sabato, novembre 24, 2012

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Bernardino Verro seppellito accanto a Placido Rizzotto: due “ pezzi” di storia riposano assieme

Bernardino Verro
RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO: “B.Verro, antesignano del riscatto e della rinascita di Corleone”. Opera di recupero della memoria: ricordo, riconoscimento, patrimonio culturale
di BIANCA RUMORE
Corleone, 3 novembre 2012 –Il cimitero comunale di Corleone accoglie associazioni, studenti, insegnanti, figure istituzionali. E’ il 3 novembre 2012, è l’anniversario dell’assassinio di Bernardino Verro, quell’assassinio di un non così lontano 1915.  Ora i resti di Bernardino Verro vengono seppelliti accanto alla tomba di Placido Rizzotto, adesso quei due grandi riposano assieme.
Lea Savona, sindaco di Corleone, spezza il momento iniziale di commozione generale, esponendo, commossa anche lei, la biografia di Bernardino Verro e definendolo "difensore dei deboli". Il sindaco racconta della "società di soprusi, di miseria" in cui egli viveva. Una società in cui, come poi ricorda Dino Paternostro, i contadini erano considerati alla stregua di schiavi, una società in cui quegli stessi contadini non potevano portare i baffi, perché indice di potere e altezzosità, una società in cui vigeva la regola del “capo chino”. Verro fu un sindacalista con una spiccata sensibilità verso i figli della terra. Era uomo che voleva la rivolta sociale, "un uomo che invitò i contadini a farsi crescere i baffi, a guardare negli occhi i proprietari terrieri", continua Paternostro.
La sua appartenenza al movimento popolare dei Fasci siciliani lo portò a scontare dodici anni di carcere perché Francesco Crispi, l’allora capo del Governo, si sentì minacciato dall'azione socialista e dichiarò lo stato d’assedio in Sicilia. Uscito dal carcere solo dopo che fu indetta un’amnistia generale, Verro andò fuori dall’ Italia (Tunisi, Marsiglia,..) per poi fare ritorno al paese natale. Nel 1914 fu eletto sindaco di Corleone e l’anno successivo venne assassinato con quattordici colpi di pistola. Interviene poi Angela Biondi, responsabile provinciale della CGIL, descrivendo la cerimonia come "un’opera di recupero della memoria e di riconoscimento", un giorno in cui "la memoria non è solo ricordo ma diventa patrimonio culturale delle persone";  guardando con ammirazione la solennità, l’impegno con cui Corleone riconosce queste due figure storiche , aggiunge: "oggi diventa un monumento: quello che è stato fatto è tanto, ma quello che dobbiamo fare è più importante". Infine Cosimo Lo Sciuto, presidente di Dialogos, fa notare l’accostamento dei nomi “Bernardino Verro” e “Placido Rizzotto” e immediatamente pone la sua attenzione sulla posizione dello stemma di cui si fregia Corleone, «animosa civitas». Lo stemma è posto fisicamente vicino a quei grandi, evocativi nomi. Il presidente continua ripetendo "animosa civitas" e, associando i due nomi, dichiara: "adesso siamo degni di questa scritta".
Si chiude così, con le lapidarie, profonde ed efficaci parole di Lo Sciuto, la cerimonia di traslazione dei resti di Bernardino Verro. "Corleone è cambiata, la memoria è un patrimonio condiviso". Nessuno manca di ricordare quei due grandi, nessuno manca di  tenere alti quei e questi valori.
Bianca Rumore
alunna della classe 5a L sezione classica
Liceo "Don Giovanni Colletto" Corleone

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