lunedì, novembre 11, 2013

MARKETING E COMUNICAZIONE POLITICA. Dibattito a Palermo

Orlando: “Abbiamo avviato un percorso di Town meeting, di democrazia diretta, per far interagire i cittadini direttamente con l’amministrazione per discutere di problemi concreti”. Limuti: “La politica ha il compito di rispondere ai bisogni dei cittadini, ma bisogna innanzitutto imparare a leggere le loro aspettative”. Armao: “Siamo passati dalla democrazia rappresentativa all’Open Gouvernement. Il circuito della rappresentazione politica ha trovato nella rete il suo quinto potere”.

Palermo, 11 novembre 2013 - È in atto un cambiamento che interessa non solo l'economia e la politica, ma anche il costume sociale. L'uomo moderno, ormai sovraccarico di informazioni e sempre più affrancato dalla pubblicità, è meno diretto dalla comunicazione. E' più libero e meno propenso a credere alle promesse dei partiti. In queste condizioni riemergono ed assumono importanza i valori archetipali  degli elettori. Questi i temi principali del seminario su “Marketing e comunicazione nella politica”,che si è svolto questa mattina a palazzo Brunaccini, organizzato dal Club Dirigenti Marketing, nell’ambito della VI edizione delle Giornate dell’Economia

Presenti all’incontro Alessandro La Monica, componente Comitato delle Giornate dell'Economia e presidente Club Dirigenti Marketing, Pietro Busetta, presidente della Fondazione Curella, il sindaco Leoluca Orlando, Gaetano Armao, docente Università di Palermo, Salvatore Limuti, Past President Club Dirigenti Marketing e ad Marketing Management, Giuseppe Siino, research manager di Marketing Management, e Tony Siino, blogger Rosalio.

“Siamo ormai alle battute finali di questa intensa e proficua settimana dedicata all’economia. L’obiettivo che ci eravamo prefissati è stato raggiunto – ha spiegato Alessandro La Monica – ovvero quello mantenere vivo il dibattito, nella speranza di trovare un nuovo percorso che porti al cambiamento. E in questo contesto, il marketing e la comunicazione diventano fondamentali per favorire il cambiamento”.

“La politica ha il compito di rispondere ai bisogni dei cittadini, ma non sempre è in grado di compiere il proprio dovere proprio perché non si ha contezza di tali bisogni – ha dichiarato Salvatore Limuti. Bisogna innanzitutto imparare a leggere le aspettative dei cittadini, per poter dare la giusta risposta. La politica dovrebbe dunque ragionare in termini economici, valutando la domanda e l’offerta. I cittadini, in quanto elettori, hanno infatti un potere d’acquisto. Il consenso di un politico sarà direttamente proporzionale alla sua capacità di dare risposte concrete. Oggi si comunica troppo, si parla troppo di politica, ma nella realtà  se ne fa poca. La sovrabbondanza di informazioni, dovute da una cattiva gestione della comunicazione politica, - ha aggiunto -  provocano quello che definisco ”effetto marmellata”, un pot-pourri di roba non meglio identificata che di fatto confonde l’elettore”.

“Per capire cosa influenza gli elettori – ha precisato Giuseppe Siino – non ci si può affidare più ai sondaggi, in quanto la realtà cambia troppo in fretta. Da una recente analisi svolta su un campione rappresentativo di cittadini, abbiamo stilato un elenco di archetipi che descrivono l’elettorato non più come una massa indistinta, bensì come un insieme di gruppi ben definiti, con differenti aspettative da soddisfare. Il candidato che risulta vincente è infatti colui che ha un elettorato più omogeneo e può comunicare con maggiore facilità il proprio programma, che dovrà comunque rispondere alle aspettative di tale elettorato”.

“Oggi quando si parla di politica non si può non parlare di partecipazione diretta alla cosa pubblica – ha specificato Gaetano Armao -  siamo infatti passati dalla democrazia rappresentativa all’Open Gouvernement. Il circuito della rappresentazione politica ha trovato nella rete il suo quinto potere. Pensate quanto era moderna la  Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, del 1789, il cui art. 14 recitava: Tutti i cittadini hanno il diritto di constatare, da loro stessi o mediante i loro rappresentanti, la necessità del contributo pubblico, di approvarlo liberamente, di controllarne l’impiego e di determinarne la quantità, la ripartizione e la durata”. E ancora all’art. 15 si leggeva:  “La società ha il diritto di chieder conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione”. Un processo che oggi viene di certo facilitato grazie all’uso di Internet, del social media, delle piattaforme web”.


“Il Comune di Palermo – ha affermato il sindaco Orlando – ha fatto della trasparenza la sua filosofia di vita. Oggi è possibile trovare davvero tutto sul portare del Comune. Ma abbiamo fatto anche di più: abbiamo avviato un percorso di Town meeting, di democrazia diretta, per far interagire i cittadini direttamente con l’amministrazione per discutere di problemi concreti. Oggi il web, nella comunicazione politica, ha assunto un’importanza eccessiva. Esiste una realtà al di fuori di quella virtuale che è ben più ampia. L’errore che molti politici fanno è quello di rivolgersi quasi esclusivamente alla comunità della rete. Che poi è un paradosso, perché sono gli staff a gestire i vari profili virtuali perché un politico, soprattutto in campagna elettorale, non ha il tempo di gestirli in prima persona. Credo sia necessario trovare un punto di sintesi tra il consenso e i consensi: i consensi si misurano in numeri, il consenso no. E il web non crea la massa critica del consenso”. 

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