domenica, maggio 04, 2014

Il capitano Basile e il procuratore Scaglione. Cerimonie in memoria di due vittime di mafia mai dimenticate

La lapide sul luogo dell'assassinio Scaglione
Oggi il 34esimo anniversario dell'omicidio dell'ufficiale dei carabinieri ucciso a Monreale, domani il 43esimo di quello del capo della Procura di Palermo. A 34 anni dall'omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, l'amministrazione comunale di Monreale e l'arma dei Carabinieri hanno ricordato la figura dell'ufficiale assassinato da Cosa nostra con una messa di suffragio, celebrata dal vicario generale della diocesi di Monreale, e con la deposizione di due corone di alloro sulla lapide da parte del sindaco Filippo Di Matteo e del generale di Brigata Giuseppe Governale. Alla cerimonia hanno preso parte, fra gli altri, il presidente del Tribunale di Palermo, Leonardo Guarnotta, il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, il presidente della Corte d'Appello, Vincenzo Oliveri, il comandante del Gruppo carabinieri Monreale, colonnello Pierluigi Solazzo e molti cittadini che ancor oggi ricordano questo valoroso capitano dei Carabinieri, che "ha sacrificato la sua vita, per l'affermazione della legalita' e della giustizia".
Domani invece ricorre il 43esimo anniversario dell'omicidio del procuratore della Repubblica di Palermo Pietro Scaglione, ucciso insieme all'agente di scorta Antonio Lorusso. Il sindaco Leoluca Orlando lo ricorda come " il magistrato che inquisì gli assassini dei sindacalisti socialisti Salvatore Carnevale e Placido Rizzotto, che partecipò all'inchiesta sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, e che indagò sui rapporti tra Mafia e politica portando avanti numerosi procedimenti a carico di amministratori comunali e di enti pubblici. E fu per questa sua azione che la mafia si vendicò organizzando il mortale agguato". "Ricordiamo quindi con Scaglione - conclude Orlando - tutti gli uomini che si sono battuti in questi ultimi decenni per il riscatto della Sicilia e per garantire ai siciliani un futuro diverso".

La Repubblica, 5.5.2014

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