giovedì, gennaio 12, 2012

Sicilia. Ora è in bilico il referendum del Pd. Il gruppo all'Ars: "Inopportuno"

Giuseppe Lupo ed Antonello Cracolici
L'assemblea dei deputati regionali, alla quale ha partecipato anche il segretario regionale del partito, Lupo, ha chiesto la convocazione di una direzione per annullare la consultazione della base. Martedì l'ultimatum del governatore: se entro 48 ore non verrà ritirato il quesito sul governo siciliano, caccerò gli assessori indicati dai democratici Referendum in bilico per il Partito democratico siciliano. La riunione del gruppo parlamentare dei democratici all'Ars, cominciata in mattinata e protrattasi fino al primo pomeriggio, si è chiusa con la richiesta alla segreteria regionale di convocare una direzione del partito per valutare se confermare o meno la celebrazione di un referendum che, si legge nel documento approvato "all'unanimità" dal gruppo, "in questo momento sarebbe inopportuno e di ostacolo alla costruzione delle liste e al rafforzamento delle alleanze".
Alla riunione ha preso parte anche il segretario regionale Giuseppe Lupo, che è anche parlamentare dell'Ars. Il referendum, che sottopone agli elettori il giudizio sull'alleanza del Pd con i partiti moderati, era stato convocato lunedì scorso per il 12 febbraio, ma proprio ieri il governatore Lombardo aveva lanciato un ultimatum ai democratici: "Il Pd faccia tutti i referendum che vuole, ma non ha nulla da esprimere sul governo regionale. Tolgano il quesito sul governo, altrimenti dirò agli assessori che si sentono espressione dei democratici di lasciare la giunta. Mi auguro che il Pd faccia chiarezza entro 48 ore". Il presidente della Regione aveva anche accusato "alcuni dirigenti del Pd" di essere stati "catturati dal genio del male". A queste dichiarazioni il segretario regionale del Pd, Lupo, aveva risposto duramente: "Le parole in libertà del presidente della Regione sono incomprensibili quanto inaccettabili. Non si permetta di parlare di "genio del male" nel Pd. Probabilmente sarà stata una battuta ironica. Se così non fosse, sarebbe opportuno che il presidente si guardasse allo specchio". "E' chiaro - aveva aggiunto Lupo - che il Pd non accetta ultimatum da nessuno, tanto meno dal presidente Lombardo che, incomprensibilmente e incoerentemente, parla prima di governo tecnico e poi di assessori del Pd. La linea politica del nostro partito è chiara ed è quella assunta dai nostri organismi interni e vogliamo adesso rafforzarla attraverso un'ampia consultazione democratica". Ieri però, secondo il comunicato ufficiale, anche Lupo ha votato a favore del documento che definisce "inopportuno" il referendum. E Lombardo ha avuto la risposta che voleva, prima ancora che scadessero le 48 ore.
(10 gennaio 2012)

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