venerdì, gennaio 10, 2014

Palermo. Il nuovo corso dei democratici

Carmelo Miceli, segretario del Pd
Michele Guccione
Il segretario Miceli: «Sottoporrò la mia squadra al vaglio della direzione provinciale del 20 gennaio. Sarà una struttura formata da 12 dipartimenti nei quali sarà coinvolto il maggior numero di persone possibile, anche fra i non tesserati». Il Pd col fiato sospeso in attesa della nuova segreteria che ancora non arriva. A Roma il partito è impegnato a fare i conti col «ciclone Renzi»; alla Regione i vertici sono intenti a comprendere come proseguire nel sostegno al governo di Rosario Crocetta; al Comune di Palermo si aspetta il passaggio al Pd del sindaco Leoluca Orlando mentre vari consiglieri del Mov139 stanno già ingrossando il gruppo. Ma da via Bentivegna fino a martedì non è trapelato nulla. Telefoni chiusi, riunioni riservate, niente notizie o indiscrezioni di stampa.
E' come se nella sede dei democratici tutto si fosse fermato. Un silenzio che non è piaciuto alla vecchia guardia. Il fatto che il giovane renziano Carmelo Miceli, neosegretario provinciale del Pd, ad oltre due mesi dalla sua elezione al congresso non abbia ancora formalizzato la nuova squadra di vertice è suonato ai più come un segnale di debolezza nei confronti dell'area di Antonello Cracolici, il cui candidato sfidante, Antonio Rubino, ha perso di misura. Per altri, addirittura, sarebbe il frutto di un vecchio metodo, quello della trattativa e della spartizione dei posti fra correnti, che verrebbe ora ripreso dal «nuovo che avanza»; il che potrebbe provocare delusioni nei giovani che hanno sostenuto con entusiasmo l'anomala alleanza che ha portato alla vittoria di Miceli.

Invece proprio ieri l'avvocato riberese da tanti anni operante a Carini ha rotto gli indugi per sgombrare il campo da ogni dubbio. E per farlo ha fornito una data ufficiale: «Il 20 gennaio - svela Miceli - sottoporrò la nuova segreteria al giudizio della direzione provinciale. Prima di allora non voglio rivelare i nomi per evitare che si generino tensioni o che si pensi che qualcuno voglia fare fughe in avanti. O, peggio, che si rompa un delicato equilibrio complessivo». Ma il neosegretario nega che vi siano in ballo trattative con la minoranza o spartizione di poltrone fra correnti. «Al contrario, sta gradualmente trovando piede anche a Palermo il concetto del superamento della logica delle correnti. Quella che creerò non sarà una segreteria composta da sette-otto persone, ma da dieci-dodici dipartimenti nei quali cercheremo di coinvolgere il maggior numero di nomi, anche oltre il partito e i tesserati. Si tratta di un'organizzazione complessa che ha l'obiettivo sia di rappresentare gli interessi di un'importante provincia come Palermo a livello regionale, sia di rilanciare proposte di alto livello del Pd in vari campi, dalla sanità alla legalità, dal lavoro alla casa, dalla giustizia alla scuola».
Un'attesa, secondo il segretario dei democratici, giustificata «dal delicato momento politico che stiamo vivendo, col partito impegnato all'Ars con bilancio e finanziaria, mentre al Comune dobbiamo decidere se fare opposizione pura o costruttiva. Dobbiamo muoverci tutti insieme con scelte ponderate, raggiungendo il totale equilibrio per rilanciare un'azione collegiale su scala regionale e provinciale. Proprio perchè Palermo è una provincia importante, deve muoversi insieme al livello regionale, agire insieme unitariamente, con un momento collegiale e condiviso oltre le correnti, che rilanci l'azione dell'intero partito cogliendo la nuova linfa che sull'onda nazionale deve ripercuotersi a livello regionale e locale».
«Il concetto di superamento delle correnti - sottolinea ancora Miceli - sta fungendo da faro per percorrere una strada largamente condivisa». Come dire, il superamento delle contrapposizioni e la possibilità di trovare spazio nei dipartimenti consentirà a molti esponenti di altre forze politiche di salire sul carro del Pd a guida Renzi. La scelta della direzione provinciale del 20 gennaio, quindi, seppure rischiosa, è un appuntamento importante perchè aprirà la porta a scelte che avranno influenza sui prossimi appuntamenti elettorali. Per questo Miceli vuole evitare a tutti i costi di «rompere l'equilibrio complessivo che si è creato» in occasione della sua elezione e anche dopo, e non vuole limitarsi «a dare medagliette con posti in segreteria». La partita in gioco è importante in prossimità del congresso regionale di marzo, fra il segretario uscente Giuseppe Lupo (fra i sostenitori dell'elezione di Miceli) che non si sa se si ricandiderà, le ambizioni del renziano Fabrizio Ferrandelli, e il deputato all'Ars Antonello Cracolici che intende mantenere un ruolo determinante nei rapporti col governatore Crocetta e col sindaco Orlando.
La Sicilia, 09/01/2014


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