domenica, luglio 21, 2013

UN LIBRO SUL FASCISMO CLANDESTINO IN SICILIA

Lo scorso mese di marzo, per i tipi dell’ISSPE, è stato pubblicato il libro dello storico Domenico Lo Iacono dal titolo “Il Fascismo clandestino in Sicilia”. Il volume affronta per la prima volta il tema dei movimenti clandestini fascisti presenti nell’Isola sin dai primi giorni dell’invasione alleata. In prima istanza Lo Iacono esamina però quanto avviene in Sicilia sin dalla notte dal 9 al 10 luglio 1943 quando, nel tentativo di sbarcare in quel di Gela, i soldati e i paracadutisti delle armate angloamericane corsero il serio rischio di ritornare sulle sponde africane da dove erano partiti convinti di potercela fare, data la loro preponderanza di uomini e mezzi. Il volume evidenzia come la conquista della Sicilia non sia stata per niente una passeggiata militare come dimostrano la stessa battaglia di Gella (alla quale Lo Iacono dedica un capitolo), la battaglia di Troina (durata ben 7 giorni e costata quasi 2.000 morti) e la più cruenta, la battaglia della piana di Catania che vide superare i 15.000 morti da entrambi i fronti (ne sono ancora indiscutibile testimonianza gli appositi cimiteri dei soldati degli opposti fronti).
Altro argomento di cui si occupa Lo Iacono è quello delle stragi americane verificatesi in ogni angolo di Sicilia e che fino a poco tempo fà erano state occultate come lo erano state le foibe istriane. Si passa quindi all’argomento principe del volume: il fascismo clandestino nell’isola, altro tema completamente sconosciuto fino a poco tempo fà e che l’Autore riesce a scandagliare ovunque in tutta la Sicilia. Non esiste, infatti, provincia dove il suddetto fenomeno non si verifichi a cominciare dai primi giorni dell’invasione quando a Trapani, nel mese di luglio 1943, un gruppo di giovani guidati da Dino Grammatico fonda “I fedelissimi del Fascismo”. Ma il fenomeno è presente ovunque in tutte le province. A Catania addirittura sono presenti diverse sigle dai FAR al Mui al Partito Fascista Democratico di Domenico Leccisi.
Nell’ambito di questo tema particolare rilevanza acquista il movimento dei “Non si Parte” che si diffonde soprattutto a Ragusa e provincia con la formazione di diverse repubbliche autonome come quelle di Comiso e Giarratana (ma altrove quella di Naro e Piana degli Albanesi). Il colore politico del suddetto movimento insurrezionale (vi furono vere e proprie battaglie con morti, feriti e centinaia di arrestati come il fascista Turi Cilia e la comunista Maria Occhipinti) non fù per la verità univoco ma la preponderanza fu chiaramente fascista. Con la trattazione dell’argomento dei non si parte la tematica del libro si esaurisce. Ma ce n’è abbastanza per riprendere una tematica che sembrava fino a poco tempo fà addirittura inesistente.

SiciliaInformazioni, 20 luglio 2013 

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