lunedì, agosto 26, 2013

Tenuta di Suvignano. La Cgil e lo Spi della Toscana: "Ci batteremo affinchè l'azienda confiscata non venga venduta all'asta"

Daniela Cappelli, segretaria gen. Spi Toscana 
Le Segreterie Regionali toscane di CGIL e SPI, esprimono il proprio rammarico e sconcerto circa la decisione della “Agenzia Nazionale per l'Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata” di mettere in vendita la Tenuta di Suvignano nel Comune di Monteroni d'Arbia, in provincia di Siena. In nome di quella stessa lotta per la Legalità che da anni vede impegnati la CGIL Toscana e il Sindacato Regionale dei Pensionati ( SPI ), non è possibile accettare né condividere,  una scelta come questa che di fatto vanifica irrimediabilmente (a distanza di 19 anni dalla prima confisca del bene) quanto di più positivo e concreto è stato fatto fino ad oggi in Toscana, in centro Italia, in materia di confisca di beni mafiosi a Cosa Nostra.
L'azione decisa, congiunta e coordinata dell'associazionismo e degli Enti e Istituzioni Locali toscane ha elaborato e prodotto proposte concrete (come quella presentata nel gennaio u.s. e giudicata  interessante dall'allora Ministro Severino) attraverso la quale sviluppare e rilanciare l'azienda che,  oggi in ottimo stato, ha una superficie di oltre 700 ettari con 18 poderi.  Per chi, come anche la CGIL, si è fatto promotore della proposta di legge di iniziativa popolare per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, Io Riattivo il Lavoro, quanto avvenuto rappresenta uno schiaffo alla lotta antimafia e ci rafforza nella convinzione che i beni confiscati debbano trovare quanto prima una rapida destinazione se si vuole evitare che, ogni ogni bene sequestrato non utilizzato rappresenti una vittoria delle organizzazioni criminali e rischi di far passare il messaggio che senza di loro, lo Stato non è in grado di assegnare ciò che sequestra. Per queste ragioni, continueremo a batterci per riaffermare l'uso sociale dei beni confiscati a partire da Suvignano per evitare il rischio (come in questo caso) che attraverso una procedura inopportuna e affrettata di vendita, il bene confiscato possa ritornare nelle mani di coloro a cui era stato giustamente sottratto. 
Le Segreterie Regionali CGIL  -  SPI
Firenze, 23 agosto 2013

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