sabato, marzo 30, 2013

Corleone, la lunga giornata del Venerdì Santo



La “lunga giornata” del Venerdì Santo a Corleone è iniziata a mezzogiorno sul sagrato della Matrice, dove sono arrivati i confrati, mentre in chiesa tutto era già pronto per la solenne liturgia «In Passione Domini». Dopo la cerimonia, il corpo del Cristo è stato adagiato sul lenzuolo che l’ha sostenuto nella salita al Calvario. Le tristi note della banda musicale “Pietro Cipolla” hanno accompagnato l’inizio della toccante salita al Calvario. Il simulacro del Cristo, adagiato su un lenzuolo bianco, è stato condotto verso il luogo della crocifissione dai sacerdoti. Alla processione hanno partecipato i numerosi membri delle confraternite “Bianche”, istituzioni laiche, la cui presenza a Corleone è documentata fin dal XIII secolo, ma riconosciute dalla Chiesa solo due secoli più tardi. Tre bambini “fratelli” della compagnia dei Santi Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo hanno trasportato su altrettanti vassoi gli strumenti del supplizio: tre chiodi acuminati, la corona di spine, i martelli.(GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO)
I gravi movimenti di confrati e fedeli erano accompagnati dalle note di un’austera marcia funebre, composta tra il 1935 ed il 1936 dal maestro corleonese Pietro Cipolla. Quando il corteo è arrivato alla sommità del colle dove è issata la Croce, due sacerdoti sono saliti sulle scale appoggiate alla croce, dove il Cristo è stato issato lentamente e inchiodato. I fedeli, che numerosi assiepavano e circondavano il colle, hanno assistito commossi, intonando tristi canti. Alle 4 del pomeriggio, un ripetuto sparo di mortaretti (a ‘maschiata) ha ricordato che in quell’ora il Cristo morì. A sera, la statua del Cristo morto, posta sul lenzuolo bianco, è stata portata in processione, questa volta dai confrati, percorrendo al contrario l’itinerario fatto di giorno. Disadorna e senza la corona, l’Addolorata ha incontrato sul sagrato del Santuario il Cristo deposto. L’incontro della Madre con il Figlio non più in vita è stato uno dei momenti più suggestivi e commoventi dell’intera giornata: la corale, i confrati e tutti i fedeli hanno intonato canti e lamenti caratteristici corleonesi, accompagnando l’evento in preghiera e in raccoglimento.
Particolarmente coinvolgente è stata anche quest’anno la processione serale del Venerdì Santo, che si è snodata lungo le vie del paese. Essa è stata aperta dalla croce illuminata da due fanali, seguiti dai fedeli che invece illuminavano il percorso con i ceri.  Seguivano le confraternite bianche, la vara col Cristo morto, la confraternita maschile e femminile dell'Addolorata, il simulacro dell'Addolorata e le autorità. Si procedeva nel massimo raccoglimento, pregando e intonando canti tipici del Venerdì Santo: grandissima è stata la partecipazione dei fedeli. A notte inoltrata la processione si è conclusa e l'Addolorata è rientrata nel proprio Santuario, mentre la vara è rientrata nel vecchio Ospedale dei Bianchi. I confrati e i fedeli hanno baciato il corpo del Cristo. È stato questo l'ultimo atto del Venerdì santo! Un atto apparentemente formale che invece vuole esprimere "devozione" e "ringraziamento". Dal Venerdì fino alla notte del Sabato santo è  regnato sovrano il silenzio, fino all'annuncio della Pasqua, cioè della resurrezione di Cristo. Questa sera - Domenica di Pasqua - presso la piazzetta dell'Addolorata si compirà l'ultimo rito della Settimana Santa corleonese: l'incoronazione della Vergine Addolorata. La statua verrà predisposta sul sagrato del Santuario. Due angeli porranno sul suo capo una corona, segno della dignità di Maria "Regina degli Angeli". Si concluderà così la Settimana Santa: un anno ancora e la gente di Corleone si ritroverà unita a celebrare il Mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Con immutata devozione percorrerà le strade che lambiscono chiese, vetusti palazzi, vecchie e nuove dimore, nelle quali è scritta la storia di questa città, di questa comunità che guarda al suo glorioso passato per conservarne la memoria e su di essa costruire il proprio riscatto.
D.P.

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