venerdì, luglio 19, 2013

"Oggi è stato ucciso Paolo Borsellino ma voi bimbi non dovete essere tristi"

Un momento della manifestazione in via D'Amelio
Palermo: in via D'Amelio centinaia di ragazzini e i parenti delle vittime di mafia per il 21° anniversario della strage. La sorella del giudice: "Voi piccoli siete la nostra speranza. La lotta ai criminali era la ragione di vita di mio fratello". Nel pomeriggio l'arrivo del presidente del Senato Grasso, del governatore Crocetta e del sindaco di Palermo Orlando: il popolo delle Agende rosse gli volta le spalle
PALERMO - "Sono una mamma a cui hanno ucciso il figlio, la nuora e il piccolo che aveva in grembo e vorrei chiedere a Dio e a tutto il mondo giustizia per tutti". E' il messaggio lasciato in via D'Amelio, nel giorno del 21° anniversario della strage, da Vincenzo e Augusta Agostino, genitori di Antonino, il poliziotto ucciso a Villagrazia di Carini nel 1989.

Il dolore della perdita per i propri cari ma anche la speranza di ricominciare dai giovani sono il filo rosso che lega Rita e Salvatore Borsellino ai coniugi Agostino e alle centinaia di bambini presenti sin dalla mattina con giochi, attività e domande nello stesso luogo della strage in cui furono uccisi Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
"Oggi è stato ucciso Paolo, ma non dobbiamo essere tristi - dice Rita Borsellino ai bambini - perché voi siete la speranza che ci farà ricostruire la memoria". "Cosa è cambiato da quando è morto suo fratello?", chiedono alcuni bambini a Rita Borsellino, che risponde così: "La consapevolezza che la mafia esiste e va combattuta, come dimostra la vostra presenza qui. Quando Paolo ha iniziato le prime inchieste contro la mafia e contro chi continuava a ribadire che non esisteva, da quel momento l'antimafia è diventata la sua ragione di vita, e purtroppo, anche di morte".
In via D'Amelio sono presenti circa 200 ragazzi provenienti dall'associazione Il quartiere di Monreale, il laboratorio Zen insieme, il Cep San Giovanni Apostolo. "Tanti anni fa ho fatto la scelta di andare via dalla Sicilia, convinto di scappare dalla mafia, ma poi sono tornato per combatterla", dice l'altro fratello, Salvatore ai bambini.
A portare un saluto anche il sindaco Leoluca Orlando, mentre il governatore Rosario Crocetta scrive su Twitter: "Paolo Borsellino ha incarnato la voglia di riscatto della Sicilia". In via D'Amelio ci sono cartelloni dedicati ai magistrati che indagano sulle stragi, come Nino Di Matteo, striscioni delle agende rosse, disegni. Accanto all'ulivo che ogni anno si riempie di pensieri e ricordi per il giudice Paolo e gli agenti di scorta, anche un presidio dei poliziotti del Siap, con uno striscione dedicato al reparto scorte.
"Siamo qui per testimoniare la vicinanza a chi ogni giorno si batte per sconfiggere la mafia - dice Luigi Lombardo, segretario organizzativo Siap -. Abbiamo preparato un registro di testimonianze e pensieri sulla strage di via D'Amelio per rivendicare il diritto alla memoria che al termine della manifestazione doneremo alla biblioteca comunale di Palermo dove Borsellino tenne il suo ultimo, celebre, discorso".

Nel pomeriggio l'arrivo delle istituzioni. Un gruppo di esponenti del Movimento Agende Rosse ha voltato le spalle volutamente quando, in via D'Amelio sono giunti il presidente del Senato Piero Grasso, il presidente della Regione Rosario Crocetta e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Gli organizzatori della manifestazione, che fanno capo al Movimento, avevano annunciato che non ci sarebbero state contestazioni plateali alle istituzioni, ma che i partecipanti avrebbero sollevato le agende rosse, simbolo della verità negata sulla strage, e avrebbero voltato le spalle.

"Sono qui per ricordare quel valoroso collega che mi ha dato tanti suggerimenti di vita e di lavoro e sono qui per un motivo personale", ha detto il presidente del Senato, Piero Grasso. Il presidente Grasso ha poi salutato i rappresentanti del sindacato di polizia Siap presenti in via D'Amelio: "Sono storicamente vicino alle forze di polizia - ha detto - perché ho lavorato per anni a stretto contat

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