lunedì, settembre 03, 2012

Milano piange il suo cardinale: in 20mila per l'addio a Martini

I funerali del cardinal Martini
La città a lutto per i funerali dell'arcivescovo emerito: in tanti hanno visto dai maxischermi in piazza la celebrazione officiata dal cardinale Scola. Sui banchi anche il premier Monti Il messaggio di papa Benedetto XVI: "E' stato un pastore della Chiesa generoso e fedele"
Sotto la pioggia intermittente, in oltre ventimila hanno atteso pazientemente che si aprissero le porte del Duomo di Milano per salutare per l'ultima volta quell'uomo alto e austero che per oltre 22 anni è stato il loro pastore. Tutti, credenti e non, con il loro, personale ricordo dell'arcivescovo emerito di Milano, Carlo Maria Martini, che venerdì scorso si è spento a 85 anni, logorato dal morbo di Parkinson, che lo ha accompagnato negli ultimi anni senza che la malattia gli impedisse di continuare incessantemente a ragionare di fede e a cercare di gettare ponti verso chi non credeva o credeva in modo diverso. Lo testimoniava la presenza nella Cattedrale di seimila persone e di esponenti di tutte le religioni. Fuori dal Duomo, altre 15 mila partecipavano, guardando dai maxischermi, alla cerimonia celebrata dall'arcivescovo di Milano, Angelo Scola. Ed è stato il cardinale Scola a rimarcare che "la morte del cardinale è stata veramente personale perché destinata alla sua personale, inconfondibile risurrezione". E le "diversità di temperamento e di sensibilità" nella Chiesa "come le diverse letture delle urgenze del tempo, esprimono la legge della comunione: la pluriformità dell'unità".

Papa Benedetto XVI ha ricordato Carlo Maria Martini come un "pastore della Chiesa generso e fedele" con un messaggio affidato a cardinale Angelo Comastri, vicario del Santo Padre in Vaticano: "E' stato un uomo di Dio, che non solo ha studiato la Sacra scrittura ma l'ha amata intensamente, ne ha fatto la luce della sua vita, perché tutto fosse 'ad maiorem Dei gloriam', per la maggior gloria di Dio". Davanti al premier Mario Monti, ai ministri Piero Giarda, Andrea Riccardi, Renato Balduzzi, Lorenzo Ornaghi, al sindaco Giuliano Pisapia, al governatore Roberto Formigoni e a una trentina di parlamentari, l'arcivescovo Scola ha ricordato come "la lunga vita del cardinale Martini è specchio trasparente di perseveranza, anche nella prova della malattia e della morte".

Ha tradito una forte emozione l'immediato successore di Martini, Dionigi Tettamanzi: "Il cardinale Martini mi ha imposto le mani per la consacrazione episcopale. Lui è stato, per me come per tantissimi altri, punto di riferimento per interpretare le divine Scritture, leggere il tempo presente e sognare il futuro, tracciare sentieri per la missione evangelizzatrice della Chiesa in amorosa e obbediente docilità al suo Signore. Il cardinale Martini mi ha accolto come suo successore sulla cattedra di Ambrogio e Carlo consegnandomi il pastorale mentre mi diceva: 'Vedrai quanto sara' pesante!'". Nel primo banco la sorella del cardinale, Maris, con altri famigliari. Maris Martini in mattinata aveva partecipato a un momento di preghiera che gli ebrei milanesi avevano voluto promuovere proprio in quella che per lunghi anni fu la casa di Martini: l'Arcivescovado. E la casa di Martini rimarrà Milano: le sua salma è stata tumulata nella navata sinistra del Duomo, ai piedi dell'altare della Croce di San Carlo Borromeo.
(La Repubblica, 03 settembre 2012)

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