domenica, gennaio 15, 2012

IMPEGNO E TESTIMONIANZA. Sapere per poter ricordare, progetti nelle scuole, integrazione tra generazioni

di Adriana Sensi
Tutte le fasi della mia attività sindacale sono state impegnative e ricche di significato. Ma è nel Sindacato Pensionati, che ho provato particolari emozioni. Nello SPI - CGIL di Arezzo militano migliaia di uomini e donne, con grande esperienza e memoria storica, con una ricchezza di valori che non poteva e non doveva essere sottovalutata né tanto meno sotto-utilizzata, senza per questo trascurare la contrattazione nello stato sociale. La memoria sulla resistenza e la pace, sono stati temi molto seguiti, come testimoniano i libri e una mostra di disegni dedicata alla pace contro tutte le guerre. Anche io, con occhi da bambina, ho conosciuto la guerra e la resistenza. E nel corso degli anni mi è capitato spesso di venire a conoscenza degli episodi della liberazione e delle azioni dei partigiani.
Fin dall'infanzia mi coinvolgevano i racconti dei miei genitori e del nonno, che tante volte era stato picchiato perché si rifiutava di fare il saluto fascista. Storie che io bambina ascoltavo con interesse e timore. Mi sembravano fatti inverosimili compiuti da uomini e donne capaci di azioni terribili. Al tempo stesso però c'erano altri uomini e donne che non avevano esitato a dedicare la propria vita per salvare quella degli altri ed a riportare la libertà nel nostro paese. Nei lunghi anni di militanza e di lavoro sindacale ho poi fatto miei questi valori che avevano spinto al sacrificio migliaia di uomini e di donne: pace, giustizia, solidarietà,democrazia. Nello SPI si sente pressante la necessità di trasmettere i valori della Resistenza. Non solo per dare un giusto riconoscimento a chi ha rischiato la propria vita per la nostra libertà, compiendo una scelta altruista e solidale, ma anche per lanciare un messaggio di democrazia e di pace. Messaggio oggi più che mai necessario, se pensiamo alla tragedia della Libia, della Siria e non solo. Per lo SPI era quindi la regola, presentare progetti alle scuole, non solo sui temi della memoria sulla resistenza, ma anche sulla legalità, l'ambiente, le tradizioni contadine l'archeologia industriale, la solidarietà.
Il primo passo è stato un volume, “La memoria disegnata”, che ha raccolto il lavoro degli alunni della scuola Pio Borri di Arezzo; poi il testo “Cosa rimane della memoria”, vincitore del Premio Nazionale Generazioni di Libertà e presentato nelle Marche al festival Internazionale Art-Cevia. Seguiti da altre collaborazioni, progetti e pubblicazioni con altre scuole. Dal Valdarno alla Valdichiana al Casentino, dalla fabbrica ai campi, dalla tradizione contadina alla storia industriale, a quella sociale. Molte di queste attività didattiche si sono trasformate in pubblicazioni, a conferma della validità della scelta dello SPI-CGIL di offrire la massima collaborazione alle scuole affinché la memoria non vada perduta. Negli ultimi anni del mio lavoro di dirigente sindacale avevo fra gli altri l'incarico di rappresentare il progetto sulla legalità "Antonino Caponnetto" e questo mi permetteva di testimoniare, nelle scuole, l’esperienza fatta a Corleone con il progetto "Liberarci dalle spine".
Oggi, terminato il mio ruolo nel sindacato, continuo a farlo per l'associazione "Un'Altra Storia". Il fatto che questi progetti continuino ad essere realizzati, dimostra come il lavoro iniziato in alcune scuole stia ormai diventando materia didattica permanente. L'esperienza ha inoltre dimostrato che i rapporti stabiliti durante i lavori nelle scuole, fra lo SPI e i ragazzi permangono consolidati nel tempo e lasciano nei giovani conoscenze e valori che non potrebbero imparare solo dai libri. L'impegno degli studenti, il coinvolgimento delle famiglie, degli insegnanti, dei Comuni, della Provincia, della Regione hanno consentito allo SPI di realizzare un patrimonio sulla memoria e le nostre radici, e di creare una rete fra scuole, istituzioni e sindacato pensionati. Ho potuto conoscere ed apprezzare insegnanti molto sensibili e capaci di stimolare interesse e curiosità nei ragazzi. Sono risultati che mi danno l'energia necessaria per continuare i rapporti con le scuole anche nello svolgere il mio attuale incarico per l'Auser regionale (responsabile Area della solidarietà internazionale). Sono sempre più diffusi i progetti fra scuole e sartorie della solidarietà, per tramandare ai ragazzi gli antichi mestieri e creare così, integrazione fra generazioni.
Adriana Sensi
socia Un'Altra Storia - Toscana

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