martedì, settembre 10, 2013

Corleone, chiude il tribunale, sconfitta la legalità!

L'ultimo camion da trasloco lascia il Tribunale di Corleone
CORLEONE – Gli ultimi due camion del trasloco pieni di mobili e suppellettili sono andati via ieri a mezzogiorno, guardati con rabbia mista ad impotenza dagli impiegati. È stata chiusa così, in maniera ingloriosa, la sezione distaccata del tribunale di Corleone, erede della vecchia e gloriosa pretura che esisteva fin dall’unità d’Italia. Un provvedimento che i cittadini di Corleone non hanno digerito, ma che non hanno saputo contrastare adeguatamente. Il 19 luglio dell’anno scorso, per esempio, nella giornata del ricordo di Paolo Borsellino, il sindaco Lea Savona aveva organizzato una fiaccolata dal municipio al tribunale, annunciando “la provocazione” di consegnare le chiavi della città ad una sagoma a grandezza naturale del boss mafioso Matteo Messina Denaro.
Un’idea contestata allora da un cartello di associazioni  (Coop “Lavoro e non solo”, Cgil, Anpi, “New Corleone”, “Città Nuove”, “Corleone Dialogos”, “Corleone on tour”), che scrissero: «Corleone democratica ha il dovere di tenersi strette le chiavi della città e di difenderla dalla mafia e dai suoi complici, per cui, pur comprendendo l’esasperazione, Le chiediamo di evitare la provocazione della consegna delle chiavi della città, che potrebbe non essere compresa e rivelarsi un boomerang». E, in effetti, da allora una vera e propria protesta, capace di coinvolgere tutti i comuni della zona del corleonese, non è mai decollata. Anche ieri mattina, il sindaco ha tentato una timida protesta, ma l’hanno seguita solo qualche assessore e qualche consigliere comunale. Troppo poco per far cambiare idea ad un governo deciso a “tagliare” senza sconti. Eppure, non mancherebbero gli argomenti per sostenere l’opportunità che almeno a Corleone non si chiuda “il luogo della giustizia e della legalità”. «Il nostro timore – dice l’avv. Antonio Di Lorenzo – è che, senza il tribunale, per risolvere le controversie la gente possa usare la “scorciatoia” di rivolgersi al “don” di turno». Anche perché Termini Imerese dista più di un’ora e mezza da Corleone. «Se proprio devono accorparci – dicono alcuni operatori - per noi sarebbe meglio un accorpamento col Tribunale di Palermo». Nelle prossime settimane sono annunciate convegni e manifestazioni per provare a far fare marcia indietro al governo.
D.P.

1 commento:

Anonimo ha detto...

scusate la domanda, se cera il sindaco nicolosi pensate che il tribunale chiudeva?