lunedì, maggio 27, 2013

La fabbrica dei falsi invalidi: ventimila pensioni abusive


di LORENZO TONDO
Costano cinquemila euro l'una e si ottengono grazie a una collaudata macchina di medici, politici e funzionari compiacenti. Dai controlli della Finanza una pensione su tre risulta illegale: ecco come funziona il vorticoso giro di mazzette, a danno dei cittadini
L'ULTIMA mazzetta la intasca il medico legale dell'Inps. È lui che dovrà attribuirsi e poi approvare le pratiche "segnalate". Quelle false, comprate per cinquemila euro dagli aspiranti invalidi. Falsi anche loro. Come le loro finte malattie. Ciechi che ci vedono benissimo. Paraplegici che corrono. Sordi che ascoltano la radio. Sono i malati immaginari, quelli che ogni anno rubano alle casse dello Stato più di un miliardo di euro. Secondo una stima delle associazioni, in Sicilia su 292 mila invalidi sarebbero circa 20.000 i "falsi". L'Isola è preceduta solo dalla Campania nella lista nera delle aree in cui il fenomeno pare essere maggiormente radicato: qui, il 42 per cento dei controlli delle forze dell'ordine ha dato esito positivo. Mentre, sempre secondo i dati forniti dall'Inps, le pensioni illegali revocate sono quasi il 34 per cento. L'importo medio mensile è pari a 406,25 euro. 

Il danno erariale accertato dal comando regionale della Guardia di Finanza, in un solo anno, ammonta a circa 20 milioni di euro. Sospetti i dati relativi ai ciechi il cui numero nella regione è quasi 3 volte superiore alla media: 145 ogni 100mila residenti (in Lombardia sono la metà e nel resto d'Italia la media è di 60). Non a caso, quella del finto cieco è una delle truffe di maggior successo tra gli aspiranti invalidi. Una commedia criminale messa in scena a regola d'arte, mazzetta dopo mazzetta, con tanto di attori (camici bianchi con tessera di partito, dirigenti corrotti dell'Asl) e registi (politici e uomini d'onore).

Uno scambio alimentato da soldi, favori e voti. Se messi insieme, quelli dei finti malati siciliani potrebbero eleggere ogni anno 4 deputati alla Camera, 8 deputati regionali e l'intero consiglio comunale di una città come Agrigento. E forse non è un caso se proprio in Sicilia le pensioni d'invalidità liquidate durante i periodi elettorali sfiorano numeri due volte superiori alla norma. Un esempio? Nel 2003, in occasione delle provinciali a Palermo, il numero dei nuovi invalidi è raddoppiato passando dai 6.348 del 2002 ai quasi 12.000 del 2004 (ci vogliono circa 355 giorni per incassare l'approvazione dell'invalidità). Per le elezioni regionali del 2008 sono state addirittura 55.018 le pensioni liquidate dall'Inps in Sicilia, 15 mila in più rispetto a quelle di un anno prima. Trucchi e raggiri che il dottor Mario Russo conosce bene. E sa altrettanto bene che svelarli potrebbe costargli caro. Per questo Mario Russo è un nome di fantasia.
Da circa 30 anni lavora come medico di famiglia in un paesino in provincia di Palermo. Ed è proprio lì, nei piccoli studi dei medici della mutua che la truffa muove i suoi passi prima di arrivare in cima alla piramide. "Qualche anno fa  -  racconta Russo  -  uno dei miei pazienti si presentò con un certificato medico firmato da un presunto specialista. Nel documento c'era un elenco di patologie. Tutte fasulle naturalmente. Lo so perché avevo in cura quell'uomo da un bel po' di tempo. Voleva che le inoltrassi all'Inps. Io mi rifiutai. Non la prese bene. Alzò i tacchi e lasciò lo studio. Qualche mese dopo ebbi modo di capire chi l'aveva mandato e perché".

IL COLLETTORE DI ASSEGNI
Disoccupati, cassintegrati, poveri e delinquenti. Gli aspiranti falsi invalidi, come rivelato dalle indagini delle Fiamme gialle, vengono dai ceti più bassi della società. Ma ottenere un "salario" mensile per una patologia inesistente non è una loro iniziativa. Molti non ne conoscono nemmeno l'esistenza. La falsa invalidità è una proposta. A farla sono personaggi spesso vicini agli ambienti mafiosi, portantini e pregiudicati,
spicciafaccende. Sono i collettori delle domande, procacciatori di assegni che per cinquemila euro impacchettano la truffa e trasformano un "normale" cittadino in un malato virtuale. "C'è un vero e proprio tariffario  -  continua Russo  -  aggiornato al 2012. L'operazione costa 5 mila euro. Un prezzo non negoziabile. In contanti e anticipati". Un prezzario confermato dal pentito Alessandro Galante nelle sue "confessioni " al pm Sergio Demontis nell'inchiesta che nel 2007 portò all'arresto di 20 persone tra dirigenti e funzionari dell'Asl di Palermo e alla scoperta di più di mille pratiche fasulle. "Lo spicciafaccende -  ha raccontato Galante, ex impiegato dell'Asl  -  percepiva, come da accordo precedente con la persona richiedente, tutta la somma degli arretrati", ovvero il credito accumulato dall'assistito dal momento della domanda a quello del riconoscimento dell'invalidità. I cinquemila euro non sono per loro. "Quelli  -  ha svelato Galante  -  servivano per pagare i favori del personale dell'Ausl, i medici e funzionati coinvolti nello "scambio". Se il dottor Russo avesse accolto la richiesta del suo paziente, non avrebbe dovuto far altro che inserire le false patologie in un altro certificato medico e trasmettere la pratica all'Inps. Un servizio a costo zero. La torta delle mazzette infatti non prevede alcuna fetta per i medici della mutua, costretti a inoltrare la falsa certificazione, pena la perdita del paziente. Russo, negli ultimi 4 anni, è passato da 1500 pazienti a poco meno di 600.

