martedì, novembre 12, 2013

Blitz dei carabinieri alla Regione: 13 dipendenti agli arresti domiciliari

di SALVO PALAZZOLO
La Procura scopre una sistema che andava avanti da tempo all'assessorato Istruzione e formazione professionale: parte dei soldi destinati alle imprese venivano distratti sui conti personali di alcuni funzionari. In carcere due imprenditori
Nel giro di pochi mesi erano riusciti a impossessarsi di quasi mezzo milione di euro, soldi destinati alle imprese che forniscono beni e servizi all'assessorato regionale Istruzione e formazione. Un gruppo di dipendenti infedeli aveva escogitato un sistema quasi perfetto, ma l'anno scorso i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria hanno avuto una segnalazione da parte dell'ex direttore della Formazione Ludovico Albert, ed è partita l'indagine della Procura di Palermo. 
Stanotte, il blitz: i tredici dipendenti regionali finiti agli arresti domiciliari al pari di un imprenditore (un altro imprenditore è stato invece portato in carcere) sono accusati a vario titolo di peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica. L'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che coordina il pool reati contro la pubblica amministrazione, ha fatto emergere lo spaccato di un assessorato nel caos, dove i dipendenti intascavano anche i soldi dello straordinario non fatto. 

LE FOTO DEGLI ARRESTATI

In carcere sono finiti Emanuele Currao, funzionario regionale, e Mario Avara, imprenditore. Ai domiciliari: Concetta Cimino, dirigente regionale in pensione, Marco Inzerillo, Gualtiero Curatolo, Maria Concetta Rizzo, Maria Antonella Cavalieri, Federico Bartolotta, Vito Di Pietra, Giuseppina Bonfardeci, Giampiero Spallino, Carmelo Zannelli, Michele Ducato, Marcella Gazzelli. Ai domiciliari pure l'imprenditore Amedeo Filingeri.

"L'attenzione dell'Arma dei carabinieri è massima non solo per i reati legati alla criminalità organizzata - dice il colonnello Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei carabinieri - ma anche per i reati contro la pubblica amministrazione, che comportano un depauperamento delle casse pubbliche".

Al centro della ricostruzione dei carabinieri c'è Currao, che avrebbe stornato i soldi destinati a un'impresa fornitrice dell'assessorato sul conto dell'imprenditore Avara. Il funzionario avrebbe poi attribuito ore di straordinario mai fatto ad alcuni dipendenti, i soldi provenivano dal progetto intitolato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per progetti di legalità all'interno della Regione.

Con altri soldi destinati allo straordinario sarebbe stata finanziata una missione della Regione in America Latina, a cui partecipò
 anche Currao. Quella missione fu pagata due volte dalla Regione, che sborsò 42 mila euro a un'agenzia di viaggio vicina al dirigente regionale arrestato. 

L'inchiesta ha svelato anche irregolarità in due appalti, istruiti da Inzerillo e Curatolo. Alla dirigente Cimino viene contestato di non aver controllato l'operato di Currao e di avergli messo a disposizione le sue credenziali di accesso al sistema informatico della Regione.
La Repubblica, 12.11.13

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