martedì, giugno 12, 2012

Corleone: "La mafia uccide, la speranza non muore". Per ricordare Giuseppe Letizia...

di Clarissa Arvizzigno  
Il nipote di Giuseppe Letizia col diploma assegnato allo zio
"La mafia uccide, la speranza non muore", perché Cosa Nostra è capace di ammazzare silenziosa, di stroncare vite, di trucidare corpi celandosi dietro l'ombra dell'omertà, del disonore, che tuttavia scopre un velo di "speranza" come riscatto per il presente che si deve fare certezza per il futuro .
Martedì 12 giugno 2012 l'I.C. Giuseppe Vasi con l'Assessorato regionale della Pubblica Istruzione ha organizzato un incontro con i ragazzi, con i docenti delle scuole corleonesi in memoria di Giuseppe Letizia , giovane vittima uccisa dalla mafia nel 1948. Il terreno confiscato alla mafia in contrada Sant'Ippolito e assegnato all'IPA ora porterà il suo nome. Una morte prematura quella del piccolo Giuseppe, che nel suo apparente "silenzio" sembra riecheggiare quella giustizia pressoché assente nella Corleone di Luciano Liggio e di Michele Navarra.
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Una giustizia fatta di lupare, di fucili, di violenza che si macchia del sangue di Placido Rizzotto per sopprimere l'eco di una speranza che il giovane sindacalista desiderava divenisse realtà: "Fare del lavoro onesto il fondamento di una Corleone libera dalla mafia." Sono intervenuti tra gli altri il Sindaco di Corleone Lea Savona, il Senatore Giuseppe Lumia e ha coordinato i lavori Pippo Cipriani coordinatore nazionale dell'I. F. Santi.
Il perché della necessità di un diploma di licenza media ad honorem di Giuseppe Letizia è stato spiegato dal Dirigente scolastico, Prof. Leoluca Sciortino con una duplice motivazione. Da un lato, infatti, si rende onore alla memoria di un ragazzino cui è stato sottratto per sempre il diritto all'istruzione, dall'altro ci si serve di questa memoria come chiave di lettura per il presente, come simbolo di riscatto in grado di mobilitare le coscienze pietrificate del popolo corleonese.
"Il lavoro che rende liberi dalla mafia": forse è questo lo spiraglio di speranza, anzi l'arma più efficace per combattere Cosa Nostra, per creare in una realtà inerte delle idee mobili, dei pensieri liberi.
"Libera coniuga memoria e impegno, ricordando come a Corleone nel passato la memoria è stata cancellata dalla mafia; anche Giuseppe Letizia è stato dimenticato, ma ciò che Cosa Nostra ha voluto cancellare è l'idea radicata della vecchia mafia che non tocca donne e bambini. Giuseppe Letizia dà memoria di cosa è stata sempre la mafia. Così, ricordando Verro, Rizzotto, voglio ricordare che la memoria deve essere accompagnata dall'impegno per dare lavoro ai cittadini". Queste le parole del Coordinatore di Libera Informazione Palermo Giuseppe Crapisi, questo il messaggio che svecchia Cosa Nostra denudandola nella sua misera malvagità.
Tuttavia Corleone non è il paese della mafia bensì dell'antimafia, come ha ricordato l'assessore regionale della Pubblica Istruzione Mario Centorrino.
Si dovrebbe sradicare questa ideologia fin troppo cristallizzata che vede Corleone come capitale della mafia; perché è "l'idea" che servendosi dell'ausilio della memoria plasma l'azione, le dà corpo e dunque la sorregge creando così "un'azione mobile e dinamica" volta a combattere comuni pregiudizi, false opinioni, ma soprattutto le mille facce di Cosa Nostra.
Fonte: Corleone-Dialogos.it

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