I RAGGIRI DELL'ASL
La finta pratica, a questo punto, arriva sulla scrivania dell'Inps e viene girata alla commissione d'invalidità dell'Asl. La prima bustarella finisce dritta dritta nelle tasche del segretario della commissione. Spetterà poi a lui il compito di consegnare i documenti ad un membro coinvolto nella truffa (terza mazzetta). Le commissioni sono pagate a cottimo dallo Stato: 7 euro a pratica per ognuno dei medici, tre dei quali nominati dal direttore generale. In alcuni casi a Palermo una commissione arriva a smaltire anche fino a 40 pratiche a seduta. Un'attività che, senza ulteriori "aggiunte" illegali, può assicurare ad un camice bianco più di 280 euro in un solo pomeriggio. Soldi puliti, che evidentemente a molti non bastano.

Lo scorso marzo, dopo un'irruzione negli uffici dell'Inps di Agrigento, gli agenti della Digos hanno sequestrato centinaia di documenti relativi alle visite mediche e alle concessioni di invalidità civile. Nell'inchiesta sarebbero indagate numerose persone fra le quali medici, funzionari e dipendenti dell'Asl. Nel mirino degli inquirenti, il lavoro svolto proprio dalle commissioni di invalidità. L'ordine dei medici di Palermo, per bocca del suo vicepresidente Giovanni Merlino, fa sapere di "avere le mani legate". "Vorremmo fare di più  -  dice  -  ma non abbiamo poteri ispettivi. Amministriamo la giustizia all'interno del nostro ordine con un regolamento fermo al 1946. Dobbiamo sempre rivolgerci ai magistrati per esaminare gli atti e capita spesso di apprendere i reati dei nostri iscritti dalle pagine dei giornali".

L'ULTIMA MAZZETTA
Dopo il beneplacito della commissione, la pratica adesso è a un passo dalla meta. L'ultimo livello di controllo è di nuovo l'Inps che tramite un medico del centro legale dovrà accertare se le patologie, già approvate dall'Asl, sono reali. Il dirigente in questione con funzione apicali è collaborato da un certo numero di medici sottoposti, in genere pochi per non frammentare troppo la torta. Già, la torta. La decisione del medico legale è cruciale al fine di ottenere la falsa invalidità. Sarà lui ad intascare la bustarella più "ricca " (circa 2 mila euro). Senza la sua approvazione l'aspirante invalido che ha pagato 5 mila euro rischia di trovarsi con un pugno di mosche in mano e far partire una denuncia che potrebbe sfasciare il giocattolo della truffa.
Ottenuta la pensione, al finto disabile non resta che recitare la parte.
 

Come i coach degli attori, i medici allenano i finti malati a dondolare nell'andatura, non mangiare, inventarsi le "voci " nella testa o improvvisare un tic alla spalla, proprio come l'indimenticabile Roberto Benigni davanti al "dottor Randazzo" nel film Johnny Stecchino. E occhi sempre aperti nei luoghi pubblici. Se "pizzicati" dalle telecamere della finanza, la pena per il reato di "truffa aggravata ai danni dello Stato" è di 5 anni di carcere. Come il caso del finto cieco arrestato lo scorso aprile a Bagheria. Prendeva la pensione d'invalidità da più di 30 anni. Lui ne ha 50. A incastrarlo, oltre alla foto, sono stati i video che mostrano l'uomo mentre passeggia, parla al telefono, spazza il cortile e va dal barbiere. Altri due falsi ciechi erano stati scoperti qualche giorno prima, fratello e sorella. Percepivano la pensione dal 1988. E intanto giocavano a carte al bar.

INVALIDITÀ "POLITICA"
Nel paese dei furbetti, quella dei malati immaginari è una macchina che produce voti. E in Sicilia, ad ogni elezione, sono tanti i medici delle commissioni di invalidità che in un modo o nell'altro finiscono in lista. Come Francesco Cerrito, l'uomo dei record: sindaco di Villabate eletto con una lista civica vicina all'Mpa, nominato coordinatore del dipartimento Cure primarie dell'Asp e ora anche componente della commissione di Cefalù. O Vincenzo Briganò, altro big che nelle commissioni invalidi vanta una carriera decennale e un robusto pedigree politico: vicepresidente del Consiglio provinciale di Palermo sempre in quota Mpa e nominato alla commissione di Petralia Sottana. E ancora, Agostino Genova, consigliere a Palazzo delle Aquile in quota Pdl (oggi all'Udc) e nominato presidente della commissione a Lercara Friddi. Lo Stato lo sa. Per questo, tranne le emergenze, l'attività delle commissioni viene sospesa in periodo elettorale. Non si arresta invece il reclutamento dei falsi invalidi, che, al contrario, proprio durante le elezioni raddoppiano le loro truppe.

