lunedì, gennaio 20, 2014

Per il Belice l'ultima promessa di Roma. Lupi: "Ai sindaci i soldi della ricostruzione"

Il ministro delle Infrastrutture a Partanna si impegna a trasferire i 35 milioni stanziati nella legge di stabilità 2013. "Se non arriveranno potrete dire che siamo dei parolai". Ma è una goccia nel mare
di MARIA EMANUELA INGOGLIA
Maurizio Lupi TRAPANI - L'ultima promessa del governo nazionale per la Valle del Belice è quella del ministro Maurizio Lupi, che stamani a Partanna, davanti ai sindaci e al presidente della Regione Rosario Crocetta, ha assicurato che i 35 milioni di euro stanziati per la ricostruzione saranno presto nelle casse dei Comuni. Il ministro delle Infrastrutture - presente alla conferenza che ha concluso le celebrazioni per il 46° anniversario del terremoto del Belice - ha assunto un impegno preciso, così come il presidente della Regione Crocetta, accogliendo la sfida del coordinatore dei sindaci e primo cittadino di Partanna Nicola Catania di compiere "un cambio di passo per un territorio distrutto più da una sottovalutazione delle istituzioni che dal terremoto".


"Partiamo  -  ha detto Lupi ai sindaci - da una rinnovata fiducia reciproca. Cercheremo di risolvere velocemente il problema di interpretazione della norma e attiveremo le risorse. Se non lo faremo ognuno avrà ragione di dire che siamo parolai e non persone che fanno fatti". Impegno assunto anche dal governatore Crocetta: "Siamo in trattativa con il ministero per fare in modo che i 35 milioni di euro che spettano al Belice siano dati immediatamente ai Comuni perché i sindaci sanno come spendere i soldi e sono convinto che li spenderanno più velocemente di quanto possano fare Regione o Stato. Queste risorse per il Belice sono un prima opportunità. E' ingiusto che in 46 anni non si siano fatte cose elementari". 


I 35 milioni di euro promessi da Lupi sono solo una piccola tranche dei 450 milioni di euro che il Parlamento ha stimato per il fabbisogno del Belice. Di questi, in otto anni, ne sono stati stanziati, nella legge di stabilità del 2013, 45. Di cui solo dieci, ad oggi, sono stati trasferiti ai comuni. E tra promesse e finanziamenti a singhiozzo i sindaci del Belice attendono, a distanza di 46 anni, di poter realizzare le cosiddette "opere di urbanizzazione primaria". Nella "Valle" a parlare è, prima di tutti, la realtà: a Santa Margherita di Belice, in contrada Cannitello, circa cento case sono state costruite in un'area priva di strade, luci, acqua e fogne, così come circa un altro centinaio di abitazioni realizzate in altri centri della Valle.

Per i sindaci a rimarcare ancora di più l'abbandono da parte dello Stato e anche  l'arretratezza economica del Belice: un territorio che negli anni è rimasto ai margini di qualsivoglia politica di rilancio imprenditoriale. Ciò che è stato chiesto, "per un territorio dimenticato dallo Stato", non sono solamente le risorse per completare le opere di urbanizzazione primaria ma soprattutto che si creino, le condizioni per un rilancio complessivo del territorio che veda anche la partecipazione attiva, in sede di programmazione, dei primi cittadini del Belice. Le proposte per il cambio di passo, chiesto all'unisono dai sindaci dei 21 comuni che vennero colpiti dal sisma, si muove anche nella direzione dell'istituzione di una zona franca urbana per il Belice. "Chiediamo - ha detto il sindaco Catania  -  defiscalizzazione o fiscalità di vantaggio per realizzare investimenti nei settori dell'agricoltura, del turismo e dell'innovazione tecnologica in modo da far partire un'economia che manca da troppo tempo". Ad accogliere la proposta il presidente Crocetta: "Sarebbe la cosa più adatta, chiediamo al ministro di inserire la proposta nella programmazione europea. E' necessaria una politica di rottura e Bruxell si deve rendere conto che non si può lavorare solo per la Germania, ma è necessario iniziare a pensare di togliere definitivamente il gap tra zone ricche e sviluppate e zone povere, questo lo si può fare con politiche coraggiose". "Ragioniamo non su una singola istanza ma in maniera complessiva, ha risposto il Ministro. "Individuiamo  - ha detto - le aree del paese più depresse e cerchiamo di capire se l'idea della zona franca può essere uno strumento di promozione e di crescita". I sindaci della Valle del Belice rilanciano anche sulla possibilità di partecipare nell'elaborazione di proposte per lo sviluppo del Belice. "Al presidente Crocetta  - ha detto Catania  -  chiediamo, a distanza di un anno dagli impegni che ha assunto, di costituire la commissione speciale sul Belice in modo da consentirci di affiancare il Governo regionale nella programmazione per l'utilizzo dei fondi strutturali comunitari 2014-2021".  Ai sindaci che dall platea hanno chiesto al Governatore di "prendere un impegno ben preciso" Crocetta ha risposto: "facciamo la Commissione perché ci sono delle cose che io voglio fare insieme a voi perché nel mio modello di governo si decide con i sindaci. Con strumenti come questi  -  ha concluso - spero che si possa arrivare a dire buongiorno al Belice e a tutti i comuni che sono stati colpiti e che hanno diritto dopo tanti anni ad avere risarciti i torti subiti".

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