lunedì, febbraio 06, 2012

Il segreterio del Pd, Enzo Di Girolamo: «Avrei preferito intesa più vasta»

Il segretario del Pd di Palermo, Enzo Di Girolamo
di Daniele Ditta
«Abbiamo rimesso assieme il centrosinistra, anche se avrei preferito un'alleanza più vasta». 
Enzo Di Girolamo, segretario provinciale del Pd, rimane ancora convinto che un allargamento alle forze moderate ed autonomiste sarebbe stata la scelta più giusta per il centrosinistra. «La grande prospettiva - aggiunge Di Girolamo - resta quella di una sinistra unita, capace di dialogare con i moderati. C'è però sempre una minoranza che diffonde il "virus" della divisione, per cercare di lucrare qualche voto al partito più grande della coalizione, il Pd. Adesso spero che le primarie siano un successo e che soprattutto si svolgano in maniera trasparente. Sarebbe un buon viatico per vincere le elezioni».
Il cammino verso le amministrative, però, è ancora lungo e tortuoso. Dopo l'accordo raggiunto da Pd, Idv, Sel, Verdi, Fds - che ha rilanciato le primarie, ma di fatto ha chiuso la porta al Terzo polo - è partita la resa dei conti all'interno del Pd. I filolombardiani puntano a sfiduciare il segretario regionale, Giuseppe Lupo, reo di aver raggiunto un'intesa con le altre forze della sinistra che va contro le decisioni assunte dalla direzione regionale e provinciale del partito. Di Girolamo non ha paura di eventuali ripercussioni, per aver firmato assieme a Lupo l'intesa con Idv, Sel, Verdi, Fds. «Io lavoro per la "ditta" - afferma Di Girolamo - e sono pronto ad accettare ogni decisione con la massima serenità. Se il partito dovesse ritenere necessario non confermarmi come segretario provinciale, non me ne farei un cruccio».
Eletto col contributo di tutte le aree, Di Girolamo non ha mai nascosto la sua «vicinanza» all'onorevole Antonello Cracolici, capogruppo dei democratici all'Ars, favorevole alla cosiddetta alleanza larga. «Tra noi due - dice - c'è un rapporto di amicizia. Dal punto di vista politico condivido i suoi contenuti; non sempre i toni. La sua linea è sempre stata chiara. Cracolici, però, dovrebbe essere più attento alle vicende regionali. Il Pd infatti si deve interrogare sul governo Lombardo. Un esecutivo che, dopo l'iniziale spinta riformista, nell'ultimo anno si è bloccato. Penso che il caso Lupo sia connesso pure alle vicende regionali».
Da Palazzo d'Orleans a Palazzo delle Aquile. Secondo Di Girolamo, «Palermo è un caso da isolare per la sua complessità» e nella grande prospettiva di un centrosinistra che dialoga con i moderati, usa la definizione di «tappa di rallentamento». Quindi, il segretario provinciale del Pd precisa: «Non si possono "calare" dall'alto le stesse alleanze in tutte le realtà». Ma non esclude che in futuro le cose possano cambiare: «Se il centrosinistra dovesse vincere le elezioni, il problema sarebbe quello di governare Palermo con un Giunta forte. In politica nessuno vieta d'incontrarsi. Dunque, mai dire mai», sostiene Di Girolamo.
Comunque vada la «partita» dentro il Pd è tutt'altro che chiusa. «Ai miei colleghi parlamentari del Pd siciliano che chiedono la convocazione della direzione regionale del partito - dichiara Tonino Russo, esponente dell'area Bersani del partito - dico di avere pazienza e di mettersi a turno: prima si riunisca la direzione provinciale, come ho chiesto la scorsa settimana, e poi, se proprio insistono, finalmente, ci occuperemo della questione del referendum sul sostegno al governo regionale, guidato da Raffaele Lombardo». E conclude: «Con Rita Borsellino candidata a sindaco vinceremo col 61% dei consensi. Ma, forse, è proprio questo che fa perdere il lume della ragione a chi profetizza disastri». 
L'ala Cracolici-Lumia, però, della Borsellino non ne vuol sapere e alle primarie sosterrà Fabrizio Ferrandelli. Venerdì è in programma la prima uscita pubblica del candidato del Polo civico assieme all'onorevole Cracolici.
05/02/2012

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