Nei verbali scritti dai magistrati di Siracusa, si racconta che l'ex assessore ai Servizi demografici del comune, Francesco Zappalà, suggeriva ai medici compiacenti le percentuali di handicap da assegnare: 74, 68, 100. "Erano solo pronostici", si era difeso il "profeta" colto in flagrante dalle intercettazioni. Pronostici sulle invalidità da liquidare in cambio di voti. Zappalà si appoggiava infatti al dottor Massimo Gramillano, medico con la passione per la politica: aiutava i compaesani a diventare invalidi. In cambio chiedeva un voto per sé e per conto di Zappalà. Alla signora Giovanna ne ha chiesti addirittura quattro. Uno per ogni componente della famiglia. Lei ci rimase male, anche perché pure il marito era candidato. Così, complice un'intercettazione telefonica, la signora ha raccontato tutto ai magistrati. A Palermo il rappresentante dell'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili è stato fino a poco tempo fa Antonino Rizzotto, un ex deputato regionale dell'Mpa (poi transitato nel Pdl) che alle elezioni del 2006 fece il "botto": 8.150 voti che gli valsero pure la guida della commissione Sanità dell'Assemblea regionale siciliana.

... E INVALIDITÀ "MAFIOSA"
La sceneggiatura della truffa porta la firma anche di Cosa nostra che da regista, se necessario, si trasforma anche in attore. Silvio Balsamo, mafioso della provincia di Catania, aveva ottenuto da un medico romagnolo presso il quale era in cura, un certificato medico che ne attestava l'invalidità totale: una patologia irreversibile della spina dorsale che rende tetraplegici. Eppure Balsamo, che aveva per questo ottenuto gli arresti domiciliari, nel 2010 fu "pizzicato " dalla Guardia di finanza a ballare e a far l'amore. Morì suicida quello stesso anno.

Sono tanti i mafiosi nella storia di Cosa nostra pronti a fingersi pazzi per evitare il carcere o una condanna. Da Totò Riina, incapace di partecipare ai processi per una "presunta" forma di Parkinson (fino a quando i magistrati lo denunciarono per tentata truffa all'istituto di previdenza), a Vincenzo Virga, riciclatore dei capitali dei corleonesi, che per 23 anni percepì una pensione d'invalidità di 700 mila lire. E poi ancora il pazzo miracolato Agostino Badalamenti, il finto disabile Balduccio di Maggio, Nino Santapaola e Angelo Bottaro che scopre la fede e nelle aule di tribunale benedice avvocati e giudici. Nel 1987, dopo la prima sentenza di condanna del maxiprocesso di Palermo, circa 40 boss, killer senza scrupoli, che quando c'era da sparare ci vedevano benissimo, ottengono i domiciliari per motivi di salute.

LA RABBIA DEGLI INVALIDI (VERI)
A pagare il prezzo più alto della truffa sono gli invalidi, quelli veri. Paraplegici, sordomuti, poliomielitici, malati di cancro e leucemici. Penalizzati dai tempi della burocrazia e dai giudizi delle commissioni. In Sicilia fino a qualche tempo fa i pazienti dovevano attendere anche due anni prima di un'approvazione previdenziale. Stando alle statistiche nell'Isola, su 10 malati di tumore, 7 muoiono prima di ricevere l'assegno. Mentre da un'indagine della Polizia Municipale iniziata nel 2010, risulta che a Palermo il 50 per cento dei pass per la circolazione delle autovetture dei disabili sarebbero in mano a finti invalidi.

Il dottor Russo spiega che "le commissioni, per far quadrare i conti ed evitare di insospettire l'Inps liquidando numeri troppo elevati di pensioni, arrivano a penalizzare coloro che hanno realmente diritto all'invalidità, rilasciando percentuali d'inabilità inferiori ". "I falsi invalidi hanno pagato  -  racconta  -  e la commissione non può deluderli. Le patologie dei veri invalidi invece diventano opinabili. Così, danno il 70 a chi invece meriterebbe il 100 per cento e il 100 a chi ha sborsato cinquemila euro".

"Non voglio perdere la speranza", dice, mentre gli occhi cominciano ad inumidirsi. "Aspiro ancora ad una realtà in cui a comandare siano i giusti e non i peggiori. Sono consapevole delle conseguenze. Ma non voglio più stare con le mani in mano. Ho deciso di dare una spallata al sistema e sono disposto ad aiutare i magistrati. C'è bisogno di pulire il fango. E di fango, in Sicilia, ce n'è tanto".
La Repubblica, 26 maggio 2013

Nessun commento: