lunedì, agosto 19, 2013

Gaetano Porcasi, un artista che esprime i valori intrinseci attraverso la pittura antimafia

Gaetano Porcasi
Oggi affrontiamo il tema “antimafia”, in maniera assolutamente alternativa, con un artista che ha deciso di esprimerne i valori intrinseci attraverso la pittura. Parliamo di Gaetano Porcasi, classe 1965, originario di Partinico (Pa). Laureato all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, ha insegnato per diverso tempo discipline pittoriche, contribuendo incisivamente nella realizzazione di percorsi didattici volti a sensibilizzare i giovani sui temi di legalità e impegno civile. Gaetano riesce a far confluire mirabilmente nella sua arte tutti gli stridenti contrasti della sua bellissima terra dilaniata da una lotta manichea senza fine, in cui alla violenza barbarica di stolti individui, si contrappongono la bellezza di una natura mitica, misteriosa e complessa e la generosità degli abitanti, semplici e generosi. L’opera di Gaetano, che si definisce “pittore antimafia”, è caratterizzata dalla continuità di contenuti, tanto da rientrare a pieno titolo nella definizione di ”saga” di un’epopea eroica di quanti hanno sacrificato la propria vita per la patria, il ripristino della legalità e l’estirpazione del fenomeno mafioso. 
La fucina di Gaetano si trova presso una delle abitazioni confiscate al boss mafioso Bernardo Provenzano, sede di un museo della memoria aperto nel 2010, che a oggi vanta la presenza di 15 mila studenti provenienti da tutta Italia. All’interno del museo si trovano circa 60 opere di Porcasi che raccontano la storia della mafia e dell’antimafia, ed è proprio il voler ricordare, attraverso la pittura, volti e i diretti riferimenti mafiosi, una delle ragioni per cui oggi lo “scomodo”.

Simona Mazza: Gaetano cosa vuol dire “pittura antimafia” e secondo te, un artista che dipinge fatti di mafia, anche se non accusa direttamente nessuno , potrebbe essere vittima di minacce o ritorsioni?. ( Gaetano ha realizzato un libro con Salvo Vitale in cui ritrae tutti i mafiosi)

Gaetano Porcasi: ti spiego . quando ho iniziato a dipingere tutto questo era tabù. Secondo me si possono correre dei rischi. Tu forse non conosci la mentalità del mafioso. Al mafioso da fastidio essere ricordato per quello che ha fatto. Mentre il giornale lo leggi e poi lo butti; l’opera d’arte rimane esposta per sempre.

Gaetano ha realizzato circa 30 dipinti che illustrano i giornalisti uccisi per mano della mafia e in occasione della commemorazione del 19 Luglio ha esposto le opere dedicate alle stragi di Stato a Palermo e Messina. Attualmente sta progettando di portare le sue opere a Roma, grazie anche all’aiuto di Antonio Turri, presidente dell’Associazione “Cittadini contro le mafie e la corruzione”.

S.M : hai mai pensato di portare la tua arte in Tv?

G.P Certo che sì, peccato che la tv, soprattutto la Rai non faccia vedere la pittura antimafia.

S.M La tua pittura è seguitissima dai giovani della tua provincia e non: molti di essi hanno addirittura preparato delle tesine di maturità, aggiungendo la pittura antimafia nel loro percorso. Quali sono oggi i canali migliori per diffondere “veralmente” la tua pittura, considerando il fatto che i musei oggi sono sempre più vuoti e che la tv non affronta il tema?

G.P La rete oggi rappresenta il sistema più veloce ed economico per far conoscere il tema dell’antimafia e bisognerebbe denunciare l’omertà di certi intellettualoidi venduti che cercano di affossare chi invece vuole uscire allo scoperto.

L’ultimo lavoro di Gaetano rappresenta la “quinta mafia ” e raffigura’Italia sottosopra, su cui tre pezzi della scacchiera decidono delle sorti del Paese. Rappresenta forse la metafora del paese alla rovescia dove prevalgono gli interessi degli apparati statali marci, rispetto all’ottica della legalità e del buonsenso?

G.P E’ un quadro che fa riflettere molto. Sto dipingendo una serie di Italie, in cui racconto il pericolo della mafia ormai infiltrata dentro l’economia del Paese. La mafia, la quinta mafia è al nord. E’ lì che si decide tutto, è lì che si trovano i capitali forti. Nel sud le mafie non ci sono più: la vera mafia si trova da Roma in su.

S.M Cos’è “La quinta mafia?”.

G-P. In realtà il titolo è tratto da un libro di Marta Chiavari, ” La quinta mafia. Come e perché la mafia al Nord oggi è fatta anche da uomini del Nord”. La giornalista di Exit

Il libro parte dagli atti giudiziari di svariate indagini, ma fa tanti passi in più sulle strade dell’hinterland milanese, della Brianza, del Pavese, smontando diversi luoghi comuni sul Nord : Il Nord “immune” dall’attacco mafioso, dove semmai ci sono “i colletti bianchi” che riciclano i soldi sporchi, “. “La quinta mafia” ha peculiarità proprie e ha sviluppato un modo nuovo di stringere rapporti con la società “pulite”, fatte da imprenditori, politici e mazzettari. Speriamo che i mezzi espressivi alternativi di Gaetano riescano a far breccia nei giovani e che magari essi trovino nell’arte il canale giusto per evitare che sia la mafia ad arruolarli tra le fila del suo luttuoso esercito.

Simona Mazza


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