domenica, marzo 18, 2012

Il governo: funerali di Stato per Rizzotto

Placido Rizzotto avrà i funerali di Stato. La decisione è stata comunicata ieri dal sottosegretario Antonio Catricalà al segretario del Psi Riccardo Nencini. E oggi il Consiglio dei ministri ha ufficializzato: cerimonia istituzionale per il sindacalista ucciso dalla mafia, e anche per Franco Lamolinara, l'ostaggio italiano ucciso in Nigeria durante un blitz delle forze speciali britanniche. 

La Storia di Rizzotto, da rassegna.it
"Sono contentissimo avevo formalizzato appena ieri la richiesta dei funerali di Stato e già oggi il Consiglio dei ministri ha accolto questa richiesta. Era impensabile. Mi sorprende questa celerità. Questo mi fa capire che Plcaido Rizzotto è diventato, negli anni, un vero e proprio simbolo per tutta l'Italia, non solo per noi familiari o per il sindacato.
Questa è la cosa più bella di tutti".  E' il commento a caldo di  Placido Rizzotto, nipote omonimo del sindacalista ucciso. Placido Rizzotto si trova a Genova con l'associazione Libera per celebrare la giornata delle vittime di mafia. "Lo riferirò subito - aggiunge -  ai miei fratellì di Libera. Voglio ringraziare di cuore il Governo e tutti coloro si sono prodigati per ottenere questo risultato". Ma Rizzotto ringrazia anche la "Polizia scientifica e il Commissariato di Corleone" perché "solo grazie alla loro insistenza, al loro lavoro e alla loro professionalità si è riusciti a recuperare prima e poi a identificare i poveri resti di mio zio".
La Cgil esprime "grande apprezzamento" per la decisione presa dal Consiglio dei ministri "Bisogna riaprire il caso giudiziario- si legge in una lettera firmata dal segretario generale Susanna Camusso e dal segretario della Camera del lavoro di Palermo, Maurizio Calà indirizzata al presidente Napolitano e al presidente Monti- per individuare mandanti ed esecutori, ma anche per accertare l'evoluzione dei fatti che hanno portato la mafia corleonese, che è la stessa che uccise Rizzotto, a condizionare la storia recente di questo Paese".
(La Repubblica, 16 marzo 2012)

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