero Mediterraneo, dove si proliferano i conflitti e rimangono aperte le domande di cambiamento e di democrazia.
Come non fu scontato per Pio La Torre l'impegno per il cambiamento della politica. Incontrò innumerevoli ostacoli e piuttosto che scendere a compromessi moltiplicò il suo impegnò per combattere qualsiasi tipo di infiltrazioni mafiose. E ancora l'impegno attualissimo per garantire il diritto all’acqua a tutti i siciliani. Il rinnovamento della politica è una sfida ancora aperta, da far tremare i polsi, da cui dipende la credibilità delle classi dirigenti che governano la società italiana.
Ancora oggi, nonostante i numerosi passi in avanti fatti in questi anni sul contrasto alle organizzazioni criminali e nonostante la crescita di una coscienza antimafia l’approvazione di un pacchetto di norme antimafia che faccia fare un vero salto di qualità non è per niente scontata.
In particolare non è scontato l’aumento delle pene per tutti i reati di stampo mafioso, a partire dal 416-bis e dall'attualissimo 416-ter. Così pure l’introduzione del reato di autoriciclaggio, l’inasprimento del carcere duro (41-bis), il miglioramento della gestione dei beni confiscati alla mafia a fini sociali e produttivi, una adeguata e rispettosa gestione dei testimoni di giustizia, l’approvazione di una legge sulla corruzione davvero efficace … . Insomma, è necessaria una sorta di costituente sulle norme antimafia su cui impegnare il Parlamento con una "sessione dedicata", con il contributo delle associazioni antimafia come Libera, il Centro Pio La Torre, la fondazione Caponnetto, il Centro Impastato, le Università … e con il contributo della Commissione Antimafia e delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. Insomma, una grand! e occasione per passare dall'antimafia del "giorno dopo" a quella del "giorno prima".
Per questo non rinuncio ad impegnarmi per fare in modo che la politica recuperi la lezione di La Torre: la lotta alla mafia è il principale fattore di sviluppo e di crescita del Paese, per garantire diritti e libertà a tutti i cittadini. È questo il modo migliore per ricordare la testimonianza di Pio, Rosario e di tutti quegli uomini e quelle donne che sono cadute per combattere le mafie.
Giuseppe Lumia
LUMIA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUMIA (PD). Signor Presidente, vorrei ricordare che oggi sono in corso nel nostro Paese, a partire dalla città di Palermo, tante iniziative per ricordare Pio La Torre e Rosario Di Salvo, che furono uccisi il 30 aprile del 1982. Pio La Torre è stato un politico, un parlamentare, un uomo sano e giusto, ed ebbe la grande intuizione di proporre al Parlamento due norme fondamentali della lotta alle mafie; l'articolo 416-bis e, altro aspetto altrettanto importante, l'aggressione ai patrimoni con il sequestro, la confisca e il riutilizzo sociale e produttivo. Egli mostrò una straordinaria capacità di cogliere la minaccia mafiosa come attacco alla democrazia e anche come attacco all'economia e alla società. Fu anche un grande esponente della Commissione parlamentare antimafia; ricordo che la sua relazione di minoranza è ancora un testo validissimo, studiato e completo.
Oggi in tutto il nostro Paese è una giornata della memoria; altre ne abbiamo avute e altre ne avremo. Penso però che debba essere anche la giornata dell'impegno. Presidente, ho chiesto quindi la parola per sollecitare - e lo farò anche attraverso il mio Capogruppo - i Gruppi parlamentari a predisporre una sessione dell'Aula dedicata alla legislazione antimafia. Ritengo infatti che il Parlamento sia pronto e debba fare questo salto di qualità.
Abbiamo sino ad ora operato con l'antimafia del giorno dopo. Fu infatti il giorno dopo, il 13 settembre 1982, che quelle norme vennero approvate. Non bastò la morte di Pio La Torre. Il 3 settembre cadde anche il prefetto, generale Dalla Chiesa, che condivideva quelle norme con Pio La Torre. Il Parlamento intervenne solo dopo.
Dobbiamo spostarci invece all'antimafia del giorno prima. Penso allora ad una sessione dedicata, come facciamo, ad esempio, con la sessione finanziaria, dove si potrebbero raccogliere le istanze della società civile organizzata. In questa giornata ha un ruolo particolare il «Centro Pio La Torre», ma ricordo anche la «Fondazione Caponnetto», «Libera» e tante associazioni che hanno un sapere elaborato e progettuale sulla legislazione. Si potrebbe raccogliere il lavoro della Commissione parlamentare e chiedere a tutti i Gruppi, dando un tempo congruo, di depositare le proprie proposte di legge nelle Commissioni giustizia di Camera e Senato e, poi, chiamare la Camera ad approvare quei testi che ci facciano fare un salto di qualità.
Questo salto di qualità metterebbe in moto un entusiasmo senza precedenti nel nostro Paese; sarebbe altresì un fattore di sviluppo senza precedenti, perché legalità e sviluppo debbono procedere insieme, e sarebbe anche il modo per prepararci ad altre giornate della memoria. Avremo infatti la giornata della memoria dedicata a Falcone e alla strage di Capaci, a Borsellino e alla strage di Via D'Amelio, il 3 settembre quella dedicata al generale Dalla Chiesa e tanti altri momenti della memoria altrettanto importanti. Penso però che, oltre a ricordare con le giornate della memoria, dovremmo passare all'impegno. Il Parlamento, con la sua funzione istituzionale, dovrebbe produrre tale impegno per consentire alla normativa antimafia di fare un salto di qualità con quell'elaborazione che i Gruppi e la società civile hanno già in loro possesso. Potremmo così finalmente rendere questo nostro Paese libero dalle mafie.